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Gp del Bahrain

La Formula 1 riparte allo stesso modo di come aveva concluso il 2022. Con però l'eccezione Alonso

Fabio Tavelli

Verstappen primo, Perez secondo. Prima doppietta Red Bull al primo Gran premio della stagione. Il pilota spagnolo sale sul terzo gradino del podio. Male le Ferrari: Leclerc non ha nemmeno finito la gara

Niente di nuovo sul fronte orientale. Almeno per quanto riguarda il dominio di Max Verstappen, per una Ferrari al momento in ginocchio e per una Mercedes ancora zavorrata da errori che i tedeschi non stanno sorprendentemente risolvendo. La vera novità è invece il podio di un meraviglioso Fernando Alonso, protagonista di un duello rusticano prima con Hamilton e poi con Sainz. Duelli naturalmente vinti, in virtù di un’Aston Martin che al momento è candidata ad essere clamorosamente la seconda forza del Mondiale. Verstappen-Perez era la prima fila, Verstappen-Perez sono stati i primi due sotto la bandiera a scacchi. Ma se Perez ha pasticciato in partenza e ha potuto sorpassare Leclerc solo dopo il primo pit-stop, Max Verstappen è stato ancora una volta di un’altra categoria. Quella dei Senna e degli Schumacher. Quelli che facevano la pole al sabato e alla domenica salutavano la compagnia alla prima curva e li ritrovavi (poco inquadrati dalla televisione perché sempre troppo davanti agli altri) quando veniva calata la bandiera a scacchi.

 

Si sapeva che la Red Bull sarebbe stata sin da subito una freccia perfettamente equilibrata come fosse su un binario. E la loro doppietta era pagata pochissimo dai bookmakers. Ma immaginare Leclerc fermo a causa della rottura del motore al 41esimo giro, questo no. Leclerc era terzo e quasi certamente sarebbe andato a podio. Ma i prodromi di un problema di affidabilità si erano già materializzati prima del via, quando al ragazzo del Principato era stata sostituita la batteria. In gara sono da subito apparse chiare alcune cose. Non sentenze, chiaro, ma considerazioni già parecchio indicative. Intanto basta guardare cosa accadde 12 mesi fa. Nel deserto del Bahrain la Red Bull portò a casa zero punti. Entrambe le vetture non finirono la gara. 12 mesi dopo: primo e secondo. Chi volesse buttarla sul ridere potrebbe dire che Leclerc è partito esattamente come Verstappen un anno fa. Ma dopo un timido sorriso di circostanza viene voglia di non pensarci. Sulla Ferrari pesa come un macigno la rottura di Leclerc e la gara senza acuti di Sainz. Rinunciare al tentativo di pole sabato per salvare un treno di rosse ha pagato per Lecler nei primi giri, quando il ferrarista è riuscito a passare Perez allo start. Ma era solo un lampo nella notte emiratina, Leclerc (per sua stessa ammissione dopo la gara) non aveva alcuna possibilità di sostenere il ritmo delle Red Bull. Problemi non dissimili da quelli nuovamente palesati dalle Mercedes, pesanti come non mai e in difficoltà contro il ritmo di un grande campione, Alonso, ma pur sempre alla guida di un team cliente.

 

La stagione sarà molto lunga e non è il caso di aprire da subito processi sommari. La Ferrari di oggi è un progetto nato nella seconda metà della scorsa stagione e che nei desideri dell’azienda e di milioni di tifosi ha come obiettivo vincere il Mondiale. Target al momento nemmeno immaginabile se non attraverso una serie di pacchetti di novità sostanziali e immediatamente funzionanti. A partire dall’affidabilità. Fermo restando che tutto questo dovrà legarsi a un calo della Red Bull. Ipotesi al momento non pronosticabile.