Grafica di Enrico Cicchetti 

Una fogliata di libri

Lo studio d'artista

Giacomo Giossi

La recensione del libro di James Hall, Einaudi, 288 pp., 36 euro

Mai come in questi ultimi anni lo studio d’artista ha assunto sempre più la forma della rappresentazione dell’opera artistica e opera artistica esso stesso, più che semplicemente il luogo della sua elaborazione. Uno scivolamento verso l’apparente e l’immateriale che segue di per sé la pratica artistica, così come un andamento sociale che comporta nella presenza relazionale buona parte dell’esistenza tout court. James Hall, critico e storico dell’arte inglese già autore di rilevanti saggi sull’arte come lavoro culturale, con Lo studio d’artista elabora un percorso nella storia culturale di un luogo che nasce come laboratorio artigianale e si trasforma sempre più in uno spazio iconico in cui la forza del rituale prevale sull’elaborazione materiale.

 

Costruito attorno alla trasformazione di quello che comunque resta il luogo della trasformazione artistica, il saggio di Hall attraversa i secoli dall’antichità fino al Rinascimento, epoca in cui l’artista diviene il centro assoluto del discorso sociale. Snodo fondamentale, il Rinascimento viene poi superato nei successivi capitoli da Hall per arrivare fin dentro al cuore del Novecento in una costruzione non certamente cronologica, ma legata all’evoluzione degli spazi. Elemento portante della teoria di Hall è la visione dello studio d’artista non come luogo per eccellenza dell’individualità dell’artista, ma come crogiolo di una serie di pulsioni che attraversano per intero tutta la società.

 

Luogo dunque della definizione di uno scambio che è collettivo e condiviso, figlio certamente dell’elaborazione che di volta in volta spetta all’artista, ma che trae origine e linfa da un dibattito per forza di cose pubblico. Lo studio dell’artista non è mai la caverna oscura in cui scintilla l’idea quale luce esclusiva, ma un luogo in cui l’artista si palesa al pubblico e come tale entra in relazione con il mondo. L’opposto dunque di un posto chiuso e riparato, ma anzi l’avamposto di un’elaborazione umanistica straordinaria e come tale bene in vista e parte fondamentale della sua stessa rappresentazione. Libro godibilissimo, capace di entrare verticalmente nei temi incrociando tempi, luoghi e situazioni, Lo studio d’artista è un lavoro raffinato ed erudito che accompagna il lettore alla scoperta di uno spazio che è fisico e mentale e che fa parte di un discorso comune più di quanto si possa immaginare. L’artista diviene così il veicolo di sintesi della complessità del mondo e lo studio il laboratorio in cui il mondo prende una nuova forma. 

Lo studio d’artista
James Hall
Einaudi, 288 pp., 36 euro

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