una fogliata di libri

Non miele, ma sabbia o cicuta. Due conferenze tra New York e Granada

Enrico Paventi

La recensione del libro di Federico García Lorca edito da Lindau (123 pp., 16 euro)
 

Meticolosamente curate da Monica Rita Bedana le due conferenze raccolte in questo libro, costituite da una riuscita miscela di prosa, poesia e musica, ci parlano di due città diversissime – New York e Granada, appunto – che influenzarono profondamente la vita e l’opera dell’autore andaluso. Questi vi ravvisa due opposte concezioni del mondo che lo spingono a interrogarsi su sé stesso e a reinventarsi, instaurando nel contempo un sincero dialogo con gli ascoltatori su temi talvolta scabrosi. Afferma egli al riguardo: “[…] quel che voglio ardentemente è comunicare con voi, dal momento che sono venuto, che mi trovo qui, che per un istante esco da un lungo silenzio poetico e non voglio darvi del miele, perché non ne ho, ma sabbia o cicuta o acqua salata”.
             

Dichiarazioni di intenti, queste, che trovano piena conferma nella prima conferenza, intitolata “Un poeta a New York”, frutto di un soggiorno di dieci mesi nella metropoli statunitense tra il 1929 e l’anno successivo. Lorca punta il dito contro le ingiustizie sociali, il razzismo, la segregazione, l’oppressione esercitata sulla vita del singolo individuo dal sistema capitalistico e individua nell’emancipazione culturale un efficace strumento tanto di protesta quanto di resistenza. Il testo documenta insomma come il contatto con la “barbara e primitiva” realtà americana abbia risvegliato in lui una combattiva coscienza sociale e lo abbia indotto a prendere posizione. Certo, il poeta non trascura affatto di sottolineare la commovente bellezza delle architetture e lo sfavillio dei colori della natura: gli resta però l’impressione di un mondo senza radici e di una città nella quale l’uomo è assoggettato a una disciplina crudele e soverchiante.              
           

Nella seconda, che reca il titolo “Come canta una città da novembre a novembre”, Lorca racconta invece di come si sia affidato soprattutto all’udito e all’olfatto: è così riuscito a cogliere e descrivere le tante, suggestive atmosfere che – nel corso di un intero anno – caratterizzano Granada tra canzoni, rintocchi di campane, fuochi d’artificio, melodie intonate da bambini, processioni e celebrazioni religiose. Grazie anche al tono colloquiale e ironico, il poeta ci offre dunque un’esperienza multisensoriale che – osserva la curatrice nel pregevole scritto introduttivo –, ci conduce, nel “mondo illimitato” della sua produzione lirica.
 

Federico García Lorca
Non miele, ma sabbia o cicuta. Due conferenze tra New York e Granada
Lindau, 123 pp., 16 euro
 

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