Il Foglio sportivo

Marta Bassino, il terzo incomodo dello sci azzurro

Stefano Vegliani

“Senza il confronto con Goggia e Brignone non avrei raggiunto certi risultati”, ci dice la sciatrice piemontese

Si torna sempre volentieri dove si ha già assaporato l’emozione del successo. C’è la stessa adrenalina che nei romanzi gialli spinge l’assassino a tornare sul luogo del delitto. Lo sci riprende, come accade da fine anni Novanta, da Soelden in Austria sul ghiacciaio del Rettenbach appena rinfrescato finalmente da qualche nevicata: fino alla prima settimana di ottobre aveva la faccia triste di una sperduta lingua di neve artificiale sulla pista di gara in mezzo al grigiore di quella che una volta era un bel ghiacciaio. Sarà una stagione senza il grande appuntamento come Mondiali e Olimpiadi: tutta concentrata sul calendario di Coppa del Mondo.

Marta Bassino, 27 anni, arriva all’esordio stagionale forte di una preparazione più che soddisfacente in un mese di Argentina. È sua l’ultima vittoria italiana nell’overture austriaca. Tre anni fa guidò la doppietta con Federica Brignone al secondo posto. La squadra femminile italiana vive da anni sulla rivalità Goggia-Brignone spesso più mediatica che reale. Da Coppi e Bartali le rivalità hanno fatto la storia dello sport italiano. Due combattenti che qualche volta si sono pestate i piedi, ma che non hanno mai messo in discussione il valore sportivo l’una dell’altra. In questa lotta tra titani del carattere Marta Bassino fa pensare a quella che sta sempre un po’ in disparte, ma il curriculum dice ben altro. Non è timida, ma è riservata. Nessuna delle sue due compagne di squadra ha due medaglie d’oro ai Mondiali: una conquistata nello slalom parallelo a Cortina nel 2021, poi il capolavoro in Super G a Meribel a febbraio di quest’anno che diede il via a un campionato tra i migliori di sempre. In bacheca anche la coppa di specialità in gigante, da quattro stagioni è stabile tra le prime dieci della Coppa del Mondo generale.

“La rivalità mediatica delle mie compagne non mi è mai interessata” racconta Marta Bassino. “La rivalità sportiva invece mi vede fortemente coinvolta perché confrontarsi quotidianamente è uno stimolo senza uguali. Magari senza di loro non avrei raggiunto certi risultati”. Una cosa è certa, Marta è universalmente considerata la gigantista con maggior classe e stile sugli sci, più volte paragonata a Deborah Compagnoni: leggera ed elegante anche in un mondo dove la muscolarità diventa sempre più predominante.

La preparazione atletica resta comunque importante: “Dopo le vacanze in Indonesia dove sono andata a scaldarmi le ossa, un momento indispensabile a fine stagione, abbiamo ricominciato a rimettere in bolla il fisico e naturalmente a migliorare sempre qualcosa. Ho un preparatore personale, Marco Giordana, che mi segue a casa con un pacchetto oramai consolidato che prevede bici, atletica e pesistica, ma il momento in cui si parte per l’Argentina per tornare a calzare gli sci ha sempre una sua magia”. Andare a sciare nell’emisfero sud fa parte della routine di tutte le squadre. L’Italia oramai fa tappa fissa a Ushuaia in Argentina. Altre nazionali vanno in Cile oppure in Nuova Zelanda: “Siamo rimasti cinque settimane, un periodo di lavoro ottimo con buone condizioni”, racconta Marta Bassino. “Abbiamo avuto giornate più calde dove è stato usato il sale per indurire la neve, proprio come si fa sulle Alpi. Ogni discesa è monitorata dal cronometro, ma sta poi a ogni singola atleta decidere quanto spingere, se cercare il limite o affinare piccoli particolari tecnici. Più passa il tempo, più si riprende confidenza, più si spinge”.

La trasferta argentina non è fatta solo di sci, c’è sempre qualche giorno libero: una gita a cavallo nelle vallate della Patagonia, piuttosto che un tuffo coraggioso nel mare antartico hanno riempito i social dei nostri atleti che, pur senza essere Chatwin, amano curiosare il mondo che li circonda. Che lo sci, non solo quello agonistico, soffra il riscaldamento del pianeta è sotto gli occhi di tutti: nevica meno di una volta, i ghiacciai si ritirano, ci sono molti dubbi sul format attuale dei calendari, la proposta di ritornare a gare estive nell’emisfero australe è sul tavolo: “Capisco che sia importante  trovare delle soluzioni, ma iniziare con le gare tra fine agosto o settembre vorrebbe dire cominciare la preparazione ancora prima, diventerebbe un’attività senza sosta e sarebbe complicato trovare un periodo per staccare. Sono perplessa. Sono invece favorevole a iniziare più tardi la stagione invernale, spero si arrivi presto alla decisione di ritardare l’inizio di un mese. In queste condizioni gareggiare a fine ottobre è una forzatura”.

Tanti atleti oramai sono protagonisti di campagne, soprattutto social, di sensibilizzazione al tema del cambiamento climatico. “Nell’era dei social media conta molto apparire”, spiega Bassino. “Il problema è sotto gli occhi di tutti, ma io credo che sia più importante applicare le buone pratiche nella vita di tutti i giorni, creare un circolo virtuoso nella propria comunità”. Marta Bassino è la più giovane tra le atlete del gruppo Elite: Brignone, Curtoni e Goggia hanno superato la barriera dei trent’anni, è quasi certo che l’Olimpiade di Cortina sarà l’ultimo appuntamento. Anche la piemontese non fa programmi oltre il 2026: “Una medaglia olimpica è l’unico trofeo che mi manca, e quella di Cortina per noi ragazze è la pista di casa, saranno Giochi un po’ strani con gare sparpagliate tra Lombardia, Veneto e Trentino. Per me sarà il terzo appuntamento olimpico, ricordo soprattutto nel 2018 in Corea la fantastica atmosfera del Villaggio che qui non vivremo. Mi spiace, come capisco l’amarezza degli atleti di bob, slittino e skeleton per la pista che non avranno: se penso come atleta mi sento male, ma se penso come persona credo che per costi e salvaguardia dell’ambiente rinunciare a costruire la pista a Cortina sia una scelta sensata. Non nascondo che anche io dopo il 2026 potrei smettere, faccio questa vita zingara dal 2014, quando avevo diciassette anni. Abbandonare lo sci agonistico non sarà facile, ma penso a una famiglia, ai bambini, tornando al paese della mia famiglia: Borgo San Dalmazzo in provincia di Cuneo”. Una vita tranquilla.

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