Musica sull'acqua

Mattia Rossi

Alberto Rizzuti
Carocci, 240 pp. 22 euro

Per una festa di corte sul Tamigi, nell’estate del 1717, Re Giorgio I commissionò della musica al miglior compositore del regno, Georg Friedrich Händel: la spettacolare “Water Music” venne eseguita su una chiatta d’appoggio mentre la corte ascoltava e conversava sulla chiatta reale. Benché le pagine di Händel non avessero particolari legami con l’acqua, se non il luogo d’esecuzione, da quel giorno molti altri lavori fecero dell’acqua il loro elemento fondante. Ed è proprio alla musica “acquatica”, ovvero a quelle “opere in cui l’idea, l’immagine e l’effetto dell’acqua hanno concorso alla creazione di capolavori”, che Alberto Rizzuti, musicologo dell’Università di Torino, ha dedicato questo originalissimo libro, unico nel panorama editoriale. Pagina dopo pagina, i brani e le opere (orchestrali, cameristiche, strumentali, vocali) che hanno come protagonista l’acqua si snodano in un incantevole viaggio. Finora nessuno aveva mai catalogato dettagliatamente un simile sottorepertorio: è per questo che l’eccellente volume di Rizzuti, per nulla tecnico o per soli musicologi, lascia piacevolmente meravigliati. Le varie sezioni del libro ben aiutano a distribuire il repertorio secondo la tipologia di acqua interessata. Al capitolo “Fontane”, ad esempio, troviamo “Fontane di Roma” di Respighi, i “Jeux d’eau” (Giochi d’acqua) di Liszt e Ravel. Grande attenzione è tributata alla pioggia: “Quattordici modi per descrivere la pioggia” di Eisler, ma anche “Jardins sous la pluie” (Giardini sotto la pioggia) di Debussy, il preludio “La Goutte d’eau” (La goccia d’acqua) di Chopin. In “Temporali, tempeste, diluvi” spazio agli acquazzoni delle opere di Wagner, Rossini, Verdi e della Sinfonia “Pastorale” di Beethoven (“La tempesta musicale più famosa della storia”, scrive Rizzuti) per arrivare ai diluvi biblici musicati da Donizetti e Stravinskij. L’incompiuta “Atlantida” di De Falla, sul mito di Atlantide, apre il capitolo “Mondi sommersi” che prosegue con l’ovattato capolavoro de “La Cathédrale engloutie” (La cattedrale sommersa) di Debussy. Brani acquatici per eccellenza sono le barcarole, i canti intonati dai gondolieri veneziani e tanto amati da Goethe e Rousseau: ecco le “Barcarole” di Offenbach e Chopin, “Gondoliere” di Schubert, “La lugubre gondola” di Liszt. Nel capitolo “Lungo il fiume” si ripercorrono i fiumi in musica più famosi: il Reno di Wagner (“L’oro del Reno”) e di Schumann (Sinfonia “Renana”), “La Moldava” di Smetana, il Danubio di Strauss. Non mancano, naturalmente, isole e mari: “Le Ebridi” di Mendelssohn e il capolavoro assoluto di tutta la musica acquatica, gli schizzi sinfonici de “La mer” di Debussy. Se questa ricostruzione “acquatica” della musica vi sembrerà strana, ricredetevi. Il termine “musica” deriverebbe da “moys”, che significa “acqua”.Per una festa di corte sul Tamigi, nell’estate del 1717, Re Giorgio I commissionò della musica al miglior compositore del regno, Georg Friedrich Händel: la spettacolare “Water Music” venne eseguita su una chiatta d’appoggio mentre la corte ascoltava e conversava sulla chiatta reale. Benché le pagine di Händel non avessero particolari legami con l’acqua, se non il luogo d’esecuzione, da quel giorno molti altri lavori fecero dell’acqua il loro elemento fondante. Ed è proprio alla musica “acquatica”, ovvero a quelle “opere in cui l’idea, l’immagine e l’effetto dell’acqua hanno concorso alla creazione di capolavori”, che Alberto Rizzuti, musicologo dell’Università di Torino, ha dedicato questo originalissimo libro, unico nel panorama editoriale. Pagina dopo pagina, i brani e le opere (orchestrali, cameristiche, strumentali, vocali) che hanno come protagonista l’acqua si snodano in un incantevole viaggio. Finora nessuno aveva mai catalogato dettagliatamente un simile sottorepertorio: è per questo che l’eccellente volume di Rizzuti, per nulla tecnico o per soli musicologi, lascia piacevolmente meravigliati. Le varie sezioni del libro ben aiutano a distribuire il repertorio secondo la tipologia di acqua interessata. Al capitolo “Fontane”, ad esempio, troviamo “Fontane di Roma” di Respighi, i “Jeux d’eau” (Giochi d’acqua) di Liszt e Ravel. Grande attenzione è tributata alla pioggia: “Quattordici modi per descrivere la pioggia” di Eisler, ma anche “Jardins sous la pluie” (Giardini sotto la pioggia) di Debussy, il preludio “La Goutte d’eau” (La goccia d’acqua) di Chopin. In “Temporali, tempeste, diluvi” spazio agli acquazzoni delle opere di Wagner, Rossini, Verdi e della Sinfonia “Pastorale” di Beethoven (“La tempesta musicale più famosa della storia”, scrive Rizzuti) per arrivare ai diluvi biblici musicati da Donizetti e Stravinskij. L’incompiuta “Atlantida” di De Falla, sul mito di Atlantide, apre il capitolo “Mondi sommersi” che prosegue con l’ovattato capolavoro de “La Cathédrale engloutie” (La cattedrale sommersa) di Debussy. Brani acquatici per eccellenza sono le barcarole, i canti intonati dai gondolieri veneziani e tanto amati da Goethe e Rousseau: ecco le “Barcarole” di Offenbach e Chopin, “Gondoliere” di Schubert, “La lugubre gondola” di Liszt. Nel capitolo “Lungo il fiume” si ripercorrono i fiumi in musica più famosi: il Reno di Wagner (“L’oro del Reno”) e di Schumann (Sinfonia “Renana”), “La Moldava” di Smetana, il Danubio di Strauss. Non mancano, naturalmente, isole e mari: “Le Ebridi” di Mendelssohn e il capolavoro assoluto di tutta la musica acquatica, gli schizzi sinfonici de “La mer” di Debussy. Se questa ricostruzione “acquatica” della musica vi sembrerà strana, ricredetevi. Il termine “musica” deriverebbe da “moys”, che significa “acqua”.

 

MUSICA SULL'ACQUA
Alberto Rizzuti
Carocci, 240 pp. 22 euro

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