(foto Ansa)

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Hamas è gestito da bestie non prive di talento

Andrea Marcenaro

Ha saputo cogliere il momento dell'antisemitismo "progressista" più alto dal Dopogeurra. Dirige l'Onu più di prima e sta perfino orientando il capo dei cattolici

Hamas è gestito da bestie, ma bestie non prive di talento.  Si è mosso benissimo, Hamas. Ha scelto tempi e luoghi dell’offensiva, tempi e modi di reazione del nemico, tempi di massima debolezza interna di Netanyahu con difficili scenari moltiplicati: esiste infatti l’Ucraina. Hamas ha colto i tempi giusti per le lontane ma non troppo elezioni americane,  protagonista l’amicissimo ma nemicissimo, il ruffiano ma indifferente Donald Trump. Senza alcun imbarazzo, Hamas ha scelto Teheran, il nemico sciita del se stesso sunnita, e sta con gli sciiti insieme a Russia e Cina mentre queste ultime sono impegnate allo spasimo nel gigantismo ulteriore del proprio ruolo per la riduzione a nulla dei paesi liberi. L’attacco a Israele è stato deciso quando l’Europa e l’occidente restano, certo, ostili a Hamas, ma molto più nei loro gangli istituzionali che nel giudizio spaventato e spaventoso delle loro opinioni pubbliche.

Hamas ha saputo cogliere, con astuzia levantina, il momento dell’antisemitismo “progressista” più alto dal Dopoguerra. Dirige perfino, Hamas, esatto, Hamas, la questione degli ostaggi. Dirige l’Onu più di prima, Unrwa o non Unrwa, e più di prima ogni Amnesty e qualsiasi Médecins sans frontières. Ou avec. Sta perfino orientando quasi senz’aprir bocca il capo dei cattolici. E’ abile, Hamas, se sa ancora dirigere un popolo i cui figli non possono non passare sotto gli F-35 israeliani, ma vengono esposti in prima linea da madri e padri pur di evitare i colpi destinati ai combattenti. Figli esausti, eppure numerosi al punto da poter coprire gli ospedali e le scuole sotto cui la direzione di Hamas si conserva protetta fino a fuggire poi per la propaganda e per se stessa, coi corpicini sottobraccio da mostrare su al Jazeera.

E preparando per quelli, davvero poverini, la figura di nuovissimi e gloriosi nano-martiri, con pensione reversibile già in arrivo da qualche Doha. Solo in due modi si può uscire da una sconcezza dove le madri palestinesi ancora aiutano i padri a divorare i figli: una, sganciare bombe che orrendamente fracassino, come in ogni guerra, pagando poi noi, con civili e ostaggi tecnicamente uccisi dalla nostra mano, il prezzo di un grande dolore e di una grande ma soltanto apparente disumanità. L’altra, colmando di piscio tutti i seicento chilometri di buchi, di fogne e di tunnel dove le bestie della setta di Gaza, i topi, si troverebbero altrimenti e per sempre a proprio agio.

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  • Andrea Marcenaro
  • E' nato a Genova il 18 luglio 1947. E’ giornalista di Panorama, collabora con Il Foglio. Suo papà era di sinistra, sua mamma di sinistra, suo fratello è di sinistra, sua moglie è di sinistra, suo figlio è di sinistra, sua nuora è di sinistra, i suoi consuoceri sono di sinistra, i cognati tutti di sinistra, di sinistra anche la ex cognata. Qualcosa doveva pur fare. Punta sulla nipotina, per ora in casa gli ripetono di continuo che ha torto. Aggiungono, ogni tanto, che è pure prepotente. Il prepotente desiderava tanto un cane. Ha avuto due gatti.