una fogliata di libri

Il blu non ti dona

Francesco Musolino

La recensione del libro di Judith Schalansky, Nottetempo, 160 pp., 17 euro

Raccontarsi tramite un’autobiografia inventata è un’impresa nelle corde artistiche di Judith Schalansky. La scrittrice tedesca già vincitrice del Premio Strega europeo, torna in libreria con Il blu non ti dona. Romanzo marinaresco e sin dalle prime pagine, mentre rovista nei suoi ricordi – veri o fittizi, poco importa – ritroviamo quel suo passo sognante e misterioso, apprezzato ne l’Inventario di alcune cose perdute. 

  
I ricordi della narratrice si mescolano a ritagli e intarsi di altrui vite vissute, tornando indietro, rivivendo un’infanzia sulla costa baltica della Ddr, sognando di prendere un giorno il mare. “Il blu non ti dona”, dice la nonna a Jenny, l’alter ego dell’autrice. E anche il nonno prova a smorzarne l’entusiasmo – “le donne sulle navi portano sfortuna” – ma lei non demorde, sogna l’orizzonte, curiosa di tutto ciò che riguarda il mare, immaginando di poter presto indossare una camicia blu da marinaio al posto della sua giacca a vento rossa.

 
Schalansky – bestseller con Atlante delle isole remote. Cinquanta isole dove non sono mai stata e mai andrò (Bompiani) – ha una prosa vivace e questo testo, originariamente pubblicato nel 2008 ma inedito in Italia, è il suo primo vero romanzo, evidenziando come la tendenza alla miscellanea dei generi letterari sia un suo punto di forza, un inno alla narrazione pura, utilizzando parole, visioni e mappe. Le illustrazioni scelte fanno parte dell’archivio personale dell’autrice e i capitoli si alternano: da una parte i ricordi della bambina sulla costa della Pomerania, in una landa desolata sul Mar Baltico negli anni Ottanta, ammaliata dal fascino delle uniformi degli ufficiali della Marina; dall’altra, ecco le divagazioni, la firma dell’autrice tedesca, passando da luoghi a personaggi, da Odessa a Sergej Eisenstein, dai Romanov ai fotografi surrealisti, tessendo e intrecciando storie, portandoci a zonzo con la sua scrittura, continuando ad oscillare fra realtà e fantasia, menzogne e verità.

  

Il tempo corre in avanti e l’iniziale citazione di W. G. Sebald, a ben vedere, si rivelerà una traccia per rileggere l’intero romanzo. Il risultato è un racconto originale e stravagante, una storia di formazione coraggiosa, narrata in terza persona e genuinamente imperfetta, in cui è bello perdersi e lasciarsi andare, sfilacciandosi, seguendo l’andirivieni della risacca, il fluire delle meduse nella corrente marina.   
 

Il blu non ti dona
Judith Schalansky
Nottetempo, 160 pp., 17 euro

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