Discrezioni. Storia di un'educazione

Enrico Paventi

La recensione del libro di Mary de Rachewiltz, Lindau, 308 pp., 24 euro

Dato originariamente alle stampe nel 1971 e ripubblicato di recente arricchito da una pregevole Coda, finora inedita, Discrezioni è il volume nel quale la poetessa, traduttrice e saggista Mary de Rachewiltz (1925) racconta gli anni della sua giovinezza: una narrazione che si svolge quindi durante il periodo fascista e quello segnato dall’infuriare del Secondo conflitto mondiale. Il libro non intende tuttavia essere un’autobiografia né una biografia di Ezra Pound e, tanto meno, un’esegesi dei Cantos. Si tratta piuttosto di “un dialogo con i miei natali e con il mio paese”, chiarisce subito l’autrice: una precisazione che si rivelerà ben presto di fondamentale rilievo.
Dal momento che il testo può essere appunto considerato un insieme di dialoghi che la giovane ha intrattenuto con il padre, quel “Babbo” tanto venerato ma nel contempo misterioso e sfuggente; con la madre, la talentuosa violinista Olga Rudge, donna severa e autoritaria; con i coniugi altoatesini dai quali è stata amorevolmente allevata a Gais, un villaggio situato nelle vicinanze di Brunico; con il marito Boris, di cui porta il cognome e che le è stato al fianco per oltre cinquant’anni.

 
Certo, va ricordato come Mary de Rachewiltz sia da sempre intenta a custodire e tramandare l’opera paterna: non sorprende dunque che, nell’ambito di queste memorie, al centro della narrazione si trovi spesso proprio Ezra Pound, la sua presenza fisica, il suo bagaglio ideale e culturale nonché – ovviamente – un cospicuo numero delle sue liriche: versi che – grazie alla loro incisività e forza espressiva – consentono all’autrice di sottolineare con grande efficacia molti passi delle proprie pagine la cui prosa si caratterizza per la scorrevolezza, il plurilinguismo, la ricchezza del lessico, la concisione e la musicalità dei periodi.

 
Occorre osservare, quindi, come Discrezioni fornisca al lettore la possibilità di comprendere meglio la complessa figura del “miglior fabbro” (Eliot) e non trascuri di parlare del suo itinerario politico né delle sue vicissitudini: dalla sincera adesione al fascismo all’“immane tragedia” vissuta a seguito della caduta del regime, dall’internamento in un manicomio criminale americano alla scarcerazione e al ritorno in famiglia quando il poeta, travolto dal fiume della storia, apparve ormai esausto.

 
Ed è davvero interessante segnalare, da ultimo, come la scrittrice abbia scelto di non utilizzare documenti, materiali d’archivio né carteggi decidendo invece di lasciarsi guidare dalla seguente esortazione: “Intingi la penna nel tuo cuore e scrivi!” Il testo ne ha sicuramente guadagnato in naturalezza e vivacità. 

  

Discrezioni. Storia di un’educazione

Mary de Rachewiltz
Lindau, 308 pp., 24 euro

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