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Il Foglio sportivo – IL RITRATTO DI BONANZA

Le vie diverse del calciomercato in Serie A

Alessandro Bonan

Si avvicina l'ultima settimana di trattative e alcune società come, Milan e Juventus, hanno cambiato il metodo di costruzione della propria squadra. Altre invece si muovono come meglio possono con quello che hanno, o gli rimane

Il calciomercato sta per affrontare la sua ultima settimana di vita, in attesa dell’inverno, quando ritornerà rigido e scarno, come le tutte cose fredde. Iniziato a giugno, in teoria fuori norma in quanto i contratti si possono depositare da luglio fino al primo settembre, ha vissuto di qualche sussulto, e di poche certezze. L’affare Lukaku l’ha animato, rendendo chiara la visione cinica di certi protagonisti. Tutto è soldi, nulla è cuore. Sceso da questo piedistallo morale su cui solitamente non salgo (scusate il disagio), restano alcune riflessioni di carattere generale. 

La prima è che alcune società, Milan in testa, hanno intrapreso un modo diverso di costruire la squadra. Allontanati senza troppo riguardo Paolo Maldini e Ricky Massara, la proprietà rossonera (generico) ha posto al centro la managerialità, sostituendo l’uomo con l’idea. Pioli detta la linea tecnica, indicando ruoli e caratteristiche, i dirigenti acquistano, affidandosi prevalentemente alle statistiche. Il resto lo fanno i classici contatti con i procuratori a cui il Milan si rivolge, in questo caso simile a tutti, per arrivare a contattare tizio o caio. La Juventus ha scelto un dirigente classico, fresco di scudetto: Fabrizio Giuntoli. È arrivato un po’ in ritardo e in mezzo a un nugolo di chiacchiere fastidiose su certe resistenze bianconere al suo nome. Con Allegri forma un tandem sulla carta vincente. Sono due toscani, entrambi parecchio caratteriali, il primo esplicito il secondo più tattico. Non è necessario che si amino per funzionare, ma è molto importante che si fidino l’uno dell’altro, e per farlo devono stimarsi. Se così sarà, la prima Juventus, già ricca di campioni, potrà fare bene, mentre la seconda, quella dell’anno successivo, addirittura esplodere ricreando un ciclo. 

In mezzo a queste realtà, si confermano le logiche dell’Inter, spiazzata da Lukaku ma in grado di allestire con pochi soldi (tutto è relativo) una squadra molto forte, e dell’Atalanta, che ha scelto qualche relitto abbandonato in fondo al mare, vedi De Ketelaere, per restare a galla, rilanciarsi in Europa, e magari approfittare di qualche passaggio a vuoto altrui. Il Napoli ha encomiabilmente difeso la squadra dello scudetto. Senza Spalletti, il messaggio di De Laurentiis è quello di chi vuol dire al mondo che a vincere è il Presidente, detto con la P maiuscola, per sottolinearne la dimensione autocratica. Restano poche righe, da dedicare a chi vive il calciomercato con la stessa passione di un contadino. Si sveglia al mattino presto, si alza e va a lavorare sui campi. Sa annusare la terra e approntare la semina, prevedendo il raccolto. È Pantaleo Corvino, direttore sportivo del Lecce. Dall’alba al tramonto, ormai da oltre trent’anni, impegnato a crederci.

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