Ansa

L'intervista

"Su Zaniolo e Tonali si è cercato lo show. Volevano coprire una fuga di notizie?". Parla Costa (Azione)

Ruggiero Montenegro

"I due calciatori hanno ricevuto l'avviso di garanzia nel ritiro della Nazionale a Coverciano. È normale? È proporzionato all’eventuale reato commesso?", dice il responsabile giustizia del partito di Calenda

"Era proprio necessario?". Siamo alle solite. Siamo alla spettacolarizzazione di una vicenda giudiziaria, quella che ha coinvolto Nicolò Zaniolo e Sandro Tonali, raggiunti ieri da un avviso di garanzia mentre erano in ritiro con la Nazionale. "La giustizia ordinaria e quella sportiva faranno il loro corso e ci mancherebbe", premette Enrico Costa, deputato e responsabile giustizia di Azione, da sempre attento alle degenerazioni del circo mediatico-giudiziario. "Da quello che leggo sarebbe contestato a questi ragazzi una contravvenzione oblazionabile: è proprio il minimo, addirittura con meno di 500 euro si estingue il reato", dice al Foglio Costa. "A fronte di questo, la procura ha cercato un momento preciso per aprire un procedimento e notificare l'atto sotto i riflettori. Allora delle due l'una: o l’obiettivo era generare clamore per rafforzare l'inchiesta, oppure si sono ricercati i riflettori per coprire una fuga di notizie”. 

Un dubbio che viene in mente anche ripercorrendo la dinamica di quanto accaduto. Il calciatore della Juventus Nicolò Fagioli risulta indagato per scommesse sportive - pare si sia autodenunciato -, Fabrizio Corona dice di conoscere i fatti, annuncia il coinvolgimento di altri atleti, Tonali e Zaniolo appunto, quindi viene sentito in procura. Di lì a poco la polizia arriva a Coverciano. "E così il clamore mediatico ha soffocato la fuga di notizie", ragiona Costa. "Si sa che ci sono decine di giornalisti per il ritiro della Nazionale, si sa anche che c’è un’attenzione particolare a quella circostanza. E si decide di intervenire".

Un tempismo quanto meno curioso, che prescinde dai fatti e dai regolamenti  - per esempio quelli sportivi che vietano ai alciatori di scommettere, anche attraverso piattaforme legali. "E in ogni caso - continua il deputato di Azione - se doveva essere un atto a sorpresa, fatto sull'onda delle dichiarazioni di Corona, saremmo comunque di fronte a qualcosa di singolare, un po' strano".

Chiaramente, qui non si tratta di entrare nel merito dell'inchiesta, ma "nelle modalità con cui gli atti di indagine si dispiegano", puntualizza Costa, prima di porsi alcune domande. "È normale? È proporzionato all’eventuale reato commesso? E' stato messo in conto dalla procura che proprio lì erano puntati i riflettori di decine di giornalisti? O l’hanno fatto proprio per questo?". Domande a cui difficilmente arriverà una risposta, ma il risultato è che "ora abbiamo dei ragazzi indagati per una contravvenzione, esposti in questo modo. Non so se il concetto di avviso di garanzia, che Nordio ci spiega essere un atto nell’interesse della persona e non una garanzia di sputtanamento, sia coerente con la concezione dello stesso ministro della Giustizia", dice ancora Costa.

Non siamo tuttavia di fronte a un fatto nuovo, la spettacolarizzazione mediatica va avanti da anni, sebbene Nordio lo abbia denunciato più volte. Piuttosto si interviene su altri aspetti dela giustizia, continuando a istituire reati, a innalzare le pene, solleticando insomma il clima giustizialista. "Il punto è che molte indagini e inchieste campano sulla comunicazione della prima notizia. Il 'come' diventa già sentenza". Una sorta di marketing giudiziario, con buona pace di chi è indagato. "Nordio conosce queste situazioni e ne illustrava i danni sia da editorialista che da ministro, nelle sue dichiarazioni programmatiche", prosegue Costa: "Poi non ha agito di conseguenza, ma anzi è andato dietro alle pulsioni di questa maggioranza, che sono tutt’altro che garantiste”.

Nel frattempo, Corona annuncia che presto farà i nomi di altri calciatori coinvolti. “Io vorrei capire – dice Costa – anche da dove arrivano le sue informazioni, ma purtroppo le indagini sulle fughe di notizie le fanno le stesse procure dalle quali le notizie sono uscite. Dovrebbero essere altri a indagare". E invece, siamo qui ad attendere il prossimo indagato. Dobbiamo aspettarci un altro show? "Prima capiamo dove sono oggi i giornalisti...", conclude Costa, con una battuta. 

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