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in Germania

Il Bayer Leverkusen è pronto a non essere più "Neverkusen"

Francesco Gottardi

La storia dell'unica l’unica società europea a disputare una finale di Champions League senza aver mai vinto un titolo nazionale sta per finire. A dieci giornate dalla fine della Bundesliga i punti di vantaggio sul Bayern sono 10. E la squadra di Xabi Alonso è un gran bel vedere

A Leverkusen, nell’industrioso ovest della Germania, staranno facendo tutti gli scongiuri del caso. Perché il Bayer Leverkusen è primo in Bundesliga. Con 10 punti di vantaggio sul Bayern Monaco, a 10 giornate dalla fine. Domenica, battendo il Colonia, ha appena centrato il record di imbattibilità nella storia del calcio tedesco: 34 partite senza sconfitte. Soltanto 4 pareggi. Già 99 gol segnati in stagione. Bottino pieno in Coppa e in Europa League, rimanendo in corsa su tutti i fronti. Un allenatore invidiato da mezzo continente. Un calcio spettacolare. Potremmo menzionare qualunque altro exploit stagionale dei ragazzi di Xabi Alonso, eppure non basterebbe a tranquillizzare i tifosi. Questione di memoria: alla BayArena – nella città dell’aspirina, e via di battute – le hanno vedute tutte, tranne la propria squadra festeggiare il campionato. Dunque, fino a quel giorno, muti. Anche se l’impresa non è mai stata così vicina.

A prescindere da come andrà a finire, questo Bayer ha già i fatti dalla sua. Intanto partiva al massimo da outsider: gli 11 trionfi consecutivi dei bavaresi sono un gigantesco tabù da scardinare. E in estate la società aveva pensato a fare cassa, vendendo a peso d’oro (60 milioni di euro) la propria stella Moussa Diaby in direzione Aston Villa. Restava una rosa giovane (24,7 anni di media) e in fiducia: in pochi mesi, alla prima esperienza in panchina, Xabi Alonso aveva trascinato i rossoneri dalla zona retrocessione al sesto posto con semifinale di Europa League. Ha voluto pochi rinforzi oculati. Dall’Arsenal l’esperienza a centrocampo di Granit Xhaka, dal Belgio i gol dell’attaccante nigeriano Boniface. Più due capolavori aziendali: il terzino spagnolo Grimaldo, a parametro zero dal Benfica, e il difensore croato Stanisic in prestito dal Bayern Monaco – segnarsi quest’ultimo dettaglio. Si sono rivelate tutte scommesse azzeccate.

Sin dalle prime giornate, il Leverkusen ha colpito la Bundesliga con un gioco molto difficile da affrontare. Ritmi alti, pressing spregiudicato, tanti calciatori coinvolti. Basti pensare che il brutto infortunio di Boniface a dicembre – fino ad allora 16 centri – non ne ha intaccato il rendimento. E che i due esterni bassi, Grimaldo e Frimpong, hanno messo insieme 21 reti con altrettanti assist, prendendo parte a oltre il 40 per cento delle marcature di squadra: un’anomala enormità. Eppure il Bayer è anche solido (appena 24 gol subiti) e mentalmente maturo. La partita simbolo? Lo scontro diretto col Bayern, quarta di ritorno: alla BayArena i padroni di casa vanno a mille e travolgono i padroni di Germania per 3-0, con gol di Stanisic. Uno spartiacque del fußball. Xabi Alonso, da nuovo che avanza, si ritrova al centro delle più mondane voci di mercato: Real Madrid, Liverpool, lo stesso Bayern. Tutte le piazze storiche dell’ex centrocampista, che studiava da allenatore osservando Guardiola. E proprio oggi, perfino il sito ufficiale della Bundesliga si sbilancia sul Bayer campione.

Poi però c’è l’amaro conto della storia. Quella dell’unico club al mondo a disputare una finale di Champions League senza aver mai vinto la Bundesliga. Quella del ‘Neverkusen’, scherzano in Germania: campioni mai. Lo psicodramma multiplo è tutto a cavallo del 2000. Stagione 1996/97: il Bayer di Ulf Kirsten arriva secondo a -2 dal solito Bayern. Tre annate più tardi, a 90 minuti dal gong, i rossoneri hanno tre punti di vantaggio: finiranno beffati per differenza reti, dopo essersi buttati via contro la carneade Unterhaching mentre gli imbarazzati vertici della Federcalcio serbavano il trofeo nello stadio sbagliato. Ma l’acme è targato 2002. Lo squadrone di Lucio e Ballack domina fino a metà aprile: +5 sul Borussia Dortmund con tre gare da giocare, finale di Coppa di Germania e finale di Champions, appunto. Crollo verticale e triplo flop. Così, mentre tutto il mondo già applaude Xabi e i suoi, a Leverkusen fanno notare che siamo soltanto a marzo. Non fa una piega.

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