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Com'era la storia della italiane avanti in Champions?

Jack O'Malley

Inter, Lazio e Napoli eliminate. Ma c’è la Juventus qualificata senza giocare al Mondiale per club

Scusate, sarà la sbronza post qualificazione dell’Arsenal ma ho bisogno d’aiuto: non vedo squadre italiane ai quarti di finale di Champions League. Vi giuro mi sono sforzato, ho scorso l’elenco più e più volte, ho seguito il sorteggio ma niente, non sono riuscito a vedere né la favorita per la vittoria finale, l’Inter, né la volenterosa Lazio che aveva dato una lezione di calcio ai tedeschi all’Olimpico, né la sorpresa Napoli del giochista Calzona, sosia ufficiale di Martusciello. Non capisco, eppure leggendo siti e giornali sportivi italiani sembrava fatta, c’era chi era pronto a scommettere la madre che le italiane ai quarti sarebbero state tre.

Invece sarà Real Madrid-Manchester City (con codazzo retorico di “un po’ di Italia c’è” con Ancelotti), Paris Saint-Germain-Barcellona, Arsenal-Bayern Monaco e Atletico Madrid-Borussia Dortmund. Due inglesi in semifinale, dunque. Come dite? Ah, che siete fortissimi in Europa e Conference League? Contenti voi, sembrate quel mio amico che non ha la ragazza ma vuoi mettere le soddisfazioni che gli dà la bambola gonfiabile…

Spiace per l’Atalanta, che uscirà contro il Liverpool, e per il quarto fratricida Milan-Roma: un’italiana in meno in semifinale. Fermo restando che saranno comunque due squadre inglesi a vincere quelle due coppe minori, fatemi alzare la pinta al cielo per la sculata della Juve, qualificata al Mondiale per club senza neppure giocare, in perfetto stile Allegri insomma. Più fastidiosi di mia sorella Kate O’Malley quando non beve birra e di un’invasione di api a Indian Wells (ecco dove erano finite quelle che Greenpeace denuncia come scomparse), vedo che dopo un decennio siete tornati a spacciarvi per esperti di rugby grazie alla vittoria dell’Italia sulla Scozia nel Sei Nazioni: adesso potete vivere di rendita un altro lustro almeno parlando della bellezza del terzo tempo, di quanto sia educativo questo sport altro-che-il-calcio-signora-mia e di come sia bello questo fatto che in campo ci si picchia come gorilla ma poi fuori si beve la birra insieme. Il tutto ovviamente senza conoscere alcuna regola se non quella della palla che si può passare soltanto all’indietro.

Lasciatemi un pensiero finale per José Mourinho (e se non me lo lasciate lo faccio lo stesso). Con lui ancora in panchina la Roma probabilmente non avrebbe battuto il Brighton, e questo è un peccato. Mi pare che lo Special One, sempre più sosia di Flavio Briatore, sia entrato nella “fase padel” della sua carriera, quella in cui i grandi  ex passano il tempo a fare marchette in giro, giocare a uno sport insulso dentro a una gabbia e fare comparsate a pagamento. Ci manca solo uno speciale di Netflix su di lui. Ah no, è stato annunciato pure quello.

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