La manutenzione dei sensi

Giorgia Mecca

di Franco Faggiani, Fazi, 248 pp., 16 euro

E’tutto chiaro quello che deve fare? Lei deve solo accettare serenamente quel che è stato, quel che è e quel che sarà”. Leonardo Guerrieri è un uomo con un passato brillante e un futuro che non riesce nemmeno a immaginare. Quando sua moglie Chiara è morta all’improvviso, anche il suo cuore ha smesso di battere. Non era riuscito a dire una parola per giorni, il dolore allo stomaco non lo faceva stare in piedi. Poi nella sua vita è arrivato Martino, un bambino che aveva vissuto tutta la vita in un orfanotrofio. Comincia così La manutenzione dei sensi, il romanzo di Franco Faggiani. “Nella memoria del bambino non c’era nessun ricordo delle mani di sua madre, del calore del suo corpo, dei suoi profumi, di canzoni sussurrate. Solo contatti di mani sbrigative, odori asettici, parole meccaniche e prive di tonalità”. Martino ha la sindrome di Asperger, è brillante e introverso, si fa rigorosamente i fatti suoi e non ama le smancerie. Non gli piacciono gli abbracci perché non li conosce, nessuno gliene ha mai fatto uno. Lui e Leonardo stanno bene insieme; si somigliano molto anche se non sono padre e figlio ma è la vita che accade e sceglie al posto nostro e così sia. Un giorno i due lasciano Milano per sempre e si trasferiscono in montagna, loro due da soli, in una casa in mezzo ai boschi sulla cima delle Alpi piemontesi. I cambiamenti destabilizzano quelli che soffrono della sindrome di Asperger, ma Martino in quel posto sperduto sembra rinascere. Fa amicizia con Augusto, un montanaro che gli insegna a zappare, pascolare le bestie, tagliare la legna e tutta la saggezza semplice e di poche parole dei vecchi. “La solitudine è indipendenza, fredda e silenziosa”, dice a volte il ragazzino citando Herman Hesse. La montagna lo ha reso una persona migliore. “L’isolamento a noi piaceva. Lo consideravamo protettivo, rassicurante”. Davanti a quel paesaggio che per molti è pauroso e inospitale, Leonardo ricomincia a fare progetti sul futuro e Martino sembra liberarsi del vuoto che aveva provato nella vita precedente. La vita ricomincia sempre e il passato prima o poi smette di essere un macigno conficcato nel cuore. E’ a questo che serve il tempo che passa. Leonardo a volte vorrebbe avvicinarsi a Martino, ma ha paura di dargli fastidio. “A cosa stai pensando?”, “Al fatto che mi piacerebbe abbracciarti. Non lo faccio solo per non darti noia”. Il ragazzino non risponde, rimane con le labbra serrate per un po’. Poi, istintivamente e con i suoi modi come al solito impacciati, gli preme la testa contro la faccia; è il suo modo di dire ti voglio bene. “Ci sono cose che per averle basterebbe semplicemente avvicinarsi, allungare una mano”. Un giorno Augusto muore, quello che doveva fare l’aveva fatto. Adesso era arrivata la sua ora speciale. “Sei triste?”, gli domanda Leonardo. “No. Augusto mi aveva detto di non esserlo quando lui non ci sarebbe più stato. Di non preoccuparmi perché non sarebbe successo niente di diverso dal giorno prima. Il problema vero ci sarà quando il vento smetterà di soffiare e la neve di cadere”. Il mondo continua sempre e alcuni paesaggi sono benedizioni ed è un privilegio poterli condividere con chi si ama o con chi, per caso, fa un pezzo di strada insieme a noi. 

   

LA MANUTENZIONE DEI SENSI
Franco Faggiani
Fazi, 248 pp., 16 euro

Di più su questi argomenti: