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Confessioni dal Cairo

I conti sulla fuga d’Egitto dei cristiani non tornano (ma i salafiti incombono)

I copti del Cairo sono gentili, offrono birra Stella, una buona lager in bottiglia, e la ordinano al tavolo all’interno di questi ristoranti scelti che frequentano, dove si può consumare in pubblico senza problemi. In centro città c’è più ipocrisia, la birra la puoi comprare ma non la puoi bere e ti tocca portarla via in un pudico sacchetto di plastica nera. La schiuma dorata è puro antico Egitto: portata agli uomini da Osiride, il dio del fallo aureo e della fertilità che diede al mondo il dono dell’agricoltura, era una bevanda così apprezzata che chi volesse chiedere la mano di una principessa del regno doveva portarne un barile fresco al Faraone.

07 OTT 2011

Un prigioniero politico sta morendo al Cairo. “Sto con Israele”

Maikel Nabil Sanad è oggi al quarantaduesimo giorno di sciopero della fame dentro una prigione del Cairo. Secondo chi ha potuto vederlo è in pericolo di vita, ma giura che non interromperà il digiuno fino a quando non sarà liberato. Considerato che è malato di cuore e che il 10 aprile è stato condannato da un tribunale militare a tre anni di carcere, lui che pure è civile, ma questa è la norma, rischia di diventare il primo prigioniero politico a morire dopo le dimissioni del presidente Hosni Mubarak a febbraio.

04 OTT 2011

Droni dappertutto

Obama colpisce in Yemen l’aspirante erede di Bin Laden

Martedì è arrivato l’ultimo numero in formato pdf della rivista in lingua inglese Inspire, edita su Internet dal gruppo terrorista al Qaida nella penisola arabica. Copertina dorata con foto della stazione centrale di New York e fascia che annuncia un editoriale dello sceicco Anwar al Awlaki sulla necessità “di colpire le popolazioni dei paesi che sono in guerra con l’islam”. Ieri la parte più importante della redazione di Inspire, Awlaki stesso e il suo caporedattore Samir Khan, è stata incenerita da un missile mentre era in macchina vicino ad al Jawf, nello Yemen.

03 OTT 2011

Controrivoluzione al Cairo

Bella e svaccata, non c’è altro modo per la gioventù soddisfatta del Cairo di passare il tempo ai tavoli misti – ragazzi e ragazze – giù in centro. Svaccata con l’ancia della shisha tra le labbra, a tirare boccate e certe occhiate intorno, oppure con le carte davanti e la Pepsi fredda in mano. Piazza Tahrir, la piazza della rivoluzione di febbraio, è soltanto a mezzo chilometro di distanza, ma qui è un salotto nascosto tra le vie dei negozi, tutto pavé e palmizi e tavolini e a cinquanta metri l’ingresso con colonne della Borsa – il mercato delle azioni egiziano, si chiama proprio così: Borsa – che dà anche il nome al locale.

01 OTT 2011

Cacciato il direttore di al Jazeera. Fuori è un grande successo, dentro volano i piatti

Ora che il canale al Jazeera è al culmine del successo, ora che ha ispirato – alcuni dicono: che ha scatenato – la rivoluzione araba, ora che è temuto come lo strumento di politica estera più potente nelle mani del Qatar perché condiziona e muove le masse e mette in imbarazzo – quando vuole – gli avversari, proprio ora il direttore che otto anni fa l’ha preso e l’ha trasformato in una macchina straordinaria lascia l’incarico di colpo. I giornali scrivono che Wadah Khanfar se ne va perché è un’altra vittima di Wikileaks.

24 SET 2011

Trionfo a metà

Cameron e Sarkozy ricevuti in Libia da una leadership in frantumi

Il giro di pista dopo la vittoria. Ieri il presidente francese, Nicolas Sarkozy, e il primo ministro britannico, David Cameron, assieme ai loro ministri degli Esteri, Alain Juppé e William Hague, sono arrivati assieme in Libia per celebrare il trionfo dell’interventismo occidentale contro il regime di Muammar Gheddafi e incontrare i nuovi leader del paese – anche se si tratta di una leadership che già tradisce segni disastrosi di scissione interna.

15 SET 2011

Viaggio ad alta strategia

Erdogan il turco si offre alla piazza come leader arabo

Quasi schiacciato dalla pressione della folla, circondato da guardie del corpo che un po’ respingono e un po’ lasciano che il primo ministro turco avverta fisicamente il calore degli egiziani, Recep Tayyip Erdogan ha ricevuto un’accoglienza trionfale quando ieri a mezzanotte è arrivato al Cairo. Dietro, ancor più schiacciato perché è un piccoletto, c’era anche il suo topigno ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, considerato dagli analisti una mente strategica del nuovo medio oriente.

13 SET 2011

I grandi saldi delle armi

In Libia saccheggiati i depositi di missili terra aria di Gheddafi

Le “garage sale” sono quelle svendite organizzate nel giardino di casa dalle famiglie americane che vogliono, per l’appunto, sbarazzarsi delle cose che occupano il garage. Ora la Libia costellata di arsenali di un regime che non c’è più è diventata, secondo la disperante battuta in circolazione, la garage sale del secolo per gruppi irregolari – inclusi quelli legati ad al Qaida. Da due giorni 482 missili terra aria da spalla di fabbricazione russa mancano da uno dei magazzini militari abbandonati dalle truppe di Gheddafi a Tripoli.

09 SET 2011

Il grande caos occidentale

Ieri il Washington Post ha sostenuto con un editoriale che non c’è nessuno dentro l’Amministrazione Obama con l’incarico di avanzare un piano o una strategia per affrontare i cambiamenti che sconvolgono il medio oriente. L’accusa è grave, l’autore è Stephen J. Hadley, ex consigliere per la Sicurezza nazionale del presidente George W. Bush, e quindi è possibile immaginare che ci sia una piccola percentuale di rivalsa contro i successori e il loro spaesamento. Il succo resta però lo stesso.

19 AGO 2011

Il dopo Mubarak

Attacco a Israele dal Sinai, si riapre un fronte nella guerra al terrore

Alla guerra permanente contro Israele si aggiunge il fianco sud. Una squadra di venti terroristi si è infiltrata all’estremità meridionale di quel triangolo rovesciato che è il deserto del Negev e ha colpito con quattro attacchi a venti chilometri dalla città di Eilat. Due autobus sono stati colpiti a distanza di un’ora con mitragliatrici, lanciarazzi e mortai, e un mezzo militare in arrivo per proteggere i civili è saltato su una mina stradale. Sette israeliani sono morti e 33 sono stati feriti, tra cui due bambini di quattro e sette anni.

18 AGO 2011
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