Foto Ap, via Ansa

Il Mondiale degli assenti. Chi snobba Doha per le Olimpiadi di Parigi

Francesco Caligaris

Da Sarah Sjöström a Rūta Meilutytė nei 50 e 100 rana,da Kate Douglass a Cameron McEvoy, da Ahmed Hafnaoui a Thomas Ceccon. Tra chi ha vinto la medaglia d’oro in una gara individuale al Mondiale della scorsa estate, solamente in sei difenderanno il titolo

Gli assenti hanno sempre torto? Parliamone. È vero che una medaglia mondiale ha sempre il suo valore (“A prescindere da chi ci sia o non ci sia, io penso che ogni Mondiale, ogni Europeo, ogni gara internazionale sia un’occasione per provare a fare qualcosa di importante”, ci ha detto qualche giorno fa l’azzurro Alberto Razzetti), ma il calendario oltremodo congestionato del nuoto internazionale dopo la pandemia richiede per forza di cose di fare delle scelte. Quello di Doha, in Qatar, che per le gare in corsia scatterà domenica 11 febbraio, sarà il terzo Mondiale di nuoto in meno di tre anni, dopo Budapest 2022 e Fukuoka 2023. E, soprattutto, il primo di sempre programmato nella stagione olimpica, a pochi mesi di distanza da Parigi 2024. Per questo, in molti lo snobberanno.

Il sito specializzato Swimming World Magazine ha calcolato che, tra chi ha vinto la medaglia d’oro in una gara individuale al Mondiale della scorsa estate, solamente in sei difenderanno il titolo la prossima settimana: la svedese Sarah Sjöström nei 50 stile libero e nei 50 farfalla, la lituana Rūta Meilutytė nei 50 e 100 rana, la statunitense Kate Douglass nei 200 misti, l’australiano Cameron McEvoy nei 50 stile libero, il tunisino Ahmed Hafnaoui negli 800 e 1500 stile libero e l’altro statunitense Hunter Armstrong nei 50 dorso. Delle 17 specialità individuali femminili, solo in 10 ci sarà al via almeno un’atleta medagliata nella stessa gara a Fukuoka. Il dato migliora tra gli uomini: 14 su 17.

Mancheranno i più forti nuotatori statunitensi e australiani, le due super potenze del nuoto mondiale: da una parte Katie Ledecky, Ryan Murphy, Lilly King e Alex Walsh, oltre a Caeleb Dressel che però recentemente si è fatto notare per aver realizzato il suo nuovo primato personale nei 200 stile libero in yards; dall’altra Kaylee McKeown, Mollie O’Callaghan, Ariarne Titmus, Kyle Chalmers e Sam Short. “Sinceramente questo Mondiale non m’interessa, non è un grosso problema per me saltarlo. Ma per chi ci andrà, spero che si diverta”, ha detto Lilly King all’Associated Press. Assenti anche i cinesi Qin Haiyang e Zhang Yufei, i francesi Léon Marchand e Maxime Grousset, il rumeno David Popovici, la canadese Summer McIntosh e la sudafricana Tatjana Schoenmaker. Solo in questo paragrafo, abbiamo citato 22 medaglie d’oro individuali all’ultimo Mondiale di Fukuoka.

La ventitreesima è quella di Thomas Ceccon, l’unico italiano campione del mondo in Giappone (nei 50 farfalla). Ufficialmente è rimasto a casa per un infortunio a un dito accusato a dicembre, dopo l’Europeo in vasca corta, ma in passato Ceccon non ha mai fatto mistero di voler rinunciare a Doha per evitare di presentarsi alle Olimpiadi di Parigi con l’onere, più che l’onore, di un eventuale titolo mondiale nei 100 dorso. “Abbiamo ritenuto opportuno di dedicarci con maggiore attenzione al suo completo recupero fisico e mantenere la determinazione necessaria per il prosieguo della stagione”: le parole del direttore tecnico della nazionale italiana Cesare Butini al sito federale confermano questa sensazione.

Come accogliere e giudicare quindi eventuali medaglie, sorprese e colpi di scena, per esempio – pescando dal mazzo – un ipotetico doppio oro (alla portata) di Simona Quadarella nel mezzofondo privo di Katie Ledecky? Questo è un appello ai media generalisti e agli spettatori occasionali: Doha è una cosa, Parigi sarà tutt’altro. È importante ricordarselo anche per evitare di caricare di aspettative distorte gli atleti stessi.

Di più su questi argomenti: