In “Ognuno potrebbe” Michele Serra racconta i trentacinquenni di oggi. Ci ha capito pochissimo, mette in pagina una generazione inesistente, ficca le paturnie di un sessantenne spiazzato dalla tecnologia nella testa di un personaggio che ha 25 anni meno di lui, lo imbottisce di luoghi comuni, insicurezze tipiche dei protagonisti di quei film italiani che riempiono il Cinema Sacher e di cui tra sei mesi avremo dimenticato il nome, confondendolo con altre cento pellicole uguali.