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Da quest'anno il nuoto artistico sarà un altro sport. Debutta il nuovo regolamento

Francesco Caligaris

Agli Europei in Polonia (che si concludono domenica 25 giugno) si dà il via al cambiamento più significativo nella storia di questo sport: meno intuito e discrezionalità dei giudici, più certezze e oggettività

Russia, Russia, Russia, Russia, Russia, Roc (che poi sarebbe il Comitato olimpico russo): è l’albo d’oro degli eventi di nuoto artistico alle ultime sei Olimpiadi, da Sydney 2000 a Tokyo 2020. Russia-Cina-Ucraina, Russia-Cina-Ucraina, Russia-Cina-Ucraina: è stato il podio delle gare di duo, sempre nel nuoto artistico, tra i Mondiali del 2015 e quelli del 2019. Nel 2022, a Budapest, con l’assenza della Russia a causa della guerra, tutto è slittato di una posizione e il podio è diventato Cina-Ucraina-Austria. Italia-Spagna-Slovacchia, Italia-Spagna-Slovacchia: sono state le nazioni medagliate, nel programma tecnico e nel programma libero del duo misto, agli Europei di Roma dell’estate scorsa.

Per decenni il nuoto artistico – com’è chiamato, dal 2017, il nuoto sincronizzato – è stato uno sport dalle classifiche cristallizzate, dalle gerarchie già decise in partenza, dall’influenza “politica” esercitata da alcuni paesi sui giudici. Uno sport in cui “importava anche il risultato delle gare precedenti”, come dice Giorgio Minisini, campione del mondo e d’Europa in carica nel duo misto insieme a Lucrezia Ruggiero. Da quest’anno non sarà più così. Ai Giochi Europei in programma da oggi a domenica 25 giugno a Oswiecim, in Polonia, che assegneranno i titoli continentali e il primo pass olimpico per Parigi 2024 alla coppia vincitrice del duo, si gareggerà per la prima volta in un grande evento internazionale con il nuovo regolamento entrato in vigore alla fine del 2022. Un regolamento oggettivo, meritocratico. “Il cambiamento più significativo nella storia di questo sport”, come hanno scritto in Inghilterra.

“Il nuoto artistico da quest’anno sarà un nuovo nuoto artistico”, spiega Patrizia Giallombardo, direttrice tecnica della nazionale italiana. “Il nuovo regolamento si avvicina molto al pattinaggio, alla ginnastica ritmica e ai tuffi. Tutti gli elementi sono codificati con un coefficiente di difficoltà predeterminato dalla federazione internazionale. Noi allenatori prima di ogni gara dovremo presentare la coach card, con tutti gli elementi in ordine di apparizione, e ci saranno dei giudici che controlleranno che la routine venga eseguita in modo corretto, pena dei punti di penalizzazione”. Continua Giallombardo: “Prima non c’erano i coefficienti, erano i giudici che determinavano le difficoltà, e si andava a intuito, era tutto soggettivo. Questo renderà la valutazione molto più oggettiva. L’obiettivo è cercare di cambiare le classifiche. Se magari prima nessuno si ‘permetteva’ di far arrivare seconda la Russia, anche se commetteva un piccolo errore, adesso è tutto matematico, carta canta. Sarà bello avere la possibilità di essere giudicati in modo oggettivo”.

Il nuovo regolamento è stato sperimentato in Italia già a febbraio, durante i Campionati assoluti invernali disputati a Riccione. A inizio giugno, alle finali della Coppa del Mondo 2023 che si sono svolte a Oviedo, in Spagna, nelle varie specialità del nuoto artistico sono saliti sul podio dieci paesi diversi: Giappone, Spagna, Canada, Francia, Ucraina, Paesi Bassi, Kazakistan, Colombia, Italia e Cina.

“Io sono super entusiasta del nuovo regolamento”, racconta Giorgio Minisini, che ai Giochi Europei sarà in gara nel duo misto con Lucrezia Ruggiero e, per la prima volta dopo l’apertura alla partecipazione degli uomini alle Olimpiadi, anche nella gara a squadre. “È ovvio che è difficile cambiare dopo aver nuotato tanti anni in un altro modo, ma era proprio quello che desideravo. Qual è la caratteristica dello sport? Avere un risultato chiaro in base a un numero di obiettivi raggiunti, no? Come segnare dei gol. Ecco, i nostri esercizi ora saranno una serie di gol da segnare. Prima il nuoto artistico era uno sport dal punto di vista fisico, ma dal punto di vista della competizione mancava l’agonismo, mancava quella componente di imprevedibilità che non potrà che fare bene all’intero movimento. Il nuoto artistico ha bisogno di gare in cui conti solo quello che si fa in gara. Nessuno vince veramente in uno sport che allontana il pubblico. Vinciamo tutti quanti, invece, se il nostro sport diventa più equo, più veritiero e più entusiasmante da guardare”.

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