Ricetta seriale

Il ritmo irresistibile di The Bear

Gaia Montanaro

Tutto quello che volevate sapere sugli otto episodi della serie su Disney Plus. Un viaggio che resterà sempre tutto entro le quattro mura incrostate di una paninoteca di Chicago ma che ha un orizzonte ben più grande e universale

Ritmo. Probabilmente è questa una delle parole che può connotare in modo più decisivo The Bear, serie tv da otto episodi di circa trenta minuti ciascuno, disponibile su Disney + (in America andata su Hulu e prodotta da FX). L’acclamata serie, piccola – produttivamente parlando - ma di grande qualità, racconta il mondo della cucina da una prospettiva abbastanza inedita. Al centro di tutto c’è Carmy – Carmen Berzatto – chef di origini italiane e grande promessa dell’alta cucina che è costretto a lasciare New York e una carriera promettente per tornare a Chicago e occuparsi della paninoteca di famiglia, lasciategli in eredità dal fratello Mikey, morto suicida. Il locale, dal nome esplicativo “The Beef. The original beef of Chicagoland”, è un tipico ristorante americano dove si sforna cibo a ripetizione, in cui i tempi sono frenetici e portare a termine il servizio ha le sembianze di una costante lotta quotidiana. Carmy cerca di portare nella cucina delle regole, di dare un ordine, tentando di salvare una nave che imbarca acqua da ogni parte. E in cui i compagni di viaggio paiono remare tutti in direzioni diverse. C’è Tina, volto storico del locale e legato ad una gestione vecchio stampo della paninoteca, Richie, cugino di Carmy e pieno di risentimento verso di lui per aver ottenuto la gestione del locale (e di conseguenza recalcitrante a qualsiasi cambiamento possibile) e Sydney, giovane ragazza afroamericana reclutata dallo chef e unica a riconoscere il potenziale del ragazzo e del locale. E poi c’è soprattutto la routine – durissima – di chi nella vita si occupa di cucinare.

 

The Bear indugia ed esaspera il racconto da vicino del mondo della cucina, fatta di grandi quantità di cibo da preparare, imprevisti di ogni genere da gestire, difficoltà economiche da fronteggiare, piani di lavoro e pavimenti da pulire. Un mestiere che non lascia scampo, massacrante, che necessita di una dedizione pressoché assoluta. Carmy passa dalla pressione di un ristorante di alta cucina dove tutto è iper-controllato e gli standard da mantenere sono altissimi a un ambiente dove tutto sembra quasi improvvisato, una trincea in cui si corre come matti e l’importante è sopravvivere. Nel corso della serie, emergerà il motivo per cui Carmy ha deciso di rimanere in quell’inferno e di provare a salvarlo. In un viaggio che resterà sempre tutto entro le quattro mura incrostate di una paninoteca di Chicago ma che ha un orizzonte ben più grande e universale. La serie, ben scritta e recitata, ha come protagonista Jeremy Allen White (già visto in Shameless) ed è scritta e diretta da Christopher Storer (già regista di alcuni speciali del comico Bo Burnham).

 

Qual è lo stile di The Bear?

Uno degli elementi più caratteristici è indubbiamente lo stile di The Bear. Il racconto adotta una cifra iper-frenetica, che enfatizza la pressione tipica che si vive nei luoghi di ristorazione. Il montaggio è serratissimo, le scelte registiche privilegiano i primissimi piani in cui si alternano cibi ribollenti ripresi da vicinissimo, panini stracolmi addentati da chef e clienti, l’unto incrostato dei piani di lavoro e lo sporco di pavimenti e strumenti a fine servizio. Una scelta narrativa che rende il cibo un elemento fortemente carnale, rappresentato in tutta la sua verità e per questo quasi esasperato nella propria rappresentazione.

 

Perché la serie si chiama The Bear?

L’orso che dà il titolo alla serie è l’animale che spesso Carmy si vede comparire in sogno. Nei suoi incubi, infatti, lo chef di Chicago deve fare i conti con un orso in fuga dalla sua gabbia che necessita di essere domato e rimesso in sicurezza. L’orso è anche metafora delle sfide estenuanti che Carmy deve affrontare ogni giorno, del peso di gestire un locale non avendo grossi fondi a disposizione né una protezione sociale, di dover combattere solo con le proprie forze e il proprio talento per rimanere a galla.

 

Quali sono i temi di The Bear?

Uno dei temi principali della serie è quello del riscatto, la ricerca di una seconda occasione che può dare i suoi frutti solo attraverso il duro lavoro e il sacrificio. Carmy tiene duro, resiste fino quasi a spezzarsi perché risollevare il ristorante significa tenere in vita la sua famiglia, già così duramente messa alla prova. È un eroe fragile, che resiste sotto i colpi di una realtà durissima e che non lascia scampo. Ma lo fa perché ha uno scopo, che dà significato alla fatica dei giorni.

  

Qual è il tono di The Bear in tre battute?

“Si, chef”.

“Risolleverò questo posto”.

“Non possiamo salire di livello senza coerenza”.

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