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L'altro Mondiale: a Melbourne c'è il nuoto in vasca corta

Francesco Caligaris

L’Italia prova a nuotare nell’oro anche nel dorso e nei misti. Un anno fa la Nazionale azzurra ha conquistato 16 medaglie, cinque ori, cinque argenti e sei bronzi. Ecco chi saranno i protagonisti

La Capri-Napoli è la gara di nuoto in acque libere più antica tra quelle che si disputano tuttora. È una maratona di 36 chilometri che nei decenni ha ispirato tutta una mitologia intorno ad affascinanti nuotatori argentini e su cui è stato scritto anche un romanzo giallo, Maurizio Castagna, La grande maratona Capri-Napoli. Una storia di atleti, mare e delitti (Magenes, 2019). La prima edizione, nel 1954, l’ha vinta l’egiziano Marei Hassan Hammed in 10 ore e 42 secondi. Ultimo arrivò il francese Robert Denis, 14 ore 6 minuti e 56 secondi, ma lui nuotò interamente a dorso, con la faccia rivolta verso l’isola azzurra. I dorsisti sono così: estrosi, artisti, pensierosi. Non appartengono alla razza matta dei ranisti, loro guardano all’insù, si possono permettere minime distrazioni, qualcuno controlla anche i tempi sul tabellone. Thomas Ceccon, per esempio: ma se avesse avuto un carattere diverso, probabilmente quest’estate non sarebbe diventato campione e primatista del mondo.

 

Da martedì a domenica a Melbourne si svolgerà un altro Mondiale, quello di nuoto in vasca corta. Messi e Mbappé saranno Adam Peaty e Nicolò Martinenghi, per la prima volta avversari dalle Olimpiadi di Tokyo. L’Italia parteciperà con 19 convocati, dodici uomini e sette donne: all’inizio erano 20, ma in settimana, il giorno della partenza per l’Australia, Simona Quadarella è stata fermata da un virus gastrointestinale. Un anno fa la Nazionale azzurra ha conquistato 16 medaglie, cinque ori, cinque argenti e sei bronzi. Alessandro Miressi (100 stile libero), Matteo Rivolta (100 farfalla) e Alberto Razzetti (200 farfalla) proveranno a confermare i titoli dell’ultima edizione: nessun italiano ci è mai riuscito finora.

 

Sono due le specialità in cui ai Mondiali in vasca corta l’Italia non ha mai vinto un oro individuale: nei misti e, appunto, nel dorso. In Australia andrà all’assalto di questa prima volta Lorenzo Mora, il secondo nuotatore carpigiano più forte e famoso dopo Gregorio Paltrinieri, uno specialista delle subacquee e quindi della vasca corta. Da piccolo nuotare non gli piaceva, ma per testardaggine non ha mai voluto provare nessun altro sport. Si presenta da vicecampione in carica dei 50 e con i record italiani dei 100 e dei 200 stabiliti un mese fa a Genova. Nei 100 dorso, in cui mancheranno i primi due classificati del 2021, lo statunitense Shaine Casas e il russo Kliment Kolesnikov, ha nuotato il secondo miglior tempo della stagione. Nei 100 dorso non ci sarà neanche Thomas Ceccon, beffato dal pasticcio di un calendario che prevede tre delle sue quattro gare individuali, più la staffetta 4x100 stile libero, nei primi due giorni di gare. “Abbiamo dovuto fare una scelta difficile e combattuta”, dice il suo allenatore Alberto Burlina, “mercoledì ci sarebbe stata la semifinale dei 100 stile, subito dopo la finale dei 100 dorso e a fine programma la finale dei 50 farfalla. Anche in vista della stagione in vasca lunga, e delle Olimpiadi di Parigi 2024, la priorità andrà ai 100 stile libero. Essere Thomas Ceccon è una responsabilità, poi lui è uno che si annoia facilmente, variare gli fa bene. Al momento i 100 dorso non sono nel suo programma per Melbourne, poi non si sa mai”. Neanche senza Casas e Kolesnikov? “Abbiamo visto le iscrizioni e ci siamo fatti una risata amara. Abbiamo puntato sul rosso ed è uscito il nero”. 

 

Nel 1993 il dorso ha regalato all’Italia la prima medaglia in assoluto ai Mondiali in vasca corta con Luca Bianchin, argento nei 200. È lo stile libero alla rovescia, con il vantaggio della respirazione fuori dall’acqua: per questo è lo stile che si insegna per primo ai bambini. Dopo la delusione per i due quinti posti alle Olimpiadi di Londra 2012, la stagione successiva Federica Pellegrini ripartì proprio a testa in su: “Lo trovo molto elegante. Io nasco dorsista, poi hanno visto che a pancia in giù andavo molto più veloce...”. Come ricorda l’allenatore italiano Claudio Rossetto nel libro-bibbia Totalmente nuoto. Metodologia, tecniche ed esperienze del nuoto italiano (Calzetti Mariucci, 2022), però, è anche uno stile molto complicato da nuotare ad alto livello, “perché il nostro corpo è fatto per muoversi sul piano frontale, non su quello posteriore, nel quale si è di gran lunga meno efficaci ed esplosivi”. Bisogna rimanere sciolti, rilassati, e ruotare le spalle come se il corpo fosse infilzato in un girarrosto. Secondo gli esperti chi da giovane è forte a dorso può fare tutto, finanche trasformarsi in uno spiedino, evidentemente.

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