recensioni foglianti

Non si può fermare l'estate

Marianna Rizzini

Anton Emilio Krogh, Mursia, 241 pp., 17 euro

Tre amici e tre isole, metaforiche e reali. E il momento della vita – anche detto “bel mezzo della selva oscura”, fase “ultimo bacio”, fase “orlo del precipizio” – in cui si sa che la decisione da prendere può essere solo una: diventare, qualsiasi cosa questo significhi, l’adulto che forse non si pensava di diventare. E in questo libro ci sono tre adulti riluttanti che sanno di avere davanti tre settimane dell’ultima estate che li separa dai quarant’anni per capire che contorni ha, per loro, il sentirsi non necessariamente felici ma se stessi. Questa è la base di partenza su cui si sviluppa una storia-nella storia-nella storia, da cui si esce e si entra mentre i tre amici scendono sempre più nel loro personale maelstrom tra Napoli, Cuba, la Grecia e una Spagna soltanto evocata, rischiando di non trovarsi – anche se senza davvero perdersi. Perché in parte il romanzo di formazione a tre è già scritto: stesso liceo, stessi quartieri, storie diverse di successo o difficoltà alle spalle, stessa musica, stessi locali, diverse professioni, diversi amori (chi etero chi gay), ma identica sensazione di riconoscimento: siamo arrivati qui, tutti e tre, solo che nessuno dei tre pensa di sapere dove andare. E non importa tanto quello che accade, in questo strano diario di viaggio – che comincia con il divertimento folle per farsi canovaccio di una presa di coscienza: la conoscenza di sé parte intanto da un “no” detto a se stessi per la prima volta. Conta il “come” i tre amici affrontano il periodo più brutto e più bello della loro vita. C’è Carlo che non sa che cosa farsene della sua identità di ex ragazzo perfetto, uno che non ha fatto l’avvocato, come voleva il padre, e fa il pubblicitario come voleva lui, e dopo le storie che si hanno per poter dire di aver avuto esperienza decide di sposarsi, questo pensa un giorno, per poter avere la testa finalmente libera di pensare ad altro – ma nel momento in cui formula questo pensiero è forse già troppo tardi per tornare indietro. E ci sono Luca e Ferdinando, alter ego l’uno dell’altro fin dal primo giorno di scuola in cui, inconsapevolmente amici, sono stati emarginati dal gruppo dei coetanei per la loro diversità, per poi trasformarsi in professionisti, entrambi affermati ma con vite opposte: uno moderato in tutto, l’altro estremo in tutto. E c’è la squadra dei “tre moschettieri”, come si sono chiamati i tre da ragazzini, che li sorregge anche mentre le ultime false certezze crollano, durante un Ferragosto che mostra il suo lato bifronte di culmine dell’estate e anticamera dell’inverno (non a caso i nonni, durante la villeggiatura che i tre protagonisti facevano da bambini in giorni ancora liberi dal cellulare, cominciavano a preparare la valigia il 16 di agosto). Il resto lo fa internet, strega cattiva e fata buona per la generazione che, a quindici anni, si illudeva che le “notti magiche” dei Mondiali 90 fosse soltanto l’anticipo del campionato. 

 

NON SI PUO' FERMARE L'ESTATE
Anton Emilio Krogh
Mursia, 241 pp., 17 euro

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.