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Dall’effetto Balotelli alla grande Rimonta.

Quanto c’azzeccano i sondaggi? Non troppo, e un motivo c’è

E l’acquisto di Balotelli quanto vale? E l’uscita su Mussolini a quanto corrisponde? E la gaffe sulle bidelle quanto pesa? E il ritorno di Renzi quanto conta? E la performance da Santoro a quanto è stimata? E le battute su Monti quanto fruttano? E le inchieste su Monte dei Paschi quanto giovano? A poche settimane ormai dalle elezioni (24 e 25 febbraio) c’è un piccolo ma significativo fenomeno a metà tra il politico e lo statistico con cui ancora una volta i protagonisti della campagna elettorale sono costretti a confrontarsi a cadenza più o meno quotidiana.

02 FEB 2013

Chiacchierata con il segretario della Cgil

L'agenda Camusso per Bersani

“Monti? Un buon conservatore, ma non ha aiutato il paese a superare la crisi economica. Bersani? Il miglior candidato, le nostre idee sono simili e per questo lo voterò. Le riforme Fornero? Sia per quanto riguarda le pensioni sia per quanto riguarda il lavoro è necessario che il prossimo governo faccia modifiche non secondarie. Grillo? Vuole cancellare la partecipazione democratica. I precari? Su questo fronte abbiamo commesso errori anche noi. Il Fiscal compact? Beh, io un’idea per aggirare l’ostacolo dei 45 miliardi che dovremo mettere da parte ogni anno dal 2014 ce l’avrei…”. Camusso, nonostante questo giornale non sia mai stato tenero con lei, ha accettato di riceverci e in un’oretta di conversazione.

23 GEN 2013

L’élite dei non candidati

All’interno di una stuzzicante campagna elettorale in cui i candidati in Parlamento vengono spesso esibiti dai grandi leader con lo stesso stile del “celo celo manca manca” con cui durante la ricreazione solitamente i ragazzi si scambiano le figurine dei calciatori – “L’imprenditore?”. “Ce l’ho! Ce l’ho!”. “E il sindacalista?”. “Ce l’ho! Ce l’ho!”. “E il giornalista?”. “Ce l’ho! Ce l’ho!”. “E l’editorialista?”. “Ce l’ho! Ce l’ho!”. “E il magistrato?”. “Ce l’ho! Ce l’ho!”. “E lo scrittore impegnato?” Ce l’ho! Ce l’ho!” – si può dire senza paura di essere smentiti che i veri protagonisti delle elezioni, a conti fatti, rischiano di essere non i volti candidati dai partiti alla Camera e al Senato ma, più in generale, quei politici che potremmo circoscrivere nella morettiana categoria dei “candidati ombra”.

19 GEN 2013

Tesoro, c’è un problema tecnico nel Pd

“Il ministro dell’Economia dovrà essere politico, basta con i tecnici”. Le parole che Stefano Fassina consegna tra virgolette al Foglio ci consentono di aprire un capitolo significativo legato a una gustosa battaglia politica e culturale con cui nelle prossime settimane sarà destinato a confrontarsi il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. La battaglia riguarda una delle caselle più importanti che il leader del centrosinistra dovrà riempire nel caso in cui dovesse essere il vincitore delle prossime elezioni, e la casella naturalmente è quella relativa al prossimo ministro dell’Economia. Leggi Bersani: "Non staremo in una campagna elettorale fatta di cabaret" - Leggi Il Cav. dice sì a tutti ma prepara sorprese choc nelle sue liste elettorali di Salvatore Merlo

17 GEN 2013

Pd, Renzi fuori è un autogol

Per sintetizzare la questione in modo molto brutale, possiamo dire che anche i sassi hanno ormai capito che l’unico volto possibile che il centrosinistra può mettere in campo per tentare di sedurre il famoso elettorato indeciso, per provare a non farsi rubare troppi voti dal listone Monti e per cercare di frenare la rincorsa insieme creativa e scombinata di Silvio Berlusconi coincide perfettamente con il profilo desaparecido del sindaco di Firenze Matteo Renzi.

16 GEN 2013

Renzi Light

Rottamazioni rottamate. La lettura dei nomi scelti da Pier Luigi Bersani per rappresentare il Pd nelle liste della Camera e del Senato dimostra che il sospetto coltivato nelle ultime settimane da una buona parte dei sostenitori di Renzi – “Matteo ha scelto di rimandare a data da destinarsi la sua battaglia interna al Pd e alla fine si accontenterà di un piatto di lenticchie” – in fondo non era un sospetto campato per aria. Il sindaco di Firenze, nonostante abbia promesso pochi giorni dopo le primarie di volersi impegnare in una militanza gentile dentro il Pd, stando attento però a non dissipare il prezioso tesoretto raccolto nella sfida contro Bersani, ha di fatto rinunciato a far pesare nel prossimo Parlamento quel quasi 40 per cento che aveva conquistato ai gazebo.

10 GEN 2013

Perché un bel pezzo di Pd sogna una lista Monti non debole

Nonostante le critiche ricevute in questi giorni da chi gli rimprovera di aver “passato il limite” (Dario Franceschini), di aver scelto un atteggiamento “moralmente discutibile” (Massimo D’Alema), di essere stato protagonista di “un’operazione sleale” (Nichi Vendola) e di essere diventato espressione di una “cultura integralista” (Stefano Fassina), la candidatura di Mario Monti, che da ieri è ufficiale come da annuncio del Prof bocconiano, a ben vedere non spaventa più di tanto Pier Luigi Bersani.

29 DIC 2012

Chiacchierata con l’ex senatore

La versione di Ichino

E dunque, addio caro Pd. Pietro Ichino alla fine ha deciso di farlo davvero e nonostante le numerose critiche ricevute in questi giorni dai suoi ex compagni di partito dalla prossima settimana comincerà a lavorare a fianco di Mario Monti per dare un senso alla discesa a bordo campo del professore e, più pragmaticamente, per organizzare in Lombardia la lista unica (si chiamerà “Per l’agenda Monti”) che al Senato aggregherà le anime centriste che si riconosceranno con il programma dell’ormai dimissionario presidente del Consiglio.

27 DIC 2012

Niente più riserva

Cosa cambia per il Pd con la sfida di Monti

“Personalmente credo che la discesa in campo di Mario Monti, se così possiamo definirla, non sia una mossa saggia per il presidente del Consiglio. Dall’altra parte sono convinto però che la sua candidatura possa essere un’opportunità importante per tutto il centrosinistra". Matteo Orfini – 35 anni, esponente della segreteria Pd, testa d’ariete della corrente laburista del Partito democratico, i giovani turchi – di fronte alla possibilità che Monti si candidi davvero alla presidenza del Consiglio non vede un pericolo per il Partito democratico.

22 DIC 2012

Il Pd senza valigia

A pochi giorni dall’arrivo in Aula del Memorandum di Mario Monti, i vertici del Pd continuano a osservare con diffidenza l’opzione “Monti in campo” e continuano a scommettere che alla fine il presidente del Consiglio non si azzarderà a guidare una lista, non darà l’ok a chi gli chiede il placet per indicare il suo nome come “capo della forza politica” di una coalizione (formula prevista dal porcellum) e non correrà dunque il rischio di mettere in discussione il suo profilo bipartisan da super riserva della Repubblica.

19 DIC 2012
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