(Ansa)

whatever they say

Il mondo irreale del talk con cui Draghi non vuole avere nulla a che fare

Serena Magro

Due realtà parallele e inavvicinabili. Quella del governo e delle istituzioni che agiscono e lavorano, tra tra errori e cose fatte meglio. E quella delle trasmissioni tv, un nulla ripassato in padella fino a durare le famose tre ore da riempire, da cui il premier si tiene alla larga

Si fa avanti, come avanguardia presentabile, ma parlando per tutti, Corrado Formigli. Parla a nome di tutto il talk, chiamiamolo così, con nome collettivo, derivato dalla fungibilità degli ospiti intercambiabili, dalla rotazione autoriale, dalla replica delle rubriche con i numeri di telefono, della comune agenda populista e antipolitica. Parla a nome di quello che, con autorevolezza e spietato disincanto, è stato definito il mondo del nulla, cioè di un nulla ripassato in padella fino a durare le famose tre ore da riempire. Parla Formigli perché, pure in quell’ambito indistinto, ha qualche tratto di minore beceraggine percepita. Per dire, nei suoi tweet di lancio della nuova stagione di “Piazzapulita” ha chiarito che non intende fare l’arbitro neutrale tra persone serie e responsabili e pazzoidi No vax (atteggiamento che è sembrato di ravvisare nel molto neutrale e molto arbitrale Giovanni Floris), e ha ribadito che lui è a favore della vaccinazione e delle campagne per promuoverla. Formigli sembrava la persona giusta da mandare avanti, a metà strada tra un Mario Giordano e un Bruno Vespa, con passato santoriano e presente più integrato, per chiedere, formalmente, con ricevuta Twitter di ritorno, a Mario Draghi di farsi ospitare nella sua “Piazzapulita” o, in generale, in altre piazze tv, a prescindere dell’igiene.

 

Draghi è inavvicinabile – twitta Formigli – tratta i talk come roba sporca” e, qualche centimetro prima, aveva scritto, più combattivo e quasi esibendo un titolo reale, che “è impossibile invitarlo”, aggiungendo prima un concessivo e ambizioso “sarebbe importante fare approfondimenti”, per poi passare a un perentorio “costringiamolo a spiegare”, in cui si avverte un’eco delle esecuzioni immobiliari, con sfratto e annessi, delle quali è specialista Mario Giordano (che ha all’attivo ben 19 immobili liberati in diretta tv da occupanti morosi o senza titolo legale). Malgrado i toni, sia gentili sia intimidatori, da Palazzo Chigi non è arrivata risposta (che si sappia) né c’è stato ingaggio via Twitter. Certo, fa soffrire lo smacco, non tanto perché si deve fare a meno di ospitare il presidente del Consiglio ma per la terribile constatazione della nullità del nulla rifritto di cui sopra. È un peccato, perché poi Draghi, lo si è visto nelle conferenze stampa, ha verve nelle risposte, ci mette uno sforzo veritativo, perché mai fugge nel politichese, e si fa apprezzare per quel brivido di potere che trasmette con la brevità delle risposte. Dice sì per sì e no per no, cose che possono intrigare chi sa fare bene le interviste. Insomma, sarebbe un ospite ideale, farebbe notizia, darebbe autorevolezza. Ma non va (che si sappia, ma non osiamo troppo, non va neppure da Vespa).

 

E così, e questo è ciò che fa più male, afferma, whatever they say, la nullità del nulla e certifica l’esistenza di due mondi paralleli. Quello in cui, tra mille errori e altrettante cose ben fatte, il governo agisce, le istituzioni fanno il loro compito, il mondo sociale si organizza, imprese e lavoratori danno il loro contributo. Accanto, ma proprio altrove, c’è il mondo irreale, appunto quello del talk, con cui Draghi, semplicemente, non vuole avere a che fare. Non è chiuso al confronto. Com’è noto, vede tutti e conduce un intenso dialogo sociale. Fa conferenze stampa con frequenza paragonabile ad altri capi di governo europei. Ma parla e si spiega secondo le regole del gioco che ha imparato da banchiere centrale. Prendendo responsabilità di ciò che dice, ma tenendo il controllo dell’agenda pubblica. Il talk questo non lo sopporterebbe. Meglio, quindi, restare amici come prima e sanamente lontani. Tranquilli comunque, da Palazzo Chigi non partiranno proteste o reprimende per quello che verrà detto, anche con critiche terribili, di Draghi e del suo governo. Neanche una nota scritta, neanche un rimbrotto. La libertà di annullarsi è piena e, al servizio sulle scelte del governo in materia di green pass o di quello che volete, il talk potrà far seguire i commenti No vax di qualche ex No euro riciclat* o una tirata di Massimo Cacciari. Due mondi, due concetti di responsabilità diversi. Per mostrarne la differenza ci voleva Draghi, la sua unicità politica e la strana congiuntura che lo ha portato a Palazzo Chigi.
 

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