Foto Epa, via Ansa

Chi è Alberto Bollini, il ct che ha guidato l'Italia u19 alla vittoria dell'Europeo

Marco Gaetani

Dalle vittorie con le giovanili della Lazio al successo continentale con gli azzurrini. Ora la Federazione potrebbe affidargli la guida dell'Under 21

Che ci sia ancora vita sul pianeta calcistico Italia lo ha confermato la Nazionale Under 19, vincitrice del titolo europeo, guidata da uno dei grandi maestri del calcio giovanile nazionale: appena superati i 57 anni, Alberto Bollini ha messo la ciliegina su una torta preparata con perizia in una carriera che lo ha visto tra i grandi protagonisti dei nostri vivai fin dalla metà degli anni Ottanta, quando sgobbava sui campi del nord Italia. Il titolo europeo non solo l’ha proiettato sulle cronache nazionali, ma lo pone anche come candidato principale alla panchina dell’Under 21, rimasta libera dopo la seconda eliminazione anticipata rimediata da Paolo Nicolato. Carmine Nunziata, ct dell’Under 20 vicecampione del mondo, sembrava il favorito, ma Bollini potrebbe aver piazzato il sorpasso all’ultima curva: parabola sicuramente particolare per due allenatori che, in questi anni, si sono scambiati le panchine subito a ridosso dell’Under 21 nella gerarchia delle giovanili azzurre.

Nella bacheca personale, Bollini può vantare già due scudetti Primavera, vinti entrambi con la Lazio: il primo nel 2001, alla guida di una squadra solida ma tutt’altro che infarcita di prospetti, che aveva in Daniel Ola la sua teorica stella, un difensore centrale fortissimo fisicamente incapace di trovare spazio ai massimi livelli, e invece ha visto poi sbocciare altri due difensori, Di Cesare e Domizzi. Il secondo nel 2013, arrivato dopo aver portato nel 2007 la Sampdoria a giocarsi il titolo così come la stessa Lazio nel 2012, due campionati persi in finale proprio contro l’Inter. Nel 3-0 rifilato all’Atalanta, i volti copertina erano quelli di Danilo Cataldi e Keita Balde Diao.

Nell’Under 19 ha voluto uno staff di primo livello, sempre in completa sintonia con Maurizio Viscidi, coordinatore delle Nazionali giovanili, e il fatto di aver preso parte alle ultime finali di Nations League all’interno del gruppo tecnico al fianco di Roberto Mancini non fa che aumentare le sue carte in vista della decisione relativa alla panchina dell’Under 21, visto che il c.t. della Nazionale maggiore avrà voce in capitolo sulla scelta. Peraltro, per lui non sarebbe una prima volta assoluta: nell’ottobre del 2020, infatti, si trovò catapultato alla guida degli azzurrini in occasione di un gigantesco focolaio di Covid che aveva colpito la rosa di Nicolato, vincendo una partita cruciale contro l’Irlanda allenando di fatto una Under 20 con pochissimi giocatori aggregati dalla rosa di età superiore.

Come dimostrato anche nel corso degli Europei appena conclusi, con cambi di sistema di gioco attuati in base alle necessità e allo studio degli avversari, Bollini fa delle letture tattiche uno dei suoi punti di forza: ha saputo portare, nelle squadre giovanili allenate, un approccio da prima squadra. È un uomo del fare, silenzioso, per certi versi schivo (pur con un passato da opinionista in Rai), lontano dai riflettori per indole e volontà, abilissimo gestore dei giovani anche a livello di personalità: da loro sa tirare fuori il meglio e non è un caso che in queste ore i social siano pieni di messaggi di congratulazioni arrivati da tanti di quei ragazzi incontrati nelle varie esperienze di questi anni. Il profilo perfetto per rilanciare una Nazionale che da troppi anni è lontana dalla gloria passata.

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