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Il foglio sportivo

La piscina azzurra è piena di giovani talenti che devono avere voglia di faticare

Francesco Caligaris

Marco Menchinelli, responsabile tecnico delle squadre nazionali giovanili di nuoto, racconta l'estate di vittorie dei nostro ragazzi: "Vedo un futuro interessante per molti dei nostri ragazzi"

Alla fine di luglio, ai Mondiali di nuoto di Fukuoka, l’Italia ha vinto sei medaglie: un buon bottino, il terzo più ricco di sempre, accolto tuttavia con qualche malumore di troppo anche a causa delle pesanti aspettative che la nazionale azzurra si era creata quasi da sola dopo un 2022 indimenticabile e irripetibile. Si è detto che qualche campione ha alzato un po’ il piede dall’acceleratore dopo un biennio a tutta, che qualcun altro non era al meglio della condizione a causa di infortuni vari e che, in generale, sono le altre nazioni che hanno fatto un passo avanti, che hanno ripreso a sfornare fuoriclasse dopo il periodo di assestamento post pandemia. Tra meno di un anno, a Olimpiadi terminate, conosceremo finalmente dove sta la verità. 

Nel frattempo, l’Italia è già al lavoro per apparecchiarsi il futuro. L’estate 2023 della nazionale giovanile è cominciata a giugno con 35 medaglie alla Coppa Comen (14 ori, 12 argenti e 9 bronzi, primo posto nel medagliere), è proseguita a luglio con gli Europei di categoria (21 medaglie, 9 ori, 8 argenti e 4 bronzi, primo posto nel medagliere) e con il Festival olimpico della gioventù europea (18 medaglie, 7 ori, 4 argenti e 7 bronzi, primo posto nel medagliere) e si è conclusa all’inizio di settembre con i Mondiali junior, dove gli azzurrini hanno conquistato 12 medaglie (4 argenti e 8 bronzi) e hanno chiuso al quarto posto per numero di podi totali dietro agli Stati Uniti (33), all’Australia (24) e al Canada (13), e dove – dato sottovalutato dai più, che non finisce nei titoli di giornale ma che indica la brillantezza del movimento – su 27 atleti convocati sono stati realizzati 26 nuovi record personali. 

 

E per me è un dato equivalente alle medaglie, se non più importante, nel senso che uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati prima della partenza era: abbiamo dei competitor di altissimo livello, noi andiamo lì per fare i nostri tempi migliori, poi se questo ci dà lo spazio per vincere qualcosa ben venga”, dice Marco Menchinelli, dallo scorso marzo responsabile tecnico delle squadre nazionali giovanili di nuoto. “È stata una stagione con quattro grandi eventi e, tra tutte le manifestazioni, abbiamo avuto circa 80 atleti, un segnale di coinvolgimento di tutto il territorio. Abbiamo fatto un conto: agli Europei erano rappresentate 15 delle 20 regioni italiane. Questo per me è un buon segno”. 

“In questo gruppo c’è qualche individualità che potrebbe esplodere ancora di più rispetto al percorso compiuto fino adesso”, continua Menchinelli. “Vedo un futuro interessante per almeno sette-otto atleti che possono ambire a occupare un posto di rilievo nella nazionale assoluta entro qualche anno. Spero che ci possa già essere il coinvolgimento di qualche ragazzo agli Europei in vasca corta di dicembre, perché è sempre uno step in più confrontarsi con gli atleti più grandi”. 

 

Visto il suo ruolo da selezionatore super partes, Menchinelli preferisce non fare nomi, ma spulciando i risultati e i tempi dei Mondiali non è difficile individuare in Alessandro Ragaini (argento nei 200 sl in 1’47’’28 e nei 400 sl in 3’46’’66, bronzo nei 200 farfalla in 1’57’’79), Lorenzo Ballarati (argento nei 100 sl in 49’’05 e bronzo nei 50 sl in 22’’47), Davide Passafaro (argento nella staffetta 4x100 mista maschile con una frazione conclusiva a stile libero da 48’’57 lanciato) e Sara Curtis (bronzo nella 4x100 mista femminile con 54’’83 lanciato nell’ultima frazione sempre a stile libero), tutti e quattro nati nel 2006, i profili da circoletto rosso.

 

“E non c’era Lorenzo Galossi, un altro 2006 che aveva fatto molto bene negli anni passati”, conclude Menchinelli, questa volta sbilanciandosi leggermente. Galossi ha già vinto due medaglie agli Europei senior, nel 2022 a Roma, ma in questa stagione la sua crescita sembra essersi interrotta. Nei giorni scorsi è uscita la notizia dell’ennesimo cambio di allenatore degli ultimi mesi. “Il problema non sono gli allenatori, ma lui deve ritrovare la voglia di allenarsi e di faticare, perché il talento senza fatica, soprattutto in uno sport come il nuoto, ha poco significato. Ha delle enormi possibilità di avere una fantastica carriera: starà solo a lui trovare gli stimoli giusti”.

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