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L'inaugurazione

Il Mondiale di scherma a Milano è il trampolino perfetto per le Olimpiadi di Parigi

Umberto Zapelloni

L'Italia ospita per l'ottava volta i campionati mondiali e raccoglie le prime medaglie, proprio mentre arrivano buone notizie dal nuoto in Giappone, l'atletica ritrova Larissa Iapichino e si attende Jacobs. L'anno prossimo, ai giochi olimpici in Francia, "potremmo anche migliorare i numeri di Tokyo 2020", dice Malagò

Milano è più olimpica che mai. A un anno esatto dai Giochi di Parigi e a 927 giorni da quelli di Milano-Cortina, arriva in una città disastrata dalla tempesta notturna, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. È l’ospite d’onore alla cerimonia d’inaugurazione dei Mondiali di scherma che stanno radunando nella zona della vecchia fiera migliaia di giovani. “E’ l’ottava volta che l’Italia ospita i Mondiali di scherma, ma la prima volta con il presidente della Repubblica all’inaugurazione – ha detto Malagò - La sua passione e la sua vicinanza rappresentano un vanto e un orgoglio per il nostro mondo e uno sprone per i nostri atleti e le nostre atlete”.

 

Il Mondiale di scherma è il trampolino perfetto verso Parigi che tra un anno inaugurerà i suoi Giochi. A un anno da Parigi lo sport italiano non è messo male. Lo racconta il presidente del Coni Malagò che ha presieduto la 1140 esima Giunta nazionale all’Arco della Pace, dove è stata aperta anche Casa Italia per tutta la durata del Mondiale. “Lo sport non è statistica, anche se la statistica ha la sua importanza. Non ci sono certezze, ma a vedere come stiamo adesso e seguendo il report che ci ha fatto Carlo Mornati, il responsabile della preparazione olimpica, possiamo pensare che a Parigi potremmo anche migliorare i numeri di Tokyo. Di poco, ma li possiamo migliorare. Le prospettive sono buone anche se di scontato nello sport non c’è mai nulla”. Numeri di qualità: 10 ori, 10 argenti e 20 bronzi, il miglior bottino della storia olimpica azzurra, superiore al record di 36 medaglie stabilito a Los Angeles 1932 e Roma 1960.  

Ci sarebbe da firmare fin da subito. Anche perché a Tokyo arrivarono medaglie pesantissime dall’atletica con gli ori di Jacobs, Tamberi, della 4 x 100, Stano e Palmisano. Proprio l’atletica che in attesa di Jacobs ha trovato Larissa Iapichino, il nuoto che dal Giappone ci sta mandando grandi notizie, la scherma che ha cominciato a raccogliere medaglie fin dal primo giorno dei mondiali milanesi (“è il forziere del nostro sport, un quarto delle medaglie olimpiche arrivano da qui”), potrebbero riempire il medagliere tra un anno. “Non possiamo fermarci ai ricordi, ma dobbiamo pensare a nuovi successi. E’ vero che nello sport lo storico non conta, ma se ci sono atleti che dal 2015 vincono sempre come sta facendo la Ledecky negli 800 stile libero qualcosa vorrà dire”. Certo le medaglie si contano, ma si pesano anche. E Malagò tira le orecchie al calcio (“Sono molto dispiaciuto per l’Under 21”) e spinge il basket (“Ho appena fatto il mio in bocca al lupo al presidente Petrucci per i Mondiali”).

Se Parigi è vicinissima. Milano-Cortina è vicina. Si parte i 6 febbraio 2026. E la situazione non è semplicissima. “Dobbiamo essere realisti, stiamo facendo una vera e propria corsa contro il tempo. Purtroppo in Italia quando si tratta di interventi strutturali non è mai semplice. Pensate che sono cominciati solo l’altro giorno i lavori sulla Tiburtina per migliorare la viabilità in vista della Ryder di settembre. L’organizzazione l’abbiamo ottenuta 8 anni fa, ma i lavori sono cominciati adesso con 40 gradi. Ce la faremo, ne sono sicuro, ma sarà una corsa. E tutto ciò che non dipende ma mi preoccupa”. Domattina l’amministratore delegato di Milano Cartina si presenterà al Consiglio nazionale con una relazione. “Ci sono paesi che inaugurano gli impianti anni prima delle manifestazioni che devono ospitare. Ma non hanno la nostra storia, la nostra cultura, il nostro tifo, il nostro calore…  Ce la faremo, ma come al solito viaggeremo con la spada di Damocle sulla testa fino ai via. Prima delle ferie incontreremo anche il Presidente del Consiglio Meloni perché i Giochi sono di Milano-Cortina, ma sono Giochi di tutta l’Italia e possono servire da volano anche per ospitare gli Europei di calcio”. All’ultimo respiro. Un classico italiano.