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Il Foglio sportivo

Si corre al Mugello. Attenti a Bezzecchi: risoluto, sgasatore, esclusivo

Giorgio Burreddu

Solo tre parole, sole cuore amore, per questo Gp del Mugello che può lanciare definitivamente il giovane riminese nell’iperspazio della MotoGp. Dal dilemma dell'infanzia tra fascino e paura per i motori alla vittoria a Le Mans

Solo tre parole: risoluto, sgasatore, esclusivo. Non basteranno mai a definire Marco Bezzecchi. Troppo complesso nella sua semplicità. Multisfaccettato, multicolorato, multiforme. Solo tre parole, però. E facciamocele bastare. Le abbiamo chieste a Vito, che di Bez è il papà. E poi a Carlo Pernat, occhio di lince, vecchio lupo di mare e di piste, fine scopritore di talento. Infine a Uccio, che è il direttore e manager della Mooney VR46 Racing Team e che Marco lo vede tutti i giorni. Solo tre parole, sole cuore amore, per questo Gp del Mugello che può lanciare definitivamente Bezzecchi nell’iperspazio della MotoGp. Perché questo – si sa – non è mica un weekend come tutti gli altri. Non lo è mai con le moto, figurarsi. Ma quando c’è di mezzo il Gran premio d’Italia vale tutto di più. Lo ha detto lui, Bez: “Il Mugello è fuori dal comune. L’atmosfera farà la differenza. Voglio sentire il casino”. Marco può insidiare l’altro grande italiano, Pecco Bagnaia, che in classifica generale gli sta sopra di un punto soltanto.

“Tenace. Anzi, meglio: risoluto”, dice Vito Bezzecchi. “Perché dimostra fermezza nella volontà, costanza nell’azione e animo forte per resistere nella decisione e per raggiungere l’obiettivo”. Le parole vanno bene. Ma qui ci sono soprattutto i fatti. Da bambino Marco aveva paura dei motori e allo stesso tempo ne era affascinato, a metà tra il desiderio e il timore, “un dilemma – dice Vito – che per quel ragazzino di neanche dieci anni non era facile da affrontare”. È lì che è venuta fuori la tenacia, quella cosa che oggi per Bez si è tramutata in energia e voglia di vincere. Il primo successo era arrivato in Argentina, l’aprile scorso. Poi ci ha preso gusto. La vittoria a Le Mans ha dato a Bez la consapevolezza di potersi giocare qualcosa di prezioso. Vito è un sentimentale. Dopo il successo in Sudamerica aveva pianto, e lo ha fatto anche dopo. Perché, ha raccontato, “alle vittorie di Marco non mi sono ancora abituato”. D’altra parte quella del genitore è la professione più difficile al mondo. Per seguire Marco, Vito ha rinunciato a stare con sua moglie Daniela e con le loro figlie Silvia e Laura. Insieme al nipote Emanuele e alla sua ragazza Valeria, ora gestiscono tutti il fan club di Marco.

Che “è uno sgasatore”, dice invece Pernat. “Perché è forte, a volte anche un po’ nervosetto, ma è uno che dà palate di gas”. Se ne accorse lo stesso Marco quando nel 2022 prese in mano per la prima volta un mostro da MotoGp. “Quando dai gas è veramente impressionante. Credevo di essere pronto quando sono salito per la prima volta sulla Ducati, invece, per quanto tu te la possa immaginare potente, è tutta un’altra cosa. È pazzesca, in senso positivo”, aveva raccontato. Quel gas è diventato vento per le ali del ragazzo di Rimini, che a 24 anni, dopo tutta la trafila, dopo il campionato del mondo vinto in Moto3 nel 2015, dopo l’apprendistato con Valentino Rossi al ranch (e ovviamente dopo le tante delusioni e cadute), oggi sta raccogliendo tutte le cose che aveva seminato. Vuole farlo anche al Mugello. Un assalto alla classifica. E se la cabala qualche volta dice il vero, fate attenzione: qui Marco Bezzecchi era arrivato terzo nel 2021 in Moto2, segno che il feeling con la pista non gli manca. Una volta Pernat lo ha definito anche con un altro aggettivo, “cattivo”, definizione che per un pilota è sempre incoraggiante. Oggi Bez ha però capito la differenza tra una gara graffiata e una gestita, tra una gara che può mettersi bene sin dal primo giro e una che va costruita un settore alla volta.

Di sicuro, dice Uccio, Bez è uno “esclusivo”. Tradotto dal saluccese: “Perché ci prova sempre”. Sintetico (ma efficace), l’uomo dei box della Mooney VR46 sa bene quanto vale questo gran premio, il GP d’Italia. "Abbiamo portato Marco in MotoGP quando tutti mi dicevano che ero matto, ora che va forte vorrei avere un po’ di supporto”, aveva raccontato Uccio qualche giorno fa. In Bezzecchi tutti ci hanno sempre visto originalità e goliardia, ma pochi avevano capito le reali potenzialità di questo ragazzo coi riccioli. Salucci ha detto che Marco è uno sempre pronto “a dare il 110 per cento”. Anche contro il suo compagno di squadra Luca Marini, l’altra grande sorpresa della stagione. “In questo momento fra i due c'è una rivalità sincera e spero che duri. Ognuno cerca di battere l’altro e nel farlo stanno alzando sempre di più l'asticella”. Insomma, le chiacchiere stanno a zero. Le parole pure. Tranne una, forse l’unica che definisce davvero Bezzecchi. L’ha detta così, en passant, Andrea Dovizioso: “Bez? Uno veloce”.

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