Foto Ap, via LaPresse

acque iridate

Quello di Doha è il Mondiale delle occasioni. Chi le ha colte e chi no

Francesco Caligaris

Come nel 2019, Simona Quadarella ha afferrato l'oro in una prova che da oltre 11 anni domina Katie Ledecky. In una rassegna iridata con molte assenza causa Olimpiadi le occasioni si moltiplicano e serve farsi trovare pronti

I 1500 stile libero femminili, ai Mondiali di nuoto in vasca lunga, sono territorio di caccia della statunitense Katie Ledecky, vincitrice di cinque medaglie d’oro, la prima addirittura 11 anni fa, appena sedicenne. Quando però Ledecky non c’è (perché malata, come nel 2019 a Gwangju, o per differenti scelte di preparazione, come in questi giorni a Doha), ad approfittarne è sempre Simona Quadarella. Ieri la romana è salita sul gradino più alto del podio con il tempo di 15’46’’99 (il suo terzo miglior tempo di sempre), si è qualificata per le Olimpiadi di Parigi ed è diventata la seconda nuotatrice italiana, dopo Federica Pellegrini, a conquistare almeno due titoli mondiali in carriera. “E pensare che all’inizio ero incerta se partecipare o meno a questi Mondiali”, ha detto subito dopo la gara. “C’è stato un attimo in cui ho titubato, perché le sensazioni non erano proprio fantastiche, e quindi adesso sono ancora più contenta”.

Come nel 2019 in Corea del Sud, Simona Quadarella ha afferrato l’occasione della vita. Non l’ha colta invece Benedetta Pilato nei 100 rana, eliminata in semifinale con il nono tempo, la prima delle escluse per quattro centesimi di secondo. “Questo Mondiale non era l’obiettivo della stagione, però era un’occasione da cogliere. C’è un po’ di rammarico”, ha commentato dopo la sua prova, consapevole che un’altra eliminazione di lusso, quella della campionessa in carica, la lituana Rūta Meilutytė, fuori addirittura nelle batterie, le aveva spalancato un tappeto rosso verso la medaglia.

     

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Con tutte le assenze già note alla vigilia, quelli di Doha 2024 sono diventati i Mondiali delle occasioni. Chiedere per esempio al portoghese Diogo Ribeiro, che ha approfittato del posto lasciato vacante dal campione uscente, l’italiano Thomas Ceccon, infortunato a un dito e già mentalmente proiettato verso Parigi, per vincere l’oro nei 50 farfalla e regalare alla sua nazione un primo storico trionfo ai Mondiali di nuoto. Tra le infinite prime pagine dedicate al calcio (tutto il mondo è paese), il quotidiano sportivo A Bola ha aperto con la sua foto in copertina e il titolo “Menino de ouro”, ragazzo d’oro. 

L’altra faccia della medaglia di questi Mondiali, però, è un livello medio nettamente più basso rispetto al passato. Nelle gare disputate finora, tutti i tempi di qualificazione dalle batterie alle semifinali e dalle semifinali alle finali sono stati più lenti rispetto ai Mondiali del 2023, tranne nei 100 rana maschili (un anno fa si entrava in finale in 59’’50, quest’anno è servito un 59’’40). Nella staffetta 4×100 stile libero femminile, nei 1500 stile libero femminili, negli 800 stile libero maschili e nella staffetta 4x100 mista mista con il miglior tempo in batteria non si accedeva alla finale dell’estate scorsa. Fino a questo momento sono state assegnate 13 medaglie d’oro, e più della metà (otto) sono state vinte con un tempo che non sarebbe bastato neanche per salire sul podio a Fukuoka. Tra queste i 1500 stile libero di Simona Quadarella, ma anche la staffetta 4x100 stile libero maschile della Cina, che pure ha giovato di un incredibile e inatteso record del mondo in prima frazione (46’’80 di Pan Zhanle).

Le occasioni continueranno già a partire dal programma di oggi pomeriggio. Luca De Tullio e Gregorio Paltrinieri (senza il campione in carica, il tunisino Ahmed Hafnaoui, solo 18° in batteria) ci proveranno negli 800 stile libero, Alberto Razzetti (senza il polacco Krzysztof Chmielewski, autore del miglior tempo in semifinale ma squalificato per nuotata irregolare) nei 200 farfalla e Nicolò Martinenghi e Simone Cerasuolo (senza il cinese Qin Haiyang, oro nel 2023) nei 50 rana.

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