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Il rivale di X

Threads arriva in Europa: poche notizie, poca politica

Pietro Minto

Sbarca da noi il social di Meta che si propone di diventare una piattaforma meno conflittuale di Twitter. “Sarà uno spazio aperto e amichevole per conversazioni pubbliche, soprattutto riguardanti i creatori di contenuti", dice il suo creatore

Il 2023 è stato “l’anno in cui Twitter è morto”, come ha scritto recentemente il sito The Verge, che ha dedicato una serie di memoriali dedicati al social network che non esiste più – ora si chiama X – e che tutti vogliono imitare. Tutti, compreso Instagram, che lo scorso luglio ha lanciato Threads, da ieri disponibile in Unione europea. All’epoca del suo lancio, lo scorso luglio, il social raggiunse i cento milioni di iscritti in tempo record, bruciando addirittura ChatGPT, ma da allora la crescita e l’interesse sono scemati, anche perché Threads fu lanciato di fretta, per approfittare dell’ennesima crisi di Twitter. E, come ogni clone di Twitter, anzi X, Threads è un luogo infestato dallo spettro del social che vorrebbe sostituire (e del suo nuovo padrone, Elon Musk).

 

 

Ma a cosa serve? Adam Mosseri, capo di Instagram e avatar gradevole di Mark Zuckerberg, ha più volte dichiarato di voler tenere distante Threads dalle notizie, dalla politica. Le ragioni sono ovvie: nessuno – dentro e fuori Meta – vuole replicare gli anni post 2016, quando Facebook divenne sinonimo di fake news e di radicalizzazione politica. Rimane però da capire a cosa serva un prodotto simil-Twitter se non per parlare di quello che succede, condividere meme, sbertucciare il tweet di turno: insomma, tutti quei comportamenti che hanno reso Twitter un sito tossico ma anche importante. Influente. Divertente, alle volte. 

Mosseri ha recentemente detto che Threads non “consiglierà contenuti giornalistici a chi non ne vuole”, e di voler perseguire un’altra via, più serena e meno conflittuale, di social network: “Uno spazio aperto e amichevole per conversazioni pubbliche, soprattutto riguardanti i creatori di contenuti”. La guerra a Gaza ha offerto a Threads un’ulteriore opportunità, quella di affermarsi come alternativa alle molte bufale circolanti su X, ma per riuscirci bisogna imboccare una strada scomoda, quella della moderazione dei contenuti, concetto ormai tabù in Silicon Valley. Tra il caos elonmuskiano di X, sempre più spostato a destra, e uno spazio virtuale educato e moderato, Threads ha scelto di non scegliere, tirando dritto e sperando nel peso specifico di Instagram per guadagnare utenti. Funzionerà? Secondo alcune stime, a fine 2023 Threads avrà circa 23 milioni di utenti attivi, contro i 56 milioni di X, a conferma della scarsa capacità che il social ha di mantenere gli utenti appena arrivati. 

Numeri a parte, Meta sembra voler investire su Threads anche per imporsi nel cosiddetto “fediverse”, la federazione di social decentralizzati di cui fa parte anche Mastodon e Bluesky, e che ritiene cruciale per il futuro. In particolare, Zuckerberg ha mostrato interesse per ActivityPub, un nuovo standard web che punta a rendere tutti questi social accessibili l’uno dall’altro, dando più potere all’utente singolo. Nelle ore precedenti allo sbarco in Ue di Threads, Meta stava sperimentando proprio in questo senso, aprendo uno scenario in cui si potrà accedere a un post su Threads da Mastodon, per esempio. Un passo verso un modello di rete migliore, forse, ma che non basterà a rendere Threads interessante.

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