Max Verstappen al Gp di Abu Dhabi (AP Photo/Hussein Malla)

Verstappen è da record: vince anche il Gp di Abu Dhabi. Ora si apre il capitolo più delicato

Fabio Tavelli

Leclerc chiude da vice campione nel mondiale piloti. Per la Red Bull è arrivato il momento per cercare di mantenere una leadership alla quale è mancato solo il secondo posto di Perez nella classifica piloti per schiantare del tutto gli avversari. Alla Ferrari serve per fare definitiva chiarezza su Mattia Binotto. Se ne riparla dal 5 marzo in Bahrain

Il secondo posto di Abu Dhabi e il secondo posto nel mondiale piloti addolciscono un finale di stagione che per la Ferrari e Leclerc rischiava di consegnare alla pausa invernale una squadra confusa ed un pilota in difficoltà. Invece il monegasco ha chiuso al meglio un week end nel deserto iniziato con tante nubi sul futuro del suo Team Principal e con il rischio di un doppio beffardo sorpasso sia nella classifica piloti (ad opera di Perez) che in quella costruttori (contro una Mercedes che solo nelle gare finali è tornata competitiva). Ah, la gara l’ha vinta Max Verstappen. Ormai in versione Eddy Mercks il “cannibale” olandese ha visto per primo la bandiera a scacchi quindici volte su ventidue. Un record destinato a rimanere nella storia per un pilota che ha dimostrato ancora una volta di essere l’ulteriore valore aggiunto di una vettura, la Red Bull, straordinaria ed attualmente irraggiungibile. Ha staccato di 146 punti il secondo in classifica, un gap di quasi sei gare che avrebbe potuto guardare dai box pur restando in testa. Un dominio che ricorda quelli di Ayrton Senna e Michael Schumacher: i migliori piloti con le migliori vetture.

 

Ora si apre il capitolo più delicato. Per la Red Bull per cercare di mantenere una leadership alla quale è mancato solo il secondo posto di Perez nella classifica piloti  per schiantare del tutto gli avversari. Per la Ferrari per fare definitiva chiarezza su Mattia Binotto. Se l’azienda ha deciso che sarà ancora lui a guidare il team non basta un comunicato di tre righe per mettere a tacere voci che girano nel paddock da settimane. E’ necessario, ineludibile, che Presidente e Amministratore Delegato trovino il tempo per dare forza al loro Team Principal. Se credono ancora in lui. Altrimenti decidano diversamente e diano alla squadra una guida diversa. Ma senza ulteriori indugi. Chiunque guiderà il Cavallino dovrà operare una scelta. Quella di Charles Leclerc come leader indiscusso nella rincorsa al titolo.

  

Un titolo (piloti) che manca dal 2007 (Kimi Raikkonen). E che prima o poi arriverà ma per il quale sarà necessario operare scelte. Anche dolorose. Come quella di far digerire a Sainz il fatto che il massimo sforzo verrà concentrato su Leclerc e solo in caso di suo clamoroso flop nelle prime gare verrà invertita la scelta. Inverno fondamentale anche per la Mercedes. Molti se la cavano dicendo che i tedeschi non sbagliano mai vettura per due anni di fila. Vediamo. Non c’è certezza nemmeno di questo. Certezza invece che i grigi avranno due piloti che partiranno alla pari.

    

Russell ha chiuso davanti a Hamilton e il sette volte campione ha amaramente chiuso la sua prima, e unica finora, stagione senza mai vincere. Finisce la carriera di Sebastian Vettel, un lungo e glorioso cammino condito con quattro titoli mondiali e con la dimostrazione che si può essere grande campioni senza rinunciare ad essere uomini liberi e pensanti. Finisce anche la storia di Ricciardo, che però rientrerà dalla finestra facendo il terzo, di Mick Schumacher (arrivederci) e di Latifi (anche no). Se ne riparla dal 5 marzo in Bahrain. Sempre nel deserto, per una stagione a 24 tappe.

  

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