Il nuovo social di Zuckerberg

Lo sbarco dei politici su Threads: come un anno fa su TikTok, ma senza il Cav.

Alessandro Luna

Da Renzi a Fratoianni a Zaia: sulla nuova piattaforma di Meta, disponibile da oggi in Europa, ci sono (quasi) tutti. Anche Meloni fa il suo esordio sulla app che sfida X di Elon Musk, ospite sabato alla festa di Fratelli d'Italia

Sembra di essere tornati a un anno fa, quando erano sbarcati in massa su TikTok, chi più, chi meno maldestramente. Quello dei leader politici che prendono d’assalto un nuovo social è un fenomeno sempre affascinante da osservare, come quello degli elefanti che attraversano un fiume per chi fa un safari. Il grande assente in questa giornata è, ovviamente, colui che l’anno scorso aveva dominato la nuova corsa al social “dei giovani” con l’ormai immortale “Ciao ragazzi!”. Senza Silvio Berlusconi la giornata inaugurale di Threads, il nuovo social con cui Mark Zuckerberg cerca di soppiantare un X (ex Twitter) ormai ostaggio di Elon Musk, è senz’altro più povera. Ma subito sono accorsi gli altri volti della nostra politica. Prima tra tutti Giorgia Meloni, che con un sintetico “Da oggi potete seguire i miei aggiornamenti anche su Threads” ha già raccolto 45,6mila followers, grazie anche all'invito che ha rivolto a tutti i suoi seguaci su tutti i suoi canali social, eccetto uno: X. Sarebbe stato forse troppo sfacciato, soprattutto se si considera che il proprietario Musk è l’ospite d’onore di questa edizione di Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. Meglio non farlo innervosire troppo. 

Tra un “Ci sono anch’io” di Gianni Morandi e un “Non so perché sono qui” di Fabio Fazio, si insinua anche il primo “Threads”, se così si chiamerà, di Matteo Renzi, seguito da un approfondimento sulle frasi di Piercamillo Davigo da Fedez. Il Pd stavolta non si fa trovare impreparato e decide di inaugurare la sua presenza su Threads scrivendo “Viva l’Italia antifascista”: si vede che il social media manager ha ancora in mente la prima della Scala, ma sul nuovo social la Digos non ha ancora un account. Alessandro Zan, l’uomo a cui un anno fa fu affidato il primo video del Pd su TikTok, scrive: “Lottiamo anche qui” con l’emoticon arcobaleno. Solo non si vede la segretaria Elly Schlein. 

Nonostante di "sbarchi" si tratti, è assente per ora anche il leader della Lega Matteo Salvini. Compare invece il suo competitor interno Luca Zaia, governatore del Veneto che difende le sue tradizioni anche qui, scrivendo “BENVEGNUI” con l’emoticon del leone. 

Così, scorrendo un po’ per la prima volta il feed, tra Ultima Generazione che chiama tutti alla “resistenza civile”, Gian Marco Centinaio della Lega che li attacca perché imbrattano i monumenti, attiviste e attivisti Lgbt e del movimento femminista che promettono battaglia, Nicola Fratoianni che provoca con un “Vediamo se qui le parole partimoniale e ecologia non suonano come bestemmie”, Giuseppe Conte che si dichiara “pronto a fare i nomi e i cognomi anche qui”, sembra tutto normale, tutto uguale a prima, come se fossimo ancora su quell’altro social lì. 

Solo a un certo punto ci si accorge che manca qualcosa di importante: i bot russi, i no vax, i filoputiniani e soprattutto gli insulti. Regna una grande cortesia e amichevolezza su Threads oggi. Sembra quasi che la curiosità sia per ora riuscita a mettere da parte la sete di sangue che contraddistingue una buona parte degli utenti di X. Vedremo quanto dura.