una fogliata di libri

Come un ospite che arriva all'improvviso

Matteo Moca

La recensione del libro di Emily Dickinson, Quodlibet, 110 pp., 12 euro

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Renato Solmi firma per Einaudi la versione italiana di libri, per esempio Minima moralia di Adorno o Angelus Novus di Walter Benjamin, destinati a modellare il pensiero critico e filosofico contemporaneo. Ma nel suo quaderno di traduzioni (un genere splendidamente novecentesco che offre itinerari straordinari come dimostrano le prove di Guido Ceronetti, Sergio Solmi o Eugenio Montale) trova spazio anche un’ottantina di poesie di Emily Dickinson, minima e significativa selezione dalle quasi duemila poesie che tornarono alla luce dopo la sua morte, che Quodlibet pubblica con una nota di Luca Lenzini che ricostruisce bene gli itinerari del lavoro di Solmi. “Due mondi – e io vengo dall'altro” recita uno dei versi più famosi di Cristina Campo, che non a caso avvertì il desiderio di accostarsi e tradurre i versi di Dickinson, e la ricerca del sacro dentro la realtà che sottende queste parole si attanaglia bene all’esperienza poetica della scrittrice americana che decise di trascorrere buona parte della sua vita in una stanza al primo piano della casa paterna creando un cortocircuito prodigioso tra l’orizzonte limitato della camera da letto, in un’assenza pressoché totale del mondo esterno, e gli scenari infiniti che la sua poesia apre. Anche la scelta operata da Renato Solmi, che talvolta si diverte, come annota nella puntuale postfazione Lenzini, a rivoluzionare l'andamento metrico mantenendo comunque intatto il valore evocativo delle poesie, è testimonianza della miracolosa tensione tra lo spazio ristretto in cui lavora Dickinson e l’afflato sconfinato dei suoi versi, che si concentrano sulla purezza dello sguardo che osserva il mondo (“Mi stupivo ogni giorno / che il lampo fosse ancora così nuovo, / come se la nuvola si aprisse in quel momento / e lasciasse trapelare il fuoco”), su una definizione personale della poesia (“raccogliere sopra e sotto, a destra / e a sinistra, ‘morceaux’ di paradiso”) o sull’inevitabilità della morte (“Il presagio è la lunga ombra sul prato / che ti dice che il sole sta calando. / Un istante ti senti ancora vivo, / ma l’ombra ti colpisce con un brivido / e comunica all'erba esterrefatta / che la temuta tenebra è in arrivo”). Ogni poesia di questo volume offre al lettore che si accosti al segreto di Dickinson quel misto di turbamento e mistero, di concretezza e invisibilità che costituisce la natura più autentica della sua grandezza. 

Come un ospite che arriva all’improvviso

Emily Dickinson

Quodlibet, 110 pp., 12 euro