Beto contro il Monza (LaPresse)

olive #6

Beto e i suoi tifosi potrebbero vedersi per una pizza e non ci sarebbe nulla di strano

Gabriele Spangaro

“Ci vediamo a casa mia allora?”, hanno chiesto al portoghese qualche tempo fa dei ragazzi di Udine. E lui si è presentato a tavola. Nel frattempo l'Udinese va forte in campionato anche grazie ai quattro gol del suo centravanti, che già l'anno scorso aveva mostrato buoni numeri. Il Friuli si gode il suo "piccolo" uomo copertina

Nell'annata in cui la cerimonia di consegna del pallone d'oro sarà più di altre volte una mera formalità, giacché Karim Benzema il premio l'ha già in mano dall'ottavo di ritorno della scorsa Champions league contro il Psg; mentre i top team europei esibiscono i loro bomber, da Halaand a Núñez, dalla nostre parti la scena la reclama la provincia. E così Udine si gode il suo centravanti, che sta diventando un piccolo uomo copertina, con l'Udinese, quarta in classifica, che è tornata a vincere per la quarta volta di fila, dopo anni che non capitava, domenica a Reggio Emilia col Sassuolo. Piccolo per modo di dire, dal momento che Beto Betuncal misura 194 centimetri e fa delle sue lunghissime leve il fulcro del suo stile di gioco.

L'Udinese l'ha acquistato all'ultima giornata di mercato dell'anno scorso dal Portimonense e l'affare l'ha già fatto a prescindere da come finirà questo suo lanciatissimo campionato appena iniziato. Lo scorso anno fa 11 gol – il suo partner d'attacco Deulofeu 13 – ma si ferma il 10 aprile per colpa di un infortunio muscolare nella trasferta di Venezia che chiude la sua stagione.

Beto arriva all'Udinese dal campionato portoghese e la sua potrebbe sembrare una di quelle storie dove sono le parole di una o due persone giuste al momento giusto a cambiare tutto. Ma nel suo caso quelle parole sono pronunciate all'inizio, quando lui è ancora un ragazzo, viene rifiutato dal Benfica e ha il sospetto di voler mollare tutto. Incontra il presidente dell'União de Tires che lo convince a tornare nella sua squadra e uno dei suoi allenatori dell'epoca, Luis Lopes, gli impone un cambio di atteggiamento e abitudini, se vuole “sfondare”. E questa è una parola invece piuttosto azzeccato. Passa poi all'Olímpico do Montijo e i 21 gol in poco più di 34 presenze sono il suo trampolino di lancio per arrivare in Primeira Liga, appunto, con il Portimonense.

Lo scorso anno ha ricevuto la fiducia prima di Luca Gotti e poi di Gabriele Cioffi, e ora ce l'ha di Andrea Sottil, anche se non è partito sempre titolare. Ma bisogna anche dire che si è unito più tardi alla preparazione estiva, per lo stesso infortunio che gli ha troncato la stagione scorsa. Ha fatto 4 gol in 6 partite, 2 decisivi contro il Sassuolo. E l'Udinese non avrà da lamentasi per un po' di tempo.

Beto a Udine funziona. E non perché sia il campione sui cui colpi si siedono gli altri 10 che sono in campo con lui. Lo diventerà forse, ma non lo è. Nemmeno perché dimostra un talento da spaccafuturo di questo sport. Funziona perché dà ai tifosi friulani quel che hanno bisogno di vedere, e si sa che i friulani non hanno tempo né voglia di vedere frivolezze. È gente ruvida, forse troppo.

E lui è uno strano connubio tra capacità di segnare e potenza di gamba. Chi parla di lui ha in mente il siparietto dopo Lazio-Udinese dell'anno scorso, che finì 4-4: sul secondo gol raggiunse i 33 orari in corsa, glielo fecero notare e rispose che poteva fare di meglio. La piazza di Udine non è pretenziosa, è contenta di vedere il suo attaccante segnare e lui segna, per ora, senza divismo. Pare un equilibrio perfetto tra un attaccante fisico che gli equilibri li strappa e il suo tifoso. Due che potrebbero mangiarsi una pizza insieme e non romperebbero nessuna barriera immaginaria tra mondi differenti, che poi è quella che divide la curva dal campo di gioco. Specie alla Dacia Arena, stadio così british. È successo davvero, all'inizio di questa estate, che si siano incontrati per una pizza, lui e dei ragazzi di Udine, improvvisando un appuntamento la sera prima. “Ci vediamo a casa mia allora?” e poi il portoghese si presenta davvero. Comunque la si voglia chiamare – Spontaneità? Umiltà? Non avere piani per la sera? – la stessa cosa rimane: friulani e Beto si sono trovati, tosti e non così affini all'estetica come entrambi sono.

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