recensioni foglianti

Karl Marx nel XXI secolo

Nadia Terranova

Sebastiano Maffettone
Luiss University Press, 183 pp., 12 euro

Ho deciso, la scorsa estate, di andare a Treviri con la scusa del bicentenario della nascita di Karl Marx. Volevo visitare la sua casa natale e le due mostre temporanee a lui dedicate, ma soprattutto volevo capire com’era il mondo guardato da lì, come l’aveva visto lui da bambino e da ragazzo. Per arrivarci ho preso un treno da Coblenza e ho costeggiato la Mosella per circa cinquanta chilometri: fiume e vigneti, nient’altro, tanto verde e la promessa all’arrivo degli ottimi vini per cui la valle è famosa. La singolarità della Renania fra le regioni tedesche passa per un paesaggio fiabesco, accogliente, pieno di storia. Siamo al centro dell’Europa, a un passo dal Lussemburgo, Parigi e non Berlino è la vera capitale di luoghi segnati da almeno tre rivoluzioni: una politica e religiosa (Carlo Magno ad Aquisgrana), una culturale (Johannes Gutenberg a Magonza) e un’altra che è tutte insieme, nonché sociale e filosofica, quella di Marx nato nella città più antica del paese. Da qui si capisce bene che strano tedesco sia stato il giovane Karl. Poco prima di partire, in un piccolo cinema all’aperto avevo visto il film di Raoul Peck sulla sua gioventù, sulla sua vita fino alla pubblicazione del Manifesto, la parte della sua biografia meno indagata, la mia preferita. A Treviri, visitando le due mostre, guardando il fitto calendario di incontri e presentazioni, risultava evidente che il dibattito internazionale su Marx faceva tesoro di una complessità che superava le partigianerie accogliendolo fra i pensatori imprescindibili degli ultimi secoli, e che la discussione sulla sua eredità intellettuale, a lungo messa da parte, aveva conquistato una necessaria serenità. In quella stessa direzione va il libro di Sebastiano Maffettone, Karl Marx nel XXI secolo, che comincia così: “Chi scrive non è mai stato marxista. Neppure per un giorno della vita. Non lo prendo come un merito, e nemmeno come una colpa. E’ soltanto un piccolo fatto, abbastanza inusuale tra i filosofi della mia generazione. La cosa però non è del tutto priva di significato visto che la maggior parte degli ex marxisti ha messo Marx nel dimenticatoio. Secondo me, un atteggiamento del genere è sbagliato, sia per gli ex marxisti, sia per coloro che non lo sono stati, sia infine per tutti quelli che si occupano di filosofia e scienze sociali. Karl Marx è stato un grande pensatore, un classico sui generis. Leggerlo non è mai inutile”. Maffettone, che si definisce un filosofo politico liberal, “il che in italiano vuol dire all’incirca socialdemocratico”, parte dall’ingiusto accantonamento di Marx dopo il 1990, scinde il personaggio dal pensatore, l’uomo dalla sua immagine, racconta gli anni giovanili e l’amicizia con Engels, privilegia un Marx paladino della giustizia distributiva in sfavore della teoria del valore-lavoro, ammettendo: “non esattamente quello che lui voleva” ma riconoscendogli un posto di prim’ordine. E’giusto, non è giusto? La mia visione è differente, ma questo piccolo libro sorprende per onestà intellettuale, per provenienza filosofica, per chiarezza espositiva e per il passo avanti che, inevitabilmente, costringe a fare.

 

KARL MARX NEL XXI SECOLO
Sebastiano Maffettone
Luiss University Press, 183 pp., 12 euro

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