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giustizia sportiva

Con la tragicomica storia del Lecco (promosso in B e poi bocciato) vincono i cavilli

Umberto Zapelloni

Tra promozioni annullate, ricorsi e incertezze il calcio italiano è in balia della burocrazia. Il caos della seconda divisione è da commedia dell’assurdo

Neppure il tempo di festeggiare l’Under 19 campione d’Europa che il calcio italiano è alle prese con una di quelle commedie dell’assurdo in cui spesso gli capita di infilarsi. Il tormentone dell’estate calcistica 2023 balla attorno alla Serie B che un giorno sì e l’altro pure vede cambiare gli attori protagonisti. Sembra di essere capitati in una canzone di Annalisa, solo che qui al posto dei baci ho visto te che presenta ricorso contro di lui che ricorre contro quell’altra e presenta ricorso contro di me. Avete presente? No, non è il caldo di questi giorni. E’ il fatto che scendere di una categoria nel calcio di oggi può significare fallire o vendere tutto a prezzo d’occasione. Per questo si lotta con colpi che vanno ben sotto la cintura. 

 

In una battaglia fatta di ricorsi e controricorsi, il Collegio di garanzia del Coni ha accolto quello del Perugia contro il Lecco, escludendo dalla Serie B l’ultima squadra promossa sul campo. Così, una settimana dopo aver presentato il campionato con il nuovo calendario ecco che tutto viene stravolto e rinviato al prossimo grado di giudizio del Tar (2 agosto) e poi del Consiglio di stato (29).  “Siamo solo all’inizio”, dicono nei palazzi dove si comanda. La storia del Lecco, promosso nello spareggio contro il Foggia è un vero copione da commedia tragicomica:  meritatamente promosso in B dopo aver vinto i playoff, il Lecco si è poi visto bocciare l’iscrizione al campionato da parte della Commissione criteri infrastrutturali della Figc che aveva rilevato un’irregolarità nella presentazione della documentazione relativa allo stadio (l’impianto di casa non è agibile per la B, il club aveva scelto l’Euganeo di Padova, ma alla mezzanotte del 20 giugno, poco più di 48 ore dopo la promozione, mancavano le certificazioni delle autorità venete, arrivate solo tre giorni dopo). Bocciatura poi cancellata il 7 luglio dal Consiglio federale che aveva ricevuto un parere questa volta positivo della stessa Commissione criteri infrastrutturali. La Figc aveva fatto la scelta giusta in fin dei conti. Una gioia durata una decina di giorni perché poi l’altro giorno è arrivata la decisione del Collegio di garanzia che ha accolto il ricorso del Perugia, basato sulla perentorietà dei termini per le iscrizioni, ricacciando nel limbo il Lecco. E, come si continua a ripetere a Roma, siamo solo all’inizio.

 

Alla base di tutto secondo gli avvocati di parte c’è un errore della Figc: quando la Lega Pro ha cambiato il calendario, il 27 aprile, la Federazione avrebbe dovuto modificare il termine per l’iscrizione della vincitrice dei playoff.  Tra l’altro il Lecco aveva presentato istanza di proroga, senza risposte. E poi avrebbe rispettato i nove giorni di tempo per presentare la documentazione. Certo, c’è chi dice che con una società più organizzata non sarebbe accaduto. Manca la controprova. Che un cavillo cancelli una promozione meritata sul campo è comunque assurdo. Un errore di forma ha aperto la grande battaglia dei ricorsi (a vario titolo si sono schierati anche Foggia che aveva perso il playoff con il Lecco, Reggina esclusa dal Consiglio federale e Siena escluso dalla C). La burocrazia sta riscrivendo le classifiche e i calendari con la possibilità che il campionato di Serie B passi a 21 squadre. Una possibilità contro cui lotteranno con tutte le forze Figc e Lega di B che vogliono salvaguardare il format a tutti i costi. Un’indicazione la avremo già a fine mese quando la Federazione pubblicherà la graduatoria di merito.

 

La sensazione è che bisognerà attendere il Consiglio di stato del 29 agosto per avere l’ultima parola e sapere con esattezza la composizione dei campionati di Serie B e C. Tutto questo quando il campionato di Serie B avrebbe dovuto ripartire il 19 agosto. D’altra parte non possiamo proprio definire normale un paese che candida San Siro ad ospitare la finale di Champions del 2026 o del 2027. Una bella idea e anche una bella cosa per Milano che potrebbe avere nel giro di pochi mesi Olimpiade e finale di Champions. Peccato che Milan e Inter quello stadio vorrebbero raderlo al suolo. Ma magari è un messaggio pure questo.

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