Ochoa nella partita contro il Milan (Ansa)

Il ritratto di Bonanza

Ochoa, il polpogatto che sfida ogni pregiudizio

Alessandro Bonan

Il portiere della Salernitana ha esibito in due partite un repertorio strepitoso di interventi con tutte le parti del corpo, naso compreso. Il suo progetto molto ambizioso prevede di disputare fra quattro anni il suo sesto Mondiale

L’Italia, un vai e vieni. Una signora finlandese, dopo pochi mesi trascorsi a Siracusa, ha lasciato il nostro paese insieme alla famiglia, delusa dai nostri modelli di vita ritenuti antiquati. La irrequieta signora si è trasferita in Spagna, non esattamente l’avanguardia delle sistemazioni. Auguri madame! Al suo posto, un po’ più a nord, a Salerno, si è trasferito da noi un tizio messicano dal nome super fico, Francisco Guillermo Ochoa Magana, detto Memo. Al contrario della finlandese, il messicano si è trovato in poche settimane a meraviglia. Voleva il sole, il mare e il nostro campionato di calcio. L’ha avuto e ora se lo gode. O meglio siamo noi che ci godiamo lui, viste le capacità esibite come portiere della Salernitana. 

 

Ochoa sembra un “polpogatto”, animale protozoico mai esistito se non nella fantasia di chi vi scrive. In due partite ha esibito un repertorio strepitoso di interventi con tutte le parti del corpo, naso compreso. Il “polpogatto” Ochoa è un nazionale messicano, idolo nel suo paese. Ha disputato di recente i Mondiali in Qatar, dove ha parato anche un rigore al polacco Lewandowski. Per venire in Italia non ha badato a spese, nel senso che se l’è accollate quasi tutte lui, firmando una sorta di contratto in bianco dove la cifra ce l’hanno messa i dirigenti delle Salernitana, pare quattrocentomila euro, di questi tempi nel calcio praticamente nulla. 

 

Nella testa del portiere c’è un progetto molto ambizioso: disputare tra quattro anni il suo sesto Mondiale, primo giocatore della storia a riuscire nell’impresa. Salerno, per lui, è solo la prima tappa di un lungo viaggio. Memo ha 38 anni e a differenza dell’omonimo Remigi, di questi tempi triste y solitario, vive il mestiere con allegria e spensieratezza. Ha rinunciato a molti soldi in quanto, dicono, ricco sfondato, fattore che non conta nulla, visto che i soldi quando li hai, non bastano mai, come testimonia il neo sceicco beige Cristiano Ronaldo.

 

Ochoa ha uno stile di gioco molto personale, ricorda un po’ Garella quando si oppone con i piedi, e non sembra aver paura di nessuno, sfidante con la sua fascia in testa e le mani sempre aperte. Il “polpogatto”, racconta uno studioso protozoico (ma sono io costui!), sapeva nuotare e correre nell’acqua, con capriole acrobatiche in superficie, sia tra la sabbia che sugli scogli. Aveva occhi svegli e fame di avventura. Su quanto fosse longevo non è chiaro, ma visto il messicano, doveva esserlo parecchio, tanto da arrivare a noi, sfidando il tempo, l’oceano e ogni pregiudizio.

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