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Il Foglio sportivo

Per Fred Vasseur la Ferrari ha una sola missione per il 2023: "Vincere"

Umberto Zapelloni

La prima volta del nuovo Team principal della Rossa. "Quando tu hai le nostre risorse e le nostre strutture, quando tu hai Charles e Carlos al volante, non puoi avere un obbiettivo diverso dalla vittoria"

Fred Vasseur ha quattro figli. E li ha avuti tutti con la stessa moglie. “Credo di essere l’unico nel paddock. Non ad avere quattro figli, ma ad averli avuti dalla stessa moglie”. È anche dai particolari che si può giudicare un uomo. Il nuovo Team principal della Ferrari ci tiene a sottolineare un aspetto della sua vita privata che non porterà punti in pista, ma la dice lunga sulla persona. Nel suo primo incontro con la stampa Vasseur vorrebbe parlare in italiano, ma dopo quindici parole passa all’inglese. Una decina di lezioni sono poche per potersi raccontare nella nostra lingua, inutile quando parla con gli ingegneri, i tecnici, i piloti, ma indispensabile per raggiungere uno degli obbiettivi a cui tiene di più: fare squadra, motivare, creare l’ambiente giusto. Con i meccanici vuole parlare in italiano. Vuole scherzare e ridere con loro perché a questo tiene molto. “Cerca sempre di fare la battuta, di sdrammatizzare”, racconta chi lo ha frequentato da vicino in queste sue prime settimane in rosso che poi per lui sono in blu, visto che si presenta regolarmente in maglioncino blu, Marchionne Style, ma con il Cavallino ricamato sul cuore.

   

Il nuovo mister Ferrari non si nasconde. Se un anno fa l’obbiettivo era di tornare a lottare per la vittoria, quest’anno non ci sono scuse: “L’obbiettivo è uno solo: vincere il campionato del mondo. John e Benedetto mi hanno chiesto di vincere il campionato. L’obbiettivo è chiarissimo. Ed è quello che credo io e le mille persone che lavorano con me. Quando tu hai le nostre risorse e le nostre strutture, quando tu hai Charles e Carlos al volante, non puoi avere un obbiettivo diverso dalla vittoria, ma credo sia lo stesso per Mercedes o Red Bull e alla fine solo uno di noi avrà vinto. Non possiamo avere un obbiettivo diverso”.

   

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Il primo incontro ufficiale di Fred Vasseur con la stampa italiana si svolge in un locale, finora segreto, della costruzione che ospita la Gestione Sportiva: la sala dove tutti i giorni i meccanici simulano almeno una quarantina di pit-stop per cercare di non perdere le gare ai box. “Le gare non si vincono con un pit stop veloce, ma si rischia di perderle se ci si mette troppo tempo”. Incominciare a non perderle sarebbe già una bella cosa. Fred Vasseur è qui proprio per quello, per riportare la Ferrari alla vittoria del Mondiale che manca dal 2007, quando al comando c’era un altro francese Jean Todt.

 

L’ex presidente della Fia è stato tra i primi a mandargli un messaggio. Senza consigli ovviamente (“La Formula 1 e la Ferrari non sono più quelle degli anni Novanta, di uguale ci sono solo la passione e la pressione”). I consigli glieli ha dati, molto signorilmente, Mattia Binotto: “Abbiamo avuto un lungo faccia a faccia alla fine di dicembre quando sono venuto a Maranello. C’è stato un passaggio di consegne molto cordiale che ho molto apprezzato”. Un bel gesto. D’altra parte Binotto non gli ha lasciato solo l’ufficio o la scrivania. Gli ha lasciato in eredità la monoposto 2023 che verrà presentata il 14 febbraio. “I numeri del simulatore sono positivi, ma aspettiamo la pista per capire davvero come siamo messi rispetto alla concorrenza. Il problema di affidabilità del motore è risolto, almeno questo ci dicono i banchi prova”.

    

Vasseur ha cominciato a lavorare a Maranello il 9 gennaio. Finora ha incontrato 30/35 persone, ha studiato la Ferrari come l’italiano, anzi certamente meglio, ma non ha ancora una ricetta. “La parte più difficile del mio lavoro, non importa se in Sauber, in Ferrari o in Formula 2 è di capire che cosa non ha funzionato se non hai avuto una stagione di successi. È la parte più complicata del lavoro e anche quando sei dentro un team è difficile trovare le risposte giuste. Non posso certo essere così arrogante da dire dopo due settimane avete sbagliato qui, qui e qui. Certo, l’affidabilità è stata un problema, la mancanza di performance alla fine della stagione anche. Ma adesso la sfida è capire perché è successo”. Sembra di essere tornati al dobbiamo capire di Binotto. Ma dopo 15 giorni in Ferrari è concesso dirlo. Dopo 30 anni meno

 

“Sarei arrogante se fossi io a dirvi perché la Ferrari mi ritiene l’uomo giusto. Dovete chiederlo a John. Tutti all’interno del team fanno il loro lavoro meglio di quanto potrei farlo io, non sono un aerodinamico, un meccanico, non sono il chief designer, ma il mio compito è di metterli nelle condizioni migliori per fare il loro lavoro. Molte volte nella mia carriera ho avuto successo, e dopo 32 anni in pista credo di aver capito che cosa serva per far funzionare un team”.

 

Uno dei primi interventi sarà sulla strategia (“le responsabilità non sono solo di schiaccia il bottone, bisogna verificare tutte le procedure e vedere che cosa non funzionava”), non farà il direttore tecnico come Binotto (la responsabilità sarà su Cardile) e conta di farsi sentire soprattutto come motivatore: “L’impatto che puoi avere nei primi mesi è molto basso, tranne che in termini di spirito di squadra e motivazione e il mio primo obbiettivo sarà cercare di avere una motivazione extra”.

    

Vasseur è un falso timido. Ride, scherza, ma ci mette un attimo a trasformarsi in squalo. Sa come farsi rispettare. Le parole più gettonate nella cinquantina di minuti di chiacchierata sono state “Crystal clear”, che significa chiaro, cristallino. È chiaro il suo target (“Vincere il mondiale”) è chiaro il suo rapporto con i piloti “Il nostro obbiettivo è vincere. Non vincere con Charles o Carlos. Dobbiamo solo vincere. La mia politica in questo senso è cristallina: spingeremo con tutti e due i piloti all’inizio poi ad un certo punto della stagione spingeremo più su uno che sull’altro se la situazione sarà chiara, ma non abbiamo un numero uno e un numero due. Il numero uno è la Ferrari”), è chiaro il rapporto con Elkann e Vigna (“Ci sentiamo quotidianamente, ma io mi rapporto direttamente con Benedetto, il ceo. Però il presidente è molto coinvolto”). La vera differenza rispetto ha un anno fa è cristallina, come direbbe Fred. La Ferrari è qui per vincere subito, non per vincere l’anno prossimo. Ma vedrete che se dopo qualche gara un pilota sarà davanti all’altro, la Ferrari giocherà con una punta, non con due. Vasseur ha sempre fatto così quando doveva vincere un campionato. Ma da bravo politico per ora gioca con le parole. Lo faceva anche Todt. Poi puntava tutto su Schumi, ovviamente.

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