
Il ministro dell'Innovazione Paola Pisano con Luigi Di Maio (foto LaPresse)
I grillini ci riprovano con il Rousseau di stato
Perché il M5s insiste a voler approvare una riforma dell’identità digitale voluta fortemente da Casaleggio
Il Movimento 5 stelle ha presentato per l’ennesima volta un subemendamento al decreto Milleproroghe con cui si cerca di introdurre una riforma dell’identità digitale e del sistema Spid molto cara a Davide Casaleggio.
La riforma è un cavallo di battaglia della ministra grillina all’Innovazione Paola Pisano. Era già stata presentata mercoledì sera come emendamento al decreto, ma poi era stata ritirata giovedì pomeriggio a causa dell’opposizione dei deputati di Italia Viva e di parte del Pd. Ieri se n’era parlato anche in consiglio dei ministri, dove la Pisano s'è ritrovata da sola a dover difendere la sua norma contro il muro di Pd e Iv.
Ma, ancora una volta volta, i grillini hanno provato a reintrodurre la riforma in maniera surrettizia, non come emendamento governativo ma come subemendamento a firma esclusiva del Movimento.
La riforma è un’ossessione di Casaleggio, che ne parla costantemente nei suoi interventi pubblici, l’ultimo pochi giorni fa. L’ossessione è tale che è dai tempi del governo Gentiloni che, con testi lievemente diversi, i grillini tentano di statalizzare e centralizzare l’identità digitale. Quello di ieri è il sesto tentativo di introdurre la riforma. I primi cinque sono stati rigettati, e vista la contrarietà dentro alla maggioranza è probabile che verrà ritirato anche questa volta.
Questa riforma è pericolosa per numerose ragioni. Come scritto sul Foglio, Casaleggio vuole fare in modo che lo stato gestisca centralmente le identità digitali di tutti i cittadini italiani. E’ la grillizzazione della cittadinanza digitale, ed è il primo passo verso la creazione di un grande Rousseau di stato.

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