Un'immagine promozionale di Magic Leap

Perché tutti i giganti tech vogliono un pezzo di Magic Leap

Eugenio Cau
La start up più misteriosa della Silicon Valley produce un device per la realtà virtuale tanto miracoloso quanto segreto. Google, Alibaba e il gotha dell'economia digitale e della finanza investono miliardi.

Roma. Non sono tante le società nel mondo che hanno nel loro consiglio di amministrazione due assoluti pesi massimi come il ceo di Google, Sundar Pichai, e il numero due del gigante cinese Alibaba, Joe Tsai. Non sono tante soprattutto se si considera che la società in questione, la start up Magic Leap, è quasi sconosciuta fuori da un ristretto circolo di appassionati e di siti di tecnologia, che non compare quasi mai sulla stampa mainstream e che quasi nessuno ha mai visto né capito davvero il suo prodotto. Magic Leap è stata fondata nel 2010 da Rony Abovitz, un esperto di ingegneria biomedica, e in sei anni di vita non ha mai messo alcun oggetto o tecnologia in commercio. Ma sta lavorando a un progetto a tal punto grandioso, si dice, che tutto il mondo del tech se lo contende a suon di centinaia di milioni di dollari. Magic Leap prepara da anni un sistema rivoluzionario per la realtà virtuale, o per meglio dire per la realtà aumentata. Un device che proietta la luce direttamente sulla retina degli occhi e riesce a far apparire degli oggetti virtuali nella vita reale. Questi oggetti virtuali interagiscono con la realtà muovendosi nell’ambiente con naturalezza.

 

La società ha pubblicato due video dimostrativi. Il primo era pesantemente ritoccato ma il secondo, uscito a ottobre, era genuino e ha suscitato grande eccitazione tra gli esperti. Il video mostra in prima persona cosa vede chi usa Magic Leap. Ci sono un piccolo robot che fluttua a mezz’aria in una stanza e saluta e il modellino in movimento del sistema solare che galleggia su una scrivania. Questo, oltre alle dichiarazioni magniloquenti del ceo Abovitz, che definisce il suo prodotto una rivoluzione pari alla messa in commercio dei primi personal computer negli anni Settanta, è tutto quello che si sa in pubblico di Magic Leap: un prodotto descritto molto sommariamente e un paio di video dimostrativi, di cui uno ritoccato.

 

Ce ne sarebbe abbastanza per non fidarsi. Ma i giganti della Silicon Valley pensano tutto il contrario: qualsiasi cosa abbia detto o mostrato Abovitz all’aristocrazia del tech mondiale, ha convinto tutti che la sua è davvero una rivoluzione. Il primo round di finanziamenti è arrivato da Google, che nel 2014 ha investito in Magic Leap mezzo miliardo di dollari e posto Pichar nel board. Ma il round più importante è quello finito martedì, in cui Magic Leap ha ottenuto poco meno di 800 milioni di dollari. Oggi la società ha un valore di mercato di 4,5 miliardi di dollari, scrive il Financial Times, e questo è già un dato strabiliante. La semisconosciuta Magic Leap vale più di Airbnb, che ha cambiato il modo in cui gli occidentali fanno vacanza, e di Snapchat, la app di messaggi installata su tutti gli smartphone dei teenager americani ed europei.

 

[**Video_box_2**]Anche l’elenco degli investitori impressiona. Oltre a Google, partner principale, martedì è entrato nella società il gigante cinese Alibaba, che ha messo Tsai nel board. Si sono contesi un pezzo di Magic Leap anche Fidelity, Morgan Stanley, Jp Morgan e Qualcomm, la compagnia leader nelle telecomunicazioni e nei processori mobile. Il gotha del tech e della finanza tutto assieme, insomma, riunito intorno a una società di cui nessuno sa ancora niente di preciso.

 

Il campo della realtà virtuale è così promettente da suscitare facili entusiasmi. Ormai tutti i grandi della Silicon Valley hanno progettato il loro device, da Facebook a Google fino a Microsoft. Voci di corridoio di questi giorni dicono che negli ultimi mesi anche Apple ha formato un team segreto composto da centinaia di ingegneri per sviluppare un sistema per la realtà virtuale, facendo assunzioni mirate e acquisti di società e brevetti. Gli analisti di tutto il mondo sono sicuri da anni che da qui partirà una rivoluzione. I video di Magic Leap mostrano risultati straordinari ma Rony Abovitz, almeno in pubblico, non ha ancora spiegato davvero come intende ottenerli. Non importa, pur di avere un pezzettino di rivoluzione tutti sono pronti a mettere milioni nella società più misteriosa della Valley.

  • Eugenio Cau
  • E’ nato a Bologna, si è laureato in Storia, fa parte della redazione del Foglio a Milano. Ha vissuto un periodo in Messico, dove ha deciso di fare il giornalista. E’ un ottimista tecnologico. Per il Foglio cura Silicio, una newsletter settimanale a tema tech, e il Foglio Innovazione, un inserto mensile in cui si parla di tecnologia e progresso. Ha una passione per la Cina e vorrebbe imparare il mandarino.