una fogliata di libri

L'apocalisse di Lucrezio

Alessandro Mantovani

La recensione del libro di Ivano Dionigi edito da Raffaello Cortina (208 pp., 14 euro)

Si dice che sia morto bevendo un filtro d’amore, il poeta Lucrezio; proprio lui, il primo che nella Roma di Cesare aveva cantato in versi la filosofia epicurea, la quale, tra le tante istanze, predicava la felicità di una vita in assenza di turbamenti e su tutti, proprio l’amore.

E’ stata ingenerosa nei confronti degli Epicurei la tradizione culturale dell’occidente: Dante li pone a bruciare eternamente dentro alla città infernale di Dite, Agostino prima di lui ne condanna la tensione edonistica e, più in generale, su Lucrezio grava una sorta di oblio fino all’avvento dell’Umanesimo. Sarà Poggio Bracciolini nel 1417 a riscoprire nell’abbazia svizzera di San Gallo il manoscritto del De rerum natura del poeta latino, cambiando così volto alla storia della cultura europea.

La complessità della figura, della poesia e della filosofia lucreziana è condensata oggi in un saggio tanto agile quanto accurato di Ivano Dionigi, professore di letteratura e lingua latina all’Università di Bologna, di cui è stato rettore fino al 2015. Appassionato e studioso di Lucrezio fin dagli anni della tesi di laurea, Dionigi sistematizza e affronta in maniera efficace e completa l’enorme sfaccettatura del poema di Lucrezio.

Una sensibilità in antitesi alla sua contemporaneità e invece vicinissima a noi, quella di Lucrezio, che pensava a un universo composto di atomi in grado di ricombinarsi continuamente, dando origine a infinite possibilità di esistenza, di mondi e di realtà, senza una gerarchia, senza pretendere che, tra tutte le cose possibili, esistesse una scala di valore. Epicuro è l’eroe del suo poema, il primo tra i mortali che ha osato alzare la testa oltre il velo delle religioni e incamminarsi verso l’ignoto della conoscenza – anche qui, sottolinea Dionigi, ribaltando un ritornello letterario tipico della classicità, quello cioè che vedeva l’errare oltre i limiti come esperienza infausta e fallimentare.

Ma il pensiero di Lucrezio non si limita solo a una simile metafisica. Raccontando la storia dell’uomo in una prospettiva evoluzionista, il poeta narra dell’emancipazione dalle superstizioni e dalle credenze arcaiche come riscatto della propria indipendenza e affermazione della propria identità; tutto, però, nell’ottica di un mondo destinato a disgregarsi e sparire in un meccanismo di cui facciamo parte e di cui, dice Lucrezio, non possiamo avere paura. Con perizia, passione e precisione, Dionigi ci conduce alla scoperta del pensiero dell’autore latino mostrandone l’assoluta attualità. 

  

Ivano Dionigi
L’apocalisse di Lucrezio
Raffaello Cortina, 208 pp., 14 euro

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