Moralità e industria culturale Due sono i tipi di scrittori ora in voga: da una parte c’è il naïf che “prende in parola” le mode culturali e le riduce all’assurdo, dall’altra c’è il censore che disprezza la cosiddetta “banalità imperante” senza rendersi conto di farlo con un linguaggio altrettanto banale Matteo Marchesini 01 MAG 2017
L'atlante delle emozioni umane è più complesso di quanto pensiate Se provate un risentimento misto a un desiderio di vendetta, è il Lìtost, e sono guai 29 APR 2017
La moda è un mestiere da duri Fabiana Giacomotti Mondadori Electa, 180 pp., 18 euro Simonetta Sciandivasci 26 APR 2017
Lo Zen e l'arte di annoiare i lettori con libri che sembrano Instagram Stories Il problema non è quel libro, il problema vero è lo Zen, o meglio, il modo maldestro con cui l’occidentale tentava, e tenta ancora oggi, di infilare l’esotismo per giustificare profondità di pensiero. La morte di Robert M. Pirsig e la motocicletta, ronf. 26 APR 2017
Cosa non torna nell'idea di finanziare un romanzo con i fondi pubblici Se Goldoni avesse goduto di fondi ministeriali, anziché scrivere opere funzionanti avrebbe pensato a far cultura. E i lettori si sarebbero annoiati Antonio Gurrado 21 APR 2017
La scrittura è un piacere fisico Perché nessuno ne parla? Perché nelle interviste imperano scontentocrazia, crepuscolume, posa snervata? È il lettore che esige questo genere di dolorismo Marco Archetti 20 APR 2017