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I cristalli del Rottamatore

“Le rivoluzioni vengono fatte e dopo annunciate. Generalmente, chi le annuncia prima, poi non le fa. Questo dice la storia”. Il commento da cui partire per comprendere un aspetto importante nascosto tra le righe dell’intervista rilasciata da Renzi al Corriere è una battuta maligna consegnata ieri alle agenzie da Massimo D’Alema che centra una questione chiave legata al percorso politico del sindaco: come riuscirà Renzi a tenere insieme la necessità di essere il portavoce di una rupture della sinistra evitando che la rupture si trasformi in una rottura e in un’esplosione del partito?

19 OTT 2013

L’altra fiducia del governo

Logoramento. Il processo che spaventa Napolitano non è quello di Palermo

L’inaspettata decisione della Corte d’assise di Palermo, che ieri mattina ha ammesso la testimonianza di Giorgio Napolitano all’interno del processo sulla trattativa stato mafia, è stata accolta dal Quirinale con un comprensibile velo di insofferenza. Ma nonostante l’amarezza manifestata dal capo dello stato rispetto alla possibilità di ritrovare il suo nome sul banco dei testimoni accanto a quello dei boss Giovanni Brusca, Leonardo Messina e Antonino Giuffrè, oggi il processo che preoccupa di più il presidente non è quello di Palermo ma quello che sta interessando dall’interno i due azionisti di maggioranza del governo, e che sul banco degli imputati vede proprio il capo dello stato. L'editoriale Strapoteri giudiziari

18 OTT 2013

Letta, non ci provare

A giudicare dalle dure e inflessibili dichiarazioni consegnate alla stampa dai massimi esponenti del Pd il giorno dopo il “successo” ottenuto il due ottobre in Senato dalla coppia del gol Enrico Letta e Angelino Alfano, il progetto di deberlusconizzare la grande coalizione, di mettere un punto sul ventennio del Caimano e di offrire agli storici una data utile per certificare la nascita di una destra buona assomiglia più a un clamoroso flop che a un formidabile miracolo. “Se non si spaccano a destra – aveva ammonito, severo, il ministro dei Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini – sarà stata solo finzione”.

17 OTT 2013

“Questa manovra non esiste”. Il guru di Renzi asfalta la Stabilità di Letta

“Che ne penso di questa Legge di stabilità? Se mi concede una battuta, dico che è così stabile, soffice ed equilibrata che praticamente è come se non fosse mai stata fatta, come se non esistesse”. Yoram Gutgeld, deputato del Pd, guru economico renziano, sorride con un po’ di malizia di fronte alla domanda del cronista e senza cincischiare confessa che la manovra da 11,6 miliardi varata martedì sera dal governo non lo convince. “Le intenzioni sono ottime – dice al Foglio – i titoli buoni, i numeri meno e le riforme forti non ci sono. Su troppi punti si è scelto di girare intorno al problema senza mostrare gli artigli e il governo non ha avuto il coraggio di proporre molti di quei provvedimenti choc che servono al paese”.

17 OTT 2013

Dietro la sfida tra i due rottamatori

Nel grande romanzo del Pd, le dure critiche rivolte da Matteo Renzi al presidente della Repubblica sul dossier indulto-amnistia aprono un capitolo che rischia di creare una frattura pericolosa nei rapporti tra capo dello stato e sindaco di Firenze e che rischia di far aumentare la diffidenza di Napolitano rispetto al percorso imboccato dal Rottamatore per conquistare la leadership del Pd. Leggi l'editoriale La Repubblica di Renzi - Napolitano: "Avanti con le riforme"

15 OTT 2013

Le due strade di Renzi per conquistare il Pd passano dalla mozione Morando

 Quando oggi pomeriggio Matteo Renzi arriverà a Bari, al centro congressi della Fiera del Levante, e si presenterà ai blocchi di partenza di quella corsa che per cinquantotto giorni lo terrà impegnato a conquistare (o almeno a tentare di conquistare) il consenso necessario per raggiungere la segreteria del Pd ci sarà una domanda alla quale il sindaco dovrà rispondere per chiarire una questione che sarà centrale nelle prossime settimane. Una questione che potremmo sintetizzare così: ma il Renzi della campagna 2013 è lo stesso Renzi che si è fatto largo a forza di spallate e a forza di rupture e a forza di sportellate contro la vecchia sinistra conservatrice; o il Renzi di oggi sarà un Renzi diverso, meno di rottura, più allineato con la vecchia sinistra, e magari pronto a cambiare direzione per non mettere a disagio i nuovi compagni di viaggio che hanno scelto di cambiare percorso e salire sul suo carro?

12 OTT 2013

Il tabù di Renzi

Quando alla fine del mese Matteo Renzi arriverà sulla panchina della stazione Leopolda – dopo essere passato per il suo Lingotto di Bari, dopo avere acceso i motori della sua campagna elettorale, dopo aver sparpagliato qua e là alcuni semi utili a far germogliare la momentanea pax democratica del Pd – ci saranno naturalmente molte questioni da sviscerare, molti punti da toccare e molte rottamazioni da realizzare; ma tra le tante cose che verranno messe al centro della corsa per conquistare il Pd ci sarà un tema che forse più degli altri il Rottamatore dovrà affrontare per dimostrare di aver superato quella che potremmo semplicemente definire la sindrome Maurizio Zamparini.

10 OTT 2013

I rottamatori del Rottamatore

“Forse Renzi non se n’è ancora accorto, ma a Palazzo Chigi, da mercoledì, è stata accesa una graticola. Su quella graticola ci sono due politici. Il primo si chiama Berlusconi. Il secondo Renzi”. Sono le diciotto e trenta, è giovedì pomeriggio ed Enzo Amendola, giovane parlamentare del Pd, dalemiano di ferro ma con simpatia renziana, si ferma un attimo a chiacchierare con il cronista offrendo uno spunto di riflessione utile a individuare una questione rimasta sottotraccia nelle ore successive al “capolavoro” realizzato da Letta e Alfano. La questione riguarda uno dei punti presenti nel contratto stipulato martedì dal sindaco di Firenze e dal presidente del Consiglio.

04 OTT 2013

L’altra fiducia

Cosa c’è dietro il patto tra Renzi e Letta

Le consultazioni pianificate ieri da Enrico Letta avevano due obiettivi che all’ora in cui questo giornale va in stampa risultano essere realizzati: la conferma della potenziale scissione del Pdl/Forza Italia e la conferma che il Pd non ostacolerà il tentativo di dar vita a un governo formato con il fronte ribelle del centrodestra. Ieri sera i calcoli di Letta facevano segnare sul pallottoliere una cifra vicina ai 24 senatori pronti a offrire la fiducia al presidente del Consiglio. Ma a sentire i lettiani la notizia del giorno, più che la fiducia promessa da Alfano al governo, è quella arrivata a ora di pranzo, durante l’ora e mezza di colloquio tra l’ex vicesegretario del Pd (Letta) e il segretario in pectore del Pd (Renzi).

02 OTT 2013

Claudio Cerasa

01 OTT 2013
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