recensioni foglianti

Figli del diavolo

Flaminia Marinaro

Liliana Lazar
66thand2nd, 233 pp., 16 euro

Romania 1984, una nazione in ginocchio, ridotta alla fame e all’esasperazione dalla dittatura comunista di Nicolae Ceausescu. Un’intera popolazione di automi, svuotata. Il teatro dell’assurdo “che condanna in anticipo e rende privi di senso la vita e i gesti umani”, come quello che dal suo osservatorio parigino mette in scena Eugéne Ionesco che nonostante tutto guarda con nostalgia la sua Romania ma non cerca di edulcorarne la realtà, semplicemente nella sua ferocia, la racconta. Liliana Lazar, classe 1972, ha vissuto la sua infanzia in questo clima a dir poco orwelliano e con crudezza la fissa su carta senza concedere indulgenze né cercare intrighi, bensì narrando una quotidianità dolorosamente complessa e priva di orizzonti. La sua protagonista è un’ostetrica di Bucarest, una donna massiccia, poco attraente, frustrata, volitiva, assuefatta alla povertà e ligia alle misure restrittive, alla politica dei razionamenti e alla logica spietata della Securitate. Elena Cosma, così si chiama, ha quasi quarant’anni, è ancora vergine ma vorrebbe un figlio e ubbidisce ciecamente agli ordini del Genio dei Carpazi. Un desiderio che diventa per lei un’ossessione quotidiana e le leggi del regime le vengono in aiuto. “Procreate compagne, questo è il vostro dovere patriottico”, pena la morte per le donne feconde sotto i quarantacinque anni e con meno di cinque figli. L’ammonimento del Conducator troneggiava sulla porta del reparto di ostetricia che ogni giorno si riempiva di neonati abbandonati. Elena Cosma avrebbe potuto prenderne uno, nessuno se ne sarebbe accorto. Ma lei non voleva un bambino qualsiasi con origini ignote, un figlio del diavolo. No, suo figlio sarebbe stato un figlio di Dio e lei, come un predatore, decide di aspettarlo. E’ così che continua la vita di questa protagonista e dei tanti personaggi che fanno da contorno alla sua storia, delle maschere di indifferenza di fronte agli abusi e ai soprusi che vennero commessi a danno degli indifesi, degli ultimi e dei tantissimi bambini abbandonati, figli di stupri, di incesti o semplicemente di errori. Una galleria di sevizie, di torture e di umiliazioni. Elena Cosma probabilmente non era cattiva o forse non lo sarebbe stata se la vita avesse avuto un corso diverso. Figurine di un’opera di Ionesco, “i personaggi oscillano tra due mondi senza trovare l’equilibrio”, cercano di evadere, ma non è possibile farlo, non più, e da carnefici si trasformano in vittime in un macabro gioco delle parti. Liliana Lazar con scioltezza e agilità linguistica “rivitalizza la memoria” per esorcizzarla soprattutto per chi l’avverte ancora viva o per chi confonde con un passato remoto una Storia che appartiene allo ieri di tutti noi. Il terrore di Ceausescu si conclude platealmente in tutte le televisioni del mondo e, che la sua esecuzione sia “l’ultimo atto della dittatura o forse il primo errore della democrazia”, lo dirà la storia. 

 

FIGLI DEL DIAVOLO
Liliana Lazar
66thand2nd, 233 pp., 16 euro

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