Dopo il lavoro

Federica Bassignana

La recensione del libro di Helen Hester e Nick Srnicek, Edizioni Tlon, 336 pp., 19 euro 

Le nostre case ci accolgono dopo il lavoro. E tutte, senza far eccezioni, tendono le braccia verso di noi con la richiesta di un lavoro straordinario, che si traduce in uno sforzo in più: cucinare, pulire, riordinare e, per chi ha una famiglia, prendersi cura di qualcun altro. Il tempo libero che si prospetta dopo una giornata lavorativa – rigorosamente retribuita – viene saturato da impegni domestici e lavoro di cura – rigorosamente non retribuiti – che prosciugano le ore rimanenti della giornata. Helen Hester, docente e fondatrice del collettivo femminista internazionale “Laboria Cuboniks”, e Nick Srnicek, docente e politologo, approfondiscono l’attuale dibattito sulla conciliazione tra la vita privata e il lavoro nel loro libro pubblicato da Edizioni Tlon, Dopo il lavoro. Una storia della casa e della lotta per il tempo libero. 

  
Il saggio traccia una sintesi critica e attuale sul lavoro domestico partendo da un enigma sociale, il “paradosso di Cowan”: negli anni Ottanta, la storica americana Ruth Schwartz Cowan aveva rivelato come il tempo dedicato al lavoro tra le mura di casa non era diminuito nonostante la libertà promessa dalle nuove tecnologie. Gli sviluppi hanno portato a cambiamenti rivoluzionari, “ma qual è stato il loro impatto sui carichi di lavoro?”. E’ una questione di standard: “Sebbene le capacità di estendere il tempo libero siano potenzialmente cresciute, le norme sociali, gli standard e le aspettative si sono evolute minimizzando questi progressi”, dicono gli autori. Le nuove potenzialità degli elettrodomestici hanno fatto sfumare il senso del limite per cui il lavoro domestico sembra non finire mai. 

 
Attraverso dati, teorie e anche alcuni grafici, gli autori riflettono su post lavoro, capitalismo, stereotipi di genere, genitorialità, ma offrono anche uno spaccato di vita comune, che riguarda anche loro che oltre le pagine sono una coppia di genitori. Dalla Russia all’Austria, dalla Finlandia agli Stati Uniti, i due autori riportano anche esperimenti di vite domestiche declinate in differenti possibilità, con onestà di costi e benefici. 

  
Il saggio Helen Hester e Nick Srnicek ricerca una soluzione attraverso una possibile via femminista e comunitaria per ripensare le abitudini di vita e rimodulare le aspettative che tutti, anche se in misure diverse, condividiamo. Soprattutto: è un manifesto che rivendica una lotta davvero mai scontata e ricorda che il tempo libero è una premessa indispensabile per qualsiasi concezione di libertà significativa.
 
 

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