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Il calciomercato invernale si è concluso, è già iniziato quello estivo. L'ossessione delle trattative

Giovanni Battistuzzi

Finita una sessione si guarda già alla prossima, tra presunte trattative e solo ipotetici colpacci. Il calciomercato è una fuga dal reale, la facoltà che viene data ai tifosi di immaginare un futuro migliore

La sessione invernale di calciomercato è finita. E verrebbe da aggiungere finalmente. Qualcuno è arrivato, qualcuno se ne è andato, l’Hellas Verona ha venduto gran parte del meglio che aveva per fare cassa e cercare di mettere una pezza a una situazione finanziaria e societaria complicata. Qualche cambiamento interessante c’è stato, tipo Tommaso Baldanzi che ha portato il suo calcio meravigliosamente démodé a Roma e alla Roma. Per il resto poche certezze e tante speranze. Perché ormai va così in Serie A: serve scommettere bene sui grandi giocatori del futuro, perché i grandi giocatori del presente hanno piani che non riguardano l’Italia.

Tutto è finito e tutto ricomincerà già oggi. Perché prendersi una pausa dal calciomercato ormai è impossibile. Indipendentemente dalla realtà dei fatti, ossia dalle trattative che effettivamente le società avviano con altri club.

Il calciomercato è in fondo una fuga dal reale, la facoltà che viene data ai tifosi di immaginare un futuro migliore, e quindi vincente, indipendentemente da tutto. Da società che si barcamenano in qualche modo tra conti, debiti e stadi che fruttano meno di quello che potrebbero. Da un campionato che un tempo era il migliore al mondo, e che ora un po’ meno, ma chissà che con le trattative giuste possa tornare a esserlo... In fondo ogni tifoso è sognatore e, in un modo o nell’altro, in questi sogni ci vive almeno sino a quando entra allo stadio o accende la televisione (o il computer o lo smartphone).

Tutto l’anno se ne parla, si immaginano formazioni che non esisteranno mai, si fanno analisi costi-benifici su calciatori che mai arriveranno. Basta una notizia, un titolo. Plausibile o meno non ha importanza.

Pochi mesi fa un direttore di un quotidiano sportivo disse che non avere notizie di calciomercato in prima pagina vuol dire perdere lettori. Aggiunse che è quello, il calciomercato, che vuole la gente. Viene da chiedersi se è davvero così e come fa L’Equipe a campare da anni, e paradossalmente ad aver incrementato lettori negli ultimi due, visto che il quotidiano francese delle trattative e delle roboanti anticipazioni di mercato frega il giusto, cioè poco.

Domani ci saranno nuovi “scoop” e nuovi interessantissimi retroscena che ci accompagneranno sino all’avvio della nuova sessione di calciomercato, quella estiva, e lì sì che di acquisti e cessioni, anche non preventivabili, ce ne saranno parecchi.

Nel 2019 Siniša Mihajlović, stufo di dover rispondere a domande su questa e quella trattativa su questo o quel giocatore che allenava o, a dire dei giornalisti, avrebbe potuto allenare, avanzò a una radio bolognese un’ipotesi. “Sai che ci vorrebbe, un bell’evento”. Il serbo era uomo di mondo, sapeva che il calcio viveva di eventi nemmeno fosse un fighetto milanese. “Chiudiamo presidenti, direttori sportivi e agenti in un posto e facciamo uno show. Poi finito questo, allenatori e giocatori possono finalmente lavorare in santa pace senza rotture di scatole e con il rischio che tutto ciò che di buono si fa possa essere azzerato dalle cessioni”.
Era una bella idea. Una bellissima idea.

Anche perché farebbe comodo a tutti. Si vendono i diritti tv, si fa un bel reality, il sistema calcio ci ricava quello che deve ricavarci, giornali e televisioni uguale. E tutti contenti. Due o tre settimane di show calcistico nel quale tutto è possibile. Nel quale si può sognare un dream team. Poi si ritorna alla realtà e si inizia a giocare. Perché, in fondo, sognare è bello, ma il meglio del calcio è la partita. E se non basta questa c’è sempre Football manager.

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