(foto LaPresse)

Il foglio sportivo

Anche la Lega Pro ha il suo Mourinho: Eziolino Capuano

Annarita Digiorgio

L'allenatore campano infiamma Taranto, risveglia il tifo ("Se non ci danno lo stadio mi incateno") e fa litigare presidente e sindaco

Da un anno Taranto ha il suo eroe. Anzi, il vate, come lo chiamano migliaia di fan che da tutta Italia continuano a seguire il Mourinho della Lega Pro: Eziolino Capuano. Chiamato dal presidente Massimo Giove a guidare la squadra in Serie C. Eziolino in un anno è riuscito a riportare allo stadio i tifosi delusi dalle ultime stagioni: da 300 l’anno scorso, il 3 settembre alla prima partita del campionato erano 12 mila per Taranto-Foggia. “Questo è il mio popolo, questa è la mia vittoria” ha detto Eziolino. A quella partita, per la prima volta, c’era in tribuna che il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, che non segue il calcio. Con la maglia dello scorso anno, con lo sponsor della Birra Raffo, che ora ha lasciato i grandi oneri finanziari a Giove. Acciaierie d’Italia voleva sponsorizzarlo, ma l’amministrazione si è messa di traverso. Il Taranto vince 2 a zero. Ma all’uscita un fumogeno lanciato dai tifosi foggiani finisce sul materiale infiammabile accatastato sotto la curva sud. Le immagini dello Iacovone in fiamme hanno fatto il giro del mondo, ma per fortuna tutti erano già usciti e nessuno si è fatto male. Tre tifosi del Foggia prendono il Daspo, e la società due mila euro di multa. Ma il più penalizzato è il Taranto: lo stadio resta inagibile, la Procura apre un’inchiesta, la Prefettura ordina al Comune i lavori di messa in sicurezza. 

 

Tutta la città chiede chi dal Comune avesse autorizzato l’accatastamento di quei materiali in curva, sapendo che un assessore si era fatto una foto per il loro acquisto. Il Comune si trincera nel silenzio, inasprendo i tifosi e promettendo la riapertura dello stadio per la partita con il Crotone. Un mese dopo promessa disattesa, i Vigili del Fuoco rilevano che i lavori fatti dal Comune non sono sufficienti e lo stadio non è agibile. Si gioca a porte chiuse. I tifosi protestano. Eziolino anche: “Siamo vittime di un sopruso contrario alla Costituzione italiana. L’errore non è stato né del Taranto né dei nostri tifosi. Chi li ripagherà? Chi ripagherà società e giocatori?”. 
 
Il presidente Giove si dimette. Con una lettera intensa, in cui accusa l’amministrazione: “In ogni città la Società calcistica che la rappresenta detiene con l’amministrazione del territorio rapporti idilliaci e di grande collaborazione, a Taranto questo non è possibile in quanto al suo Sindaco, Rinaldo Melucci, del calcio e del Taranto calcio non interessa nulla. Non sono stanco del calcio, anzi. Ho ritrovato i miei tifosi e sono orgoglioso di aver restituito loro la voglia di incitare e tifare la nostra squadra sugli spalti. Sono stanco e non accetto più i continui soprusi, le ingiustizie e le prese di posizione dittatoriali senza senso che devo costantemente subire dai gestori di questo circo. Ora l’amministrazione se ne prenda oneri e onori”. Il sindaco gli risponde di consegnare le chiavi, accennando a una situazione debitoria della società, e millantando nuovi investitori, inesistenti. A quel punto entra in campo Eziolino: “Giove da due anni che io sono qui a questi ragazzi non ha mai fatto mancare nulla pagando tutto fino all’ultimo centesimo. Forse il dottor Melucci è a conoscenza di cose che non sappiamo. Queste cose non le ha dette uno a caso ma una persona autorevole come il sindaco, come faccio a preservare i miei ragazzi? Affermare che Giove non ha la forza economica genera allarmismi ingiustificati nella squadra e anche a livello nazionale, peraltro senza fondamento”.

 

I tifosi riempiono la città di decine di striscioni contro l’amministrazione Melucci, persino sul ponte girevole: “Sindaco e assessori solamente dei cialtroni, aprite lo stadio e fuori dai…”. Il sindaco, per rimediare, annuncia un maxischermo fuori dallo stadio per seguire la diretta. La risposta la da la società con un tweet durante la partita: due foto a confronto, la piazza col maxischermo dell’amministrazione vuota, e i tifosi a migliaia sotto la curva nord a tifare Taranto. I cori contro Melucci sono irripetibili. Il Taranto vince, a porte chiuse, 2 a 1. La squadra va a salutare i tifosi fuori dallo stadio. Con il suo mister Eziolino: “Io non vado mai a salutare la tifoseria né quando vinco né quando perdo, ma questa volta lo meritavano. C’è un solo vincitore il popolo tarantino. Per chi si aspettava cose diverse ci sono sempre i limoni, quelli stringono, i limoni son tanta roba”. Il video fa il giro d’Italia con milioni di visualizzazioni: “Questa partita ha valori che vanno oltre il campionato. L’abbiamo aspettata come il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi. Non la vittoria, l’attesa è la cosa più bella”. Piange Eziolino, i tifosi lo abbracciano.

 

La prossima partita in casa è contro il Turris il mercoledì 25 ottobre. Il Comune non ha ancora detto quando finirà i lavori. “Se non ci ridanno lo stadio io mi incateno. E divento ignorante”. Eziolino lo fa veramente: “Io sono come il medico del pronto soccorso per il calcio, quando qualche squadra fa un incidente quasi mortale chiamano me”. Taranto ha trovato il suo medico. 

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