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Riad congela il contagio nel Golfo inviando i soldati in Bahrein

I eri duecento veicoli e mille soldati sauditi hanno attraversato il mare sulle tredici corsie del gigantesco al Jasr al Malik Fahd, il ponte autostradale “Re Fahd” di 25 chilometri che collega l’Arabia Saudita al minuscolo regno-isola del Bahrein. L’opposizione ha subito denunciato “l’occupazione straniera”, ma questa era una mossa attesa da tempo dagli osservatori. Nessuno pensava che il sovrano saudita, re Abdullah, potesse davvero lasciare da solo il vicino sovrano del Bahrein, Hamad bin Isa al Khalifa, in difficoltà davanti alla maggioranza sciita in rivolta.

15 MAR 2011

Cosa intende Obama quando valuta “tutte le opzioni” in Libia

L’intervento internazionale contro Muammar Gheddafi in Libia non sarà un atto di forza unilaterale deliberato nei bunker operativi di Washington e Londra, ma comincerà soltanto quando – e soprattutto se – sarà coperto da un mandato ampio delle Nazioni Unite. Per questo motivo, forse, l’intervento internazionale potrebbe non cominciare affatto. L’impressione che si intende dare è quella di un’azione militare da fuori che arriva con il consenso universale. Leggi Parlare con Gheddafi e aiutare i ribelli. I due canali dell’Italia in Libia

10 MAR 2011

L’opposizione algerina accusa il governo di aiutare Tripoli con mercenari e cecchini. Il presidente Bouteflika teme il contagio

L’asso nella manica di Gheddafi è un colonnello di Algeri

Un colonnello dei servizi segreti algerini, Djamal Bouzghaia, è accusato dai ribelli di appoggiare attivamente la controrivoluzione di Gheddafi per conto del governo di Algeri. Bouzghaia, appena nominato consigliere personale per la Sicurezza dal presidente Abdelaziz Bouteflika a metà dicembre, sarebbe il capo della parte militare di un piano per sostenere clandestinamente il regime libico. Leggi Gheddafi il filantropo

09 MAR 2011

Sulle tracce di Gheddafi

Qui si spiega perché un attacco in Libia è meglio della “no fly zone”

America e Gran Bretagna non intendono farsi risucchiare in un’altra guerra di terra in un paese islamico. Ma sanno anche che invocare una “no fly zone” sulla Libia per impedire a Gheddafi di bombardare la propria gente è molto più facile a dirsi – e infatti tutti ne stanno parlando – che a farsi. Leggi L’attimo è fuggito

07 MAR 2011

Fratelli diversi

Nei giorni dell’Egitto il canale al Jazeera ha toccato punte di lirismo. “Ho risparmiato il suo corpo, affinché la sua vista serva da lezione al popolo”, ha scandito con tono ieratico una voce maschile tra un aggiornamento in diretta e un altro sulla caduta dell’ex rais Hosni Mubarak. Leggi Politica o società. Che cosa ci insegnano le rivolte di questi giorni

07 MAR 2011

In Yemen la rivolta vuole passare alla “fase egiziana”. Occhio ai “baltagia”

Si è appena spalancata una botola sotto i piedi del presidente yemenita Ali Abdullah Saleh. Le due confederazioni tribali più grandi del paese hanno sciolto le loro riserve e si sono schierate con il fronte di chi vuole cacciarlo, dopo quattro settimane di imperscrutabile silenzio. Il cambiamento è già evidente nelle strade della capitale Sana’a.

01 MAR 2011

Sotto la piazza, l’abisso?/ 8

Non si può che scegliere l'inevitabile, la rivolta sarebbe comunque arrivata

La rivolta sarà angosciosa per voi, ma noi grazie, si sta benissimo, dicono i ragazzi della rivolta araba edizione Yemen. E se ci lasciate fare, magari c’è una chance che alla fine starete meglio pure voi occidentali. In effetti, non c’è zona più sicura in tutto il paese di quel chilometro quadrato in mano agli studenti e all’opposizione e trasformato in tendopoli davanti all’università di Sana’a. Leggi l'intervento di Vittorio Emanuele Parsi - Leggi l'intervento di Giulio Meotti   - Leggi l'intervento di Fiamma Nirenstein - Leggi l'intervento di Giorgio Arfaras - Leggi l'intervento di Paola Peduzzi

24 FEB 2011

Dentro la piazza yemenita

L’illusione del contagio arabo

C’è uno spettacolo insolito all’incrocio fra Sherre Sittin e Sherre Rabat. I negozi e i ristoranti aperti persino durante la preghiera del venerdì e sovranamente indifferenti ai tumulti delle settimane scorse oggi sono deserti e nascosti dalle imposte di metallo. Il passaparola magico che regola la vita della capitale dello Yemen ha messo in guardia: è in marcia una corteo di protesta, e questa volta sarà differente, questa volta sarà come nelle città a sud di Aden e Taizz, dove da due giorni si contano i primi morti. Si salvi chi può, pure i venditori ambulanti si dileguano.

18 FEB 2011

Oggi le piazze dello Yemen aspettano il loro Fiorello

Dal nostro inviato. Può darsi che i Fratelli musulmani guatino nell’ombra – o anche alla luce del giorno – per papparsi i frutti maturi della rivoluzione araba, se matureranno davvero. E può darsi anche che l’ondata di cambiamento apra la strada a un altro Iran 1979, quando i khomeinisti fanatici della teocrazia presero il posto dello scià corrotto. Può darsi: ma, mentre temiamo un futuro da 1979, il presente è già da Iran 2009, perché il governo del Cairo – dopo le elezioni dello scorso novembre macchiate da brogli – in una settimana ha ucciso 250 cittadini disarmati nelle strade e manda le sue squadracce a picchiare i manifestanti. Leggi tutti gli articoli del Foglio sulle proteste in Medio Oriente - Leggi il blog Galt

05 FEB 2011

Il "giorno della rabbia" a Sana’a

Per evitare una rivolta anche in Yemen, Obama invita Saleh a Washington

Dal nostro inviato. Nei palazzi arabi si consultano le istruzioni per disinnescare le rivoluzioni prima che sia tardi, perché è chiaro che quando in milioni si raccolgono contro di te per le strade ormai è troppo tardi e non puoi più fare nulla – a parte scatenare le forze armate, ma è da vedere che siano leali e che alla fine funzioni davvero. Lo Yemen non è la Tunisia e nemmeno l’Egitto, paesi del primo mondo arabo così luccicante e così distante da qui, ma è chiaro che le immagini da piazza Tahrir del Cairo che arrivano in rotazione continua da un mezzo centinaio di canali arabi altrui stanno gelando il cuore del presidente Ali Abdullah Saleh, nella casa vicino alla Città vecchia.

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