Photo by Patrick Tomasso on Unsplash

E tu quanto vali? La Silicon Valley ora vuole investire sulle singole persone (e gli influencer)

Pietro Minto

Le prossime mosse delle startup tecnologiche: scommettere nella creator economy e nei suoi protagonisti a forza d'investimenti mirati. Così ci si compra i diritti di una persona nella speranza che la viralità li trasformi in profitto

I patti sono chiari: ti diamo due milioni di dollari per la tua carriera digitale e tu ci dovrai il 5 per cento dei tuoi guadagni per i prossimi trent’anni. Sembra una dinamica tra valvassori e servi della gleba, e invece è il futuro della creator economy, secondo Sam Lessin, già fondatore di diverse startup nella Silicon Valley, una delle quali acquisite da Facebook, di cui è stato responsabile del product management, prima di darsi agli investimenti con Slow Ventures.

 
Da qui viene la sua ultima idea: trattare una persona singola come un’azienda, una startup, da far crescere e di cui conservare una percentuale. Tra le realtà su cui Slow vuole investire ci sono youtuber, influencer, streamer, podcaster – tutte le gilde dell’economia digitale, insomma. Persone come Marina Mogilko, youtuber 31enne con più di quattro milioni di iscritti, che ha ricevuto 1,7 milioni di dollari da Slow Ventures.


Lessin ha spiegato il piano ad Axios: “Noi diciamo: tu sei un giovane creator. Forse hai un paio di canali su YouTube, hai un seguito. Noi compriamo il 5 per cento di tutto quanto per i prossimi 10-30 anni”. Così l’azienda, che si occupa perlopiù di investimenti tecnologici “tradizionali” ha messo da parte venti milioni di dollari da investire – o scommettere – su singoli individui promettenti. Sempre Lessin: “Non mi importa se la maggior parte di loro finisce per perdere soldi, a patto che nel processo io finisca per investire su Jeff Bezos”. Il rischio è calcolato e altissimo, ma anche le curve di crescita, in questo settore, lo sono. La speranza è di azzeccare una mossa giusta. Jeff Bezos, dice l’imprenditore: sarebbe meglio dire il prossimo Jake Paul. O Fedez, per rimanere in Italia, che nel 2020 ha ricevuto un investimento dalla Be di Giovanni Tamburi proprio per le sue attività social-mediatiche. A cambiare sono le proporzioni: che i principali influencer siano ormai media company è chiaro da tempo. Diverso è il caso della creator economy più tradizionale, un pulviscolo di individui e società personali su cui scommettere è semplice, economico e potenzialmente lucrativo. Parliamo di quel business che spazia da Patreon ai principali social, passando per i podcast e Substack. Secondo una stima di Forbes, un affare da 100 miliardi di dollari, con 50 milioni di persone in tutto il mondo che si definiscono “creator”. L’idea di Slow Ventures non viene quindi dal nulla. “I creator individuali – si legge in un recente report del sito Crunchbase – sono diventati startup snelle che fanno anche da veicoli per l’e-commerce, la brand awareness e il coinvolgimento del pubblico”. 

 

Rimane un dettaglio: come si investe in una persona? Anche se Lessin ha smentito le domande di Vice, rifiutando l’idea di aver ricreato in chiave digitale la “servitù debitoria”, i dubbi rimangono. Un contratto decennale sul successo di un  individuo potrebbe ricordare quanto avviene da tempo nel campo musicale. Ma è qualcosa di ancora più profondo, visto che il business dei creator si basa anche sull’assenza di barriera tra vita lavorativa e personale. E quindi, a che punto finirebbe l’agenzia degli investitori sulla vita di un loro “cliente”? Se la citata Marina Mogilko dovesse decidere di cambiare vita, si potrebbe tenere i soldi ricevuti. Se dovesse fallire e scomparire tra le onde di YouTube, pure. Qualora il suo canale venisse trasformato in serie da Netflix o Disney Plus, però, ecco che Slow Ventures avrebbe la sua percentuale sull’accordo.

 

Lessin vende la sua idea come la chiave per un futuro in cui “saremo capaci di investire nei nostri creator, imprenditori e persone preferiti, sostenendoli economicamente prima che diventino di successo”. Grande ottimismo, come da rigore nella Valley. Visto da lontano, tutto questo sembra altro: un modo di comprarsi i diritti di una persona, di una vita, nella speranza che la viralità le trasformi in profitto

Di più su questi argomenti: