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nuoto iridato

Obiettivo Parigi. La gestione di Paltrinieri ai Mondiali di nuoto di Doha

Francesco Caligaris

A sei mesi di distanza da Fukuoka 2023, iniziano i nuovi campionati mondiali di nuoto. Si inizia con il fondo, tuffi e nuoto artistico. E l'obiettivo è sempre lo stesso: centrare il pass per le Olimpiadi di questa estate nella capitale francese. 

“Qual è la prima cosa che mi viene in mente se penso alle Olimpiadi di Parigi? La Senna, perché è una cosa un po’ nuova. Dicono che faranno lì la 10 chilometri di nuoto di fondo. Io una volta nella Senna ci ho nuotato, ed è stata un’esperienza: il fiume era abbastanza sporco, ma calmo e con acqua non troppo fredda. Sul fiume si presentano altre difficoltà rispetto alla piscina e al mare, perché le correnti cambiano tra il centro e i lati, ed essendo un circuito devi sapere come sfruttarle all’andata e al ritorno. È un percorso fascinoso? Sì, infatti non vedo l’ora”. È dallo scorso dicembre che Gregorio Paltrinieri ha un pensiero stupendo in testa – la Senna, dove si svolgerà la 10 chilometri di nuoto di fondo delle Olimpiadi di Parigi 2024 – e ne ha parlato anche l’altro giorno a Repubblica, vaticinando, da appassionato di Nba, una sua possibile “last dance” nelle acque olimpiche del fiume parigino.

A quasi 30 anni, e con il corpo ormai usurato dalle fatiche e dalla solitudine di questo sport brutale (nuota quasi 20 chilometri al giorno da quand’era un adolescente), Paltrinieri deve gestirsi, e domenica non gareggerà nella 10 chilometri dei Mondiali di Doha perché già qualificato per Parigi attraverso i 1.500 stile libero in vasca. Al suo posto ci saranno Domenico Acerenza e Dario Verani, a caccia del secondo pass olimpico per l’Italia.

Non sarà la prima volta che la Senna ospiterà le gare olimpiche di nuoto. È già accaduto nel 1900: si disputarono sette specialità, tutte rigorosamente maschili, tra cui degli strambi 200 metri ostacoli in cui bisognava arrampicarsi su una pertica, passare sotto una fila di barche e poi superarne un’altra salendoci sopra. Vinse l’australiano Frederick Lane, abituato a fare su e giù dalle chiatte del porto di Sydney, davanti a Otto Wahle (dell’Impero austriaco!) e Peter Kemp (Gran Bretagna); purtroppo o per fortuna, la gara è rimasta un unicum nella storia delle Olimpiadi.

Adesso la sindaca socialista di Parigi, Anne Hidalgo, ci vuole riprovare. Fin dalla sua elezione si è assai spesa per il progetto di riapertura al pubblico di alcune zone della Senna dal 2025 (un progetto da 1,4 miliardi di euro) e quale miglior occasione per inaugurarlo delle Olimpiadi della prossima estate? La Senna non è ufficialmente balneabile da un decreto prefettizio emanato nel 1923, pena 15 euro di ammenda, ma i parigini ci hanno nuotato almeno fino agli anni ‘60, quando le condizioni igieniche sono diventate insostenibili. Batteri come l’escherichia coli e gli enterococchi causano gastroenteriti e infezioni urinarie, e qui ci fermiamo. I lavori per combattere l’inquinamento, costruendo diversi serbatoi di stoccaggio per raccogliere l’acqua piovana e le acque reflue, procedono nell’ottimismo della sindaca che ancora poche settimane fa ha promesso di tuffarsi nel fiume prima dell’inizio dei Giochi, ma la cronaca dice che la scorsa estate i test event di due dei tre sport previsti nella Senna (nuoto di fondo, triathlon e paratriathlon) sono stati cancellati per le cattive condizioni dell’acqua. Esiste un piano B per le Olimpiadi? Nì: sperare che i giorni prima non piova oppure modificare in corsa il calendario delle gare.

Intanto sabato mattina a Doha cercheranno la qualificazione a Parigi anche Ginevra Taddeucci e Arianna Bridi nella 10 chilometri femminile. Per Arianna Bridi, operata due volte per una miocardite tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, si tratta del ritorno in nazionale dopo due anni di stop forzato.

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