Ricetta seriale

Stanley Tucci torna ai suoi grand tour culinari su Disney+

I cinque episodi della serie mostrano un viaggio attraverso cinque regioni italiane di cui viene raccontata la cultura, le tradizioni e le persone. È curata in ogni dettaglio, scritta e "controllata" come solo gli inglesi sanno fare

Gaia Montanaro

Dichiariamolo fin da subito: è tutto molto posh. Stanley Tucci torna ai suoi grand tour culinari e lo fa su Disney+, in cinque episodi da tre quarti d’ora ciascuno prodotti da National Geografic (e Bbc), in cui viaggia attraverso cinque regioni italiane, raccontandone la cultura (culinaria e non), le tradizioni e le persone che vi abitano. Tucci in Italy è un percorso fatto di incontri, di cucina alta e bassa, dal ristorante stellato all’autogrill, dallo street food ai ristoranti stellati. Stan assaggia tutto, ogni tanto spadella pure, si destreggia tra l’italiano (Tucci è figlio di due americani ma di origine italiana e ha vissuto diversi anni da bambino in Toscana) e l’inglese, si sporca le mani con gli arrotolati di carne e veleggia di lino vestito tra le cave di marmo. La serie è patinatissima, curata in ogni dettaglio, scritta e “controllata” come solo gli inglesi sanno fare. Tucci lavora in sottrazione: lo sguardo è sempre acuto, il sorriso che fa capolino ai lati della bocca crea una sorta di empatia trattenuta ma affabile.

Una sorta di slancio vero ma in stile british. Le puntate, tutte godibili per una visione senza impegno, hanno il pregio di legare insieme tanti aspetti diversi: dalle scoperte culinarie in senso stretto, al racconto delle varie eccellenze del territorio, agli incontri con grandi nomi della cucina ed emeriti sconosciuti che però – negli specifici luoghi – sono invece dei punti di riferimento. L’idea che sta alla base del racconto è che le grandi diversità regionali si riflettano in altrettanta varietà culinaria, di tradizioni e – perché no – anche in differenze antropologiche. C’è anche una spruzzatina di racconto sociale, inteso sia come usi e costumi sia come istanze socioculturali in senso più ampio. Il cibo tiene insieme tutto: dal lardo di colonnata al lampredotto fiorentino, passando per il risotto alla milanese e il pesto al pino cembro alto atesino. I puristi del territorio, siamo essi laziali, abruzzesi, trentini, lombardi o toscani, potrebbero sentire la mancanza di un po’ di veridicità, di un racconto meno patinato e più grezzo (più reale). Però, prima di tutto, di televisione si tratta. E quindi ben vengano le immagini e le grafiche curate, i commenti musicali sempre a tono, gli outfit impeccabili di Stan. È un bel mondo dove vivere, quello che racconta Tucci. E, fortunatamente, è a un passo da noi.

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