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Terrazzo

Trump vuole un nuovo Air Force One

Michele Masneri

Mentre si festeggiano i 60 anni dell'aereo presidenziale voluto da Kennedy

Tra le minacce anche estetiche che incombono sulle prossime elezioni Usa, anche quella di cambiare i colori dell’Air Force One. L’attuale aereo presidenziale usato da Biden dovrebbe essere rimpiazzato nel 2024 (ma slitterà di due anni a causa dei problemi di approvvigionamento dovuti al Covid); e Trump (Dio non voglia) ha già un suo design pronto, vorrebbe infatti sostituire la tradizionale livrea bianca e azzurra con i colori nero-rosso-bianco,  insomma farlo assomigliare al suo Trump Force One, il Boeing 757 con interni placcati oro Casamonica già utilizzato in campagna elettorale. 

 

Non dovrebbe succedere (si citano anche problemi di surriscaldamento, con tutto quel nero); intanto comunque si celebrano anniversari: giusto sessant’anni fa nasceva infatti il moderno Air Force One. In realtà i presidenti americani viaggiavano copiosamente in aereo da anni (il primo fu Franklin Roosevelt a compiere una storica  missione in Marocco nel ‘43), ma l’idea che vi dovesse essere un velivolo speciale con insegne e “brand” arrivò solo nel 1962. Il presidente John F. Kennedy diventò il primo a richiedere un aereo specificamente costruito per trasportare lui e i suoi successori. A disegnare la livrea che è giunta intatta fino a oggi fu Raymond Loewy, autore del logo della Shell e del pacchetto Lucky Strike. 

 

Inizialmente “Air Force One” era (ed è) il codice con cui viene chiamato il volo su cui viaggia il presidente e quello kennediano era un Boeing 707 mentre quello attualmente in servizio è un 747-200-8 cioè in configurazione “business” che la casa madre di Seattle fornisce a magnati globali, generalmente petroliferi (l’emiro del Kuwait, i monarchi sauditi, eccetera), generalmente arredati con interni a motivi di palme e sciabole e tronetti; prezzo di listino 367 milioni di dollari a cui vanno aggiunte le dotazioni speciali che nel caso dell’aereo presidenziale americano prevedono 400 metri quadri di salotti, 85 telefoni, 20 televisori, una sala operatoria, sistemi antimissile e di rifornimento aereo, che può tornare utile quando il presidente debba restare in volo a lungo come nel caso dell’11 Settembre quando George W. Bush restò “airborne” per 8 ore, unico aereo autorizzato a volare nei cieli sotto choc d’America. A bordo, lui, lo staff presidenziale,  i giornalisti incolpevoli che lo stavano seguendo in un placido giro in Florida, terminato alla Emma E. Booker Elementary School di Sarasota. Per sfamarsi, erano stati caricati  70 cestini per il pranzo e 12 chili di banane. 

 

L’Air Force One ha generato una serie di aneddoti (Nixon non andava mai dai giornalisti, a differenza di Reagan famoso per le sue incursioni in tuta) e tutto un indotto cinematografico, sottogenere del disaster movie, anche prima dell’11 settembre, a  partire dal film omonimo con Harrison Ford nei panni dell’eroico presidente che con mogliettina e figlia sta tornando da una missione a Mosca quando l’aereo viene dirottato da un feroce commando kazaco guidato da Gary Oldman (ma dopo varie lotte appesi al portellone posteriore, l’eroe del mondo libero non solo sbaraglierà il commando ma addirittura piloterà l’aereo gigantico fino a casa). Il film è valso a Ford il riconoscimento di miglior presidente americano sullo schermo (in un ranking da 1 a 44, lui è il migliore, mentre il secondo  è Martin Sheen in “West Wing”, terzo Bill Pullman in “Independence Day”, ultimo  Cliff Robertson in “Escape from L.A.” (1996); penultimo Kevin Spacey in “House of Cards” – è chiaramente una classifica morale, non attoriale. 

 

Generalmente i paesi democratici si accontentano di velivoli più piccoli, Francia e Germania (e Italia) hanno Airbus A319 o A320, con design più sobri (l’Air Force One attuale ha gli interni disegnati o almeno ispirati da Nancy Reagan) . L’Air Force One americano è gestito dal  Presidential Airlift Group, parte del White House Military Office,  e ha oltre al gemello che è sempre disponibile nel caso l’altro si rompa, anche un fratello più piccolo, il Marine One, che è l’elicotterone verde che trasporta i presidenti nelle tratte più corte (e di questo pare che Trump accetti il disegno e la colorazione senza problemi).

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